Siria – Putin annuncia il repulisti: “…totale disinfestazione a cominciare da Al-Raqqa”

Repulisti in Siria

Il Presidente Vladimir Putin ha annunciato che pretende di mettere in moto una missione speciale per recuperare il controllo della città di Al-Raqqa, nel nord della Siria. Nel contesto di questo piano, Mosca intende schierare 150.000 truppe per la riconquista di tale città , il feudo del gruppo terrorista dell’ISIS (Stato Islamico), lo ha rivelato Domenica 4 ottobre 2015 il giornale The Daily Star.

Citando una fonte anonima , The Daily Star spiega che ” è molto chiaro che la Russia vuole ripulire il nord del paese (Siria) , tenendo sotto controllo Al-Raqqa ed le sue risorse del petrolio e gas intorno alla città di Palmira”, nella provincia di Homs.
La fonte aggiunge che, per raggiungere questo obiettivo, sarebbe vitale espellere l’ISIS da Al-Raqqa, quella che viene considerata come la capitale (di fatto) della banda dei Takfiri.

L’agenzia russa di notizie, Sputnik News, ha annunciato questa Domenica che le Forze aerospaziali della Russia lanceranno bombardamenti contro i centri economici dell’ISIS in Siria per ridurre le entrate di questa cellula.
Sputnik News ha ricordato che l’ISIS vende il petrolio rubato dall’Iraq e dalla Siria agli acquirenti in Turchia e attraverso questo ottiene la gran parte del capitale che necessita per acquistare le armi e pagare i salari dei suoi componenti.

Buzaina Shaabanm, consulente politico del predsidente siriano Bashar al-Assad, ha difeso questa Domenica, in una intervista con la BBC, le operazioni militari russe nel suo paese contro i terroristi.

“Damasco da il benvenuto a qualsiasi paese che voglia aiutare il Governo e l’Esercito siriano nella sua lotta contro il terrorismo”, ha sottolineato la Shaaban per poi ricordare che questi gruppi che operano in Siria Al Nusra ed altri, sono stati classificati dall’ONU come terroristi . Sono i gruppi appoggiati dalle potenze occidentali che li considerano “ribelli moderati”.

Inoltre, rispetto alla pretesa distinzione fra “estremisti” e “moderati” fatta da Washington, la Shaabanm ha detto che l’Amministrazione siriana è disponibile a dialogare con chiunque non abbia preso le armi contro il Governo e la Nazione siriana.

Traduzione e sintesi: Luciano Lago – controinformazione.info
Fonte: Daily Star Hispan Tv

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Testimonianza sulla laicità della Siria

A proposito della laicità della Siria posso raccontare due piccole esperienze fatte in Siria nell’aprile 2011, quando in Italia si diceva che c’erano rivolte di massa, i miei amici erano preoccupati per me e io… non vedevo nulla! Anzi ho ben chiaro il ricordo del 17 aprile, festa nazionale siriana per la liberazione dal colonialismo francese: famiglie con bambini per strada con gelati in una mano e una bandierina siriana nell’altra; pareva un 2 giugno italiano di 40 anni fa.
Una volta andai a cena a conoscere l’insegnante di mia figlia (studiava arabo all’università di Damasco) e parlammo ovviamente dei problemi siriani; era chiaro che molti problemi erano di importazione. Alla fine della cena molto amichevole si alzò in piedi con un bicchiere di quella roba che sembra anice e disse: brindo al mio paese che è l’unico in Medio Oriente dovo posso gridare in pubblico che bevo alcool e sono ateo. Verissimo. E posso anche confermare che la Siria è stato l’unico paese arabo dove mia figlia poteva passeggiare tranquillamente di notte senza essere molestata.
Qualche giorno dopo feci un viaggio con un medico e naturalmente parlammo dei problemi che si affacciavano; concordammo che nonostante tutti i problemi la Siria era almeno un paese dove la convivenza tra religioni e lingue diverse era ottima. Alla fine, però, si rivolse a mia figlia che doveva rimanere a Damasco e le disse: “comunque ricorda che alla fine di tutte queste storie tu sei cristiana e tale devi rimanere!” Alla fine, dopo due giorni di chiacchiere laiche ecco affiorare un identitarismo che probabilmente cova sotto tutte le ceneri. Non vi sto a dire lo spiazzamento dell’amico quando mia figlia disse che non era battezzata e che non si sentiva né cristiana né islamica, era una dimensione incomprensibile per quel nostro amico che spero sia ancora vivo.
Tiziano Cardosi

