Si acuisce la lotta di classe in Italia e nel mondo!

lotta di classe

L’instaurazione del socialismo è la sola alternativa al catastrofico corso delle cose che la borghesia imperialista impone nel mondo!

I comunisti possono e devono creare le condizioni perché la classe operaia, alla testa delle altre classi delle masse popolari, costituisca il Governo di Blocco Popolare facendolo ingoiare ai vertici della Repubblica Pontificia.

Prosegue il catastrofico corso delle cose che la borghesia imperialista, con alla testa la Comunità Internazionale (CI) dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti, impone in tutto il mondo. La crisi economica si trasforma via via in crisi politica a livello dei singoli paesi (compresi gli USA) e ancora più rapidamente a livello internazionale. Il sistema imperialista mondiale devasta un numero crescente di paesi sul piano economico, ambientale e politico. La CI fa leva su questo o quello dei mille contrasti lasciati ovunque in eredità dal passato per creare il caos: non solo in Medio Oriente, in Africa e in Asia, ma in tutti i paesi in cui lo Stato non lascia via libera ai traffici dei gruppi imperialisti, in particolare anche nei paesi dell’ALBA (Venezuela, Bolivia, Ecuador, Nicaragua) e in altri paesi dell’America Latina. Mille conflitti si accendono in ogni continente e milioni di uomini e donne emigrano all’interno del loro paese o da un paese all’altro, per sfuggire alla miseria, alla devastazione e alla guerra generate dal sistema imperialista mondiale. I paesi emergenti, i Brics (Brasile, Russia, India, Cina e SudAfrica), le tigri asiatiche (Corea del Sud, Singapore, Hong Kong, Taiwan) e gli altri sono serviti per alcuni anni ai gruppi imperialisti europei e americani come ammortizzatori della crisi generale del capitalismo: ora sono sempre più ampiamente coinvolti nel corso catastrofico imposto al mondo dalla CI. In particolare lo è la Cina. In questo paese, che comprende poco meno di un quinto dell’umanità, sta arrivando a conclusione la seconda fase dei primi paesi socialisti. Arriva alla fine il tentativo di instaurare gradualmente e pacificamente nel paese il sistema capitalista, lanciato dopo la scomparsa (1976) di Mao Tse-tung dai revisionisti moderni capeggiati da Teng Hsiao-ping. Dall’integrazione graduale e pacifica nel sistema imperialista mondiale, la borghesia cresciuta durante la seconda fase e i fautori “comunisti” della via capitalista devono cercare di far passare la Cina all’integrazione ad ogni costo, scontrandosi sia con la Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti che sopravvive solo se estende e rafforza il suo dominio del mondo, sia con la resistenza delle masse popolari cinesi.

Siamo a poco più di cento anni dall’inizio della prima Guerra Mondiale (28 luglio – 4 agosto 1914) ed è impossibile dire fin dove l’umanità dovrà percorrere il catastrofico corso delle cose che, dopo l’esaurimento della prima ondata della rivoluzione proletaria scatenata dalla vittoria della Rivoluzione d’Ottobre del 1917, la borghesia imperialista ha nuovamente imposto al mondo. Le linee generali di questo corso sono chiare per chi studia la natura e le leggi del sistema imperialista, come all’inizio del secolo scorso era chiaro che la borghesia imperialista portava il mondo alla guerra. Non nascondiamo la testa sotto la sabbia, come allora fecero tutti i partiti socialisti dei paesi imperialisti! Possiamo arrestare e invertire il catastrofico corso delle cose imposto dalla borghesia, sviluppando la rivoluzione socialista. Al catastrofico corso delle cose imposto dalla borghesia si contrappongono in tutto il mondo la resistenza diffusa di tanta parte delle masse popolari e la rinascita del movimento comunista che avanza in tutto il mondo. La seconda ondata delle rivoluzione proletaria avanza man mano che i comunisti assimilano le lezioni della prima ondata, sviluppano la concezione comunista del mondo, la scienza delle attività con cui gli uomini fanno la loro storia e la applicano nella lotta di classe in corso nel proprio paese e nel mondo. In tutti i paesi del mondo vi sono gruppi comunisti all’opera. Il primo paese imperialista che romperà le catene della Comunità Internazionale mostrerà la strada e aprirà la via anche alle masse popolari degli altri paesi. Il nostro paese è un paese imperialista abbastanza grande e per di più sede della Corte Pontificia che con la sua Chiesa è uno dei pilastri del sistema imperialista mondiale e della sua Comunità Internazionale. Quindi le masse popolari italiane possono rendere a se stesse e al mondo questo servizio. Sta a noi comunisti renderci capaci di mobilitarle e portare gli operai e le altre classi delle masse popolari del nostro paese a compiere questa storica impresa.

Con settembre inizia nel nostro paese una stagione in cui si moltiplicheranno mobilitazioni di massa e di organismi (riunioni, assemblee, manifestazioni), scioperi e azioni di protesta. Compito di noi comunisti è partecipare su larga scala a sostegno delle mobilitazioni, degli scioperi e delle proteste, facendo valere ovunque, nella forma e nel modo più adatto, l’orientamento a organizzarsi e coordinarsi con l’obiettivo di costituire il governo d’emergenza delle masse popolari organizzate, il Governo di Blocco Popolare. Costituire il GBP facendolo ingoiare ai vertici della Repubblica Pontificia è possibile e sarà l’inizio di una lotta di livello superiore per instaurare il socialismo nel nostro paese.
Le lotte di difesa contro le infami misure prese dal governo dell’accoppiata Bergoglio-Renzi, le lotte rivendicative e sindacali, le proteste sono sacrosante e di per se stesse sono scuole di comunismo (di livello elementare ma sta ai comunisti farne scuole di livello superiore). Dobbiamo sostenerle e promuoverle puntando caso per caso sugli obiettivi immediati sui quali è maggiore la mobilitazione che si riesce a promuovere e maggiori le possibilità di vittoria. Anche le mobilitazioni promosse dai reazionari, possiamo rovesciarle in mobilitazioni contro i padroni e la Repubblica Pontificia. Ogni volta che la Lega Nord, i promotori delle prove di fascismo (Forza Nuova, Casa Pound, organismi affini e derivati) o altri gruppi trasformano la mobilitazione delle masse popolari contro le miserabili condizioni di vita imposte dai capitalisti e dal loro governo, in lotta tra parti delle masse popolari (in particolare tra residenti e immigrati), dobbiamo indirizzare la mobilitazione delle masse popolari contro i veri responsabili del degrado del nostro paese, del peggioramento delle nostre condizioni di vita e di lavoro: la borghesia, il clero e le autorità della Repubblica Pontificia. Essi impongono condizioni miserabili agli immigrati, perché le impongono anche alle masse popolari residenti. La disoccupazione, la miseria e il degrado non nascono con l’arrivo degli immigrati. Questi si aggiungono alla parte delle masse popolari già colpite dal catastrofico corso delle cose imposto dalla borghesia, dal clero e dalle loro autorità. La Repubblica Pontificia partecipa con la NATO e gli altri Stati imperialisti alla devastazione economica, ambientale e politica dei paesi neocoloniali e oppressi dal sistema imperialista mondiale, devastazione che è all’origine delle migrazioni. La borghesia usa gli emigrati che arrivano nel nostro paese e in Europa come lavoratori privi di diritti e sottopagati da contrapporre agli altri lavoratori. Li usa per distrarre le masse popolari residenti dalla lotta contro i veri responsabili del catastrofico corso delle cose e per peggiorare le condizioni di vita e di lavoro di tutte le masse popolari.