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Altra testimonianza in sintonia:

La mia esperienza in Siria, nel 2010 è stata simile. L’apertura alle minoranze religiose era visibilissima. Si potevano vedere cristiani in pieno centro che si facevano il segno della croce davanti a una chiesa o – si era nel periodo di Pasqua – i canti di una chiesa siro-ortodossa trasmessi all’altoparlante, che coprivano il richiamo del muezzin.
Damasco era una città sicurissima, dove si poteva gironzolare di giorno e di notte. Mia figlia l’anno prima aveva girato la Siria con un amico facendo solo degli incontri piacevoli, come inviti estemporanei a feste da parte di giovani interessati allo scambio con ragazzi occidentali.
Da qualche tempo era stata tolta la censura da Internet (da parte del “cattivissimo” Bashar) e così i Siriani avevano “scoperto” che vivevano in uno “Stato canaglia”. E alcuni mi domandavano allora ironici cosa ci ero venuto a fare in uno stato canaglia, e si scoppiava a ridere insieme.
Una volta incontrammo una ragazza che guidava un gruppo di turisti italiani. Sentendoci parlare in Italiano e vedendo che portavamo al collo la kefiah ci chiese: “Portate la kefiah perché va di moda, vero?” Noi le rispondemmo che la portavamo perché sostenevamo la causa palestinese. Non finiva più di ringraziarci.
Ragazze col foulard islamico (perché solo di un foulard si tratta) giravano mano nella mano con amiche con la gonna sopra il ginocchio. Qualche burqa lo abbiamo visto solo ad Aleppo. Una città peraltro che ospitava nel quartiere armeno una vivace vita notturna, con ristoranti raffinatissimi come il Sissi Restaurant, considerato all’epoca il più elegante del Medio Oriente.
Ad Aleppo, al Baron’s Hotel dove alloggiavamo, si respirava un’autentica atmosfera belle époque. Era l’hotel preferito di Agatha Christie e si poteva vedere in una bacheca un conto a nome del colonnello Lawrence, proprio quel Lawrence d’Arabia che poco gradì i giochi di spartizione tra Francia e Inghilterra e i pasticci che dopo la I Guerra Mondiale i britannici combinarono con la casa Saud ai danni di quella Hashemita.
Insomma, un pezzo di storia in stile Liberty. Oggi il Baron’s Hotel è un cumulo di macerie.
Prove empiriche che la guerra contro Assad è una linea di demarcazione nei rapporti tra Occidente e Oriente, per quanto conflittuali e complicati possano essere stati finora. C’è da temere che una, del tutto auspicabile, uscita dalla crisi passerà comunque sotto criteri di carattere confessionale.
Nel complesso che a Damasco ospita la tomba del Saladino – prototipo dell’eroe cavalleresco anche in Europa, tanto è vero che Dante non lo mette all’Inferno, benché musulmano, ma nel Limbo, come il grande Averroè, precursore della “laicità islamica” (all’inferno avrebbe dovuto metterci quel criminale di guerra di Riccardo cuor di leone) – in quel complesso c’era una mostra fotografica sulla storia araba recente. Di fronte alle immagini dei dignitari francesi e britannici che trafficavano coi vari principi hashemiti e sauditi, dissi ad alta voce in Inglese: “Queste sono le persone che hanno tradito la nazione araba!”. E fui quasi portato in trionfo.
Questa era la Siria prima del criminale attacco imperiale.
Ebbi modo anche di visitare opere di carità collegate a una moschea nei quartieri poveri. In sé era solo un’attività storicamente legata all’Islam. Quel che conta è il contesto. Quando il contesto sono imam pagati da Qatar o Arabia Saudita le coordinate cambiano. E Qatar (Fratelli musulmani) e Arabia Saudita (wahhabiti) fanno a gara a chi costruisce più moschee nel mondo. L’ho visto il mese scorso in Etiopia, ma succede anche in Europa, anche in Italia.
Al di là dei motivi teologici, c’è a mio avviso un chiaro disegno geopolitico. Pensate: avere una decisiva influenza su una religione che si estende dall’Adriatico allo Xinjiang cinese!
Per quanto riguarda in specifico la laicità nei paesi musulmani, come piccola testimonianza ricordo solo quanto vidi coi miei occhi in Turchia. Ho lavorato a Istanbul tra l’inverno del 2000 e l’estate del 2001. Nel febbraio (se ricordo bene) del 2001 ci fu una gravissima crisi finanziaria. Non riuscivo nemmeno più a cambiare i soldi e mi dovetti far imprestare qualche decina di milioni delle vecchie lire turche dal mio padrone di casa, solo per potere andare a mangiare. Ebbene, nel giro di pochi mesi vidi una Istanbul trasformata da città laica a qualcos’altro. I foulard, prima rarissimi, si fecero sempre più numerosi. All’interno di Santa Sofia fui testimone di un flash-mob di ragazze col capo coperto che chiedevano che quel complesso museale ritornasse moschea (proposta che è ricicciata fuori pochi giorni fa).
La crisi stava facendo vedere i suoi effetti politici e ideologici: il partito islamico iniziava ad alzare la voce.
Un partito che ha gestito la ripresa economica (che ci sarebbe comunque stata) e che così ha finora goduto di alti consensi. Un partito che sembrava chissà che, ma che alla resa dei conti si è rivelato per quel che è.
Quel che rimane evidente è che dopo la grande speranza della decolonizzazione e dei nazionalismi socialisteggianti e laici che su di essa furono costruiti, dopo la speranza di modernizzazione (comunque la si intenda) degli anni ’50 e ’60, la delusione ha portato centinaia di milioni di persone a rifugiarsi in fedeltà premoderne. Lo si vede in Medioriente, in Africa, nella stessa India. Ma lo si vede anche in Europa. Esauritisi (più che traditi, come pensa invece la sinistra radicale) i sogni e le speranze keynesiane da parte del capitale e dei politici che lo rappresentavano, le persone si difendono, o si illudono di farlo, tornando indietro a medioevi ideologici, religiosi e politici.

Piero Pagliani

PS
Ai fondamentalismi religiosi fa riscontro un fondamentalismo laicista colonna ideologica del capitalismo finanziarizzato che non deve nemmeno fare i conti morali con lo sforzo concreto, fatto di carne e di conflitti, dello sfruttamento della forza-lavoro, ma che ha come ambiente ideale una società liquefatta e plasmabile a proprio piacimento. Su questo le parole di Pasolini sulle false battaglie laiche contro spaventapasseri lasciati a bella posta dal potere vero, sono state profetiche.

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Altra notizia sui tagliagole in fuga:

Da quando la Siria ha chiesto l’aiuto della Russia, ogni giorno i terroristi entrati in Siria (sia quelli sostenuti da Arabia Saudita ed Israele come quelli sostenuti da Nato e Turchia) si svegliano con nuove spiacevoli sorprese … e a migliaia lasciano le armi, chi è lontano dai confini si consegna all’esercito siriano, gli altri fuggono, al nord, in Turchia e al sud in Giordania. Chissà perché quando erano gli USA, la Nato e le pedo-petro- monarchie del golfo ad annunciare di avere fatto sfracelli con i loro bombardamenti contro i terroristi, nessuno si arrendeva o fuggiva…
http://www.theguardian.com/…/russian-jets-pound-syrian-prov…

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Commento di Dante Nicola Faraoni:

Svelato l’Arcano. Se vuoi fermare la guerra non far più circolare il petrolio. Né gli americani, né gli europei però potevano bombardare le cisterne del traffico illegale visto che sono gli stessi pozzi e le stesse cisterne che riforniscono i loro continenti. Gli unici ad aver la convenienza a bombardarli sono i Russi che le loro risorse di petrolio le ha altrove. Furba la Russia, che probabilmente potrà aumentare il costo del suo petrolio. Con una sola mossa sullo scacchiere internazionale non solo è andata a rompere le uova nel paniere alle compagnie petrolifere americane ma ha fatto qualche altro milione di profughi pronti a destabilizzare la potente Germania padrona d’Europa. chapeou!

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Commento dell’arcivescovo siro-cattolico Hindo:

A giudizio dell’Arcivescovo siro-cattolico, “C’è qualcosa di veramente inquietante in tutto questo: c’è una superpotenza che a 14 anni dall’11 settembre protesta perchè i russi colpiscono le milizie di al-Qaeda in Siria. Che vuol dire? Che adesso al-Qaida è un alleato degli Usa, solo perchè in Siria ha un altro nome? Ma disprezzano davvero così tanto la nostra intelligenza e la nostra memoria?”. (PTV)
http://oraprosiria.blogspot.it/…/vescovo-hindo-e-unammissio…

USAID pro terroristi

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