Per dare realmente forza e vigore alle lotte di difesa, alle lotte rivendicative e sindacali, alle proteste, dobbiamo indicare a tutti quelli che vi partecipano la prospettiva che va oltre la singola lotta: la costituzione del Governo di Blocco Popolare. Non basta coordinare le lotte nel senso di “metterle assieme”, fare numero: si tratta principalmente di dare a tutte le lotte, oltre all’obiettivo particolare di ciascuna, l’obiettivo comune di costituire il GBP. Anche se in una mobilitazione e in una lotta non riusciamo a conquistare l’obiettivo immediato, è una vittoria e vale la pena aver combattuto se essa contribuisce a creare condizioni più avanzate per la costituzione del Governo di Blocco Popolare. Bisogna non limitarsi a invocare sindacati più combattivi: i sindacati erano combattivi quando il movimento comunista era forte, quando esso animava le masse con la fiducia di instaurare il socialismo. Per avere nuovamente sindacati combattivi, occorre promuovere la rinascita del movimento comunista.
La rovina del nostro paese non è causata da questa o quella politica: è causata dal sistema borghese. Da quando il movimento comunista si è indebolito nel mondo, tutti i governi che si sono succeduti negli anni, dai governi del CAF (Craxi, Andreotti, Forlani), ai governi della banda Berlusconi, ai governi del circo Prodi, ai governi extraparlamentari Monti, Letta, Renzi, sono stati succubi dell’Unione Europea e della NATO, hanno eroso una dopo l’altra le conquiste che le masse popolari avevano strappato alla borghesia sulla scia delle prima ondata della rivoluzione proletaria. Dopo l’esaurimento della prima ondata della rivoluzione proletaria tutti i governi hanno cercato di imporre le misure del programma comune della borghesia imperialista che deve far fronte alla seconda crisi generale del capitalismo: ogni capitalista deve salvaguardare i suoi profitti nonostante la crisi del suo sistema sociale. Il male sta nel sistema capitalista. Bisogna eliminarlo instaurando il socialismo: instaurare il potere della classe operaia organizzata alla testa delle masse popolari, sostituire le aziende capitaliste con agenzie pubbliche che lavorando secondo un piano centrale producono tutti e solo i beni e i servizi necessari alla popolazione e ai rapporti con l’estero, promuovere la crescente universale partecipazione delle masse popolari, liberate dalla costrizione a lavorare per i capitalisti, alle attività politiche, culturali, sportive e ricreative oggi riservate alle classi dominanti e a una minoranza della popolazione.

L’instaurazione del socialismo è possibile perché il comunismo (il socialismo è la fase di transizione dal capitalismo al comunismo) non è un obiettivo più o meno bello inventato da un genio o da un sant’uomo: è il risultato verso cui tende la società attuale, come il bambino è il risultato naturale di una gravidanza. Il socialismo è un obiettivo ricavato dallo studio della società capitalista, la lotta per instaurare il socialismo sviluppa la società attuale secondo le leggi sue proprie rompendo le catene imposte dalla borghesia che soffocano il mondo. L’instaurazione del socialismo è possibile perché la sua forza motrice è la più organizzata delle classi delle masse popolari, la classe operaia: infatti il primo passo della rivoluzione socialista è la mobilitazione e l’organizzazione degli operai avanzati. I gruppi e i personaggi della sinistra borghese agitano inutilmente i loro programmi, le loro dotte analisi e i loro obiettivi da senso comune (diffusi, credibili, dicono loro), proprio perché sono contro la rivoluzione socialista e il potere della classe operaia. Sull’onda del successo di SYRIZA e della costituzione del governo Tsipras in Grecia dopo le elezioni del 25 gennaio, anche in Italia decine di gruppi e centinaia di personaggi della sinistra borghese si sono messi di lena alla costituzione di “un nuovo soggetto politico”, di una “alternativa di sinistra” al governo Renzi.
Norma Rangeri su il manifesto del 28 luglio ha lanciato il suo “decalogo per l’alternativa” e varie “teste d’uovo” della sinistra borghese hanno risposto al suo appello e hanno detto la loro. Ma quale alternativa propongono? In un mondo che per cambiarlo bisogna rivoluzionare, Rangeri & C partono dicendo che “non è all’ordine del giorno la rivoluzione”. Perché? Non si preoccupano di spiegarlo perché non si sono preoccupati di capirlo: non la vedono, quindi non c’è e comunque a loro non piace e quindi non cercano, mentre piacciono le “riforme di struttura” alla Togliatti: cambiare la società pacificamente, un pezzo dopo l’altro. Quello che sta facendo la borghesia imperialista, il governo Renzi ad esempio, ma lo può fare perché ha il potere. Ma detto da chi non ha alcun potere, i cui referendum vinti restano lettera morta, è solo ostinazione a divagare per non far nascere quello che può davvero nascere perché ne esistono le premesse nella realtà di oggi, basta scoprirle. Da una donna incinta può nascere un bambino, ma il bambino ancora non lo vedete. Ogni cosa è trasformabile, ma secondo i presupposti che ha in sé, non ad arbitrio di chi la vuole trasformare. Vi immaginate uno che vuole trasformare i maiali in cavalli perché a lui piacciono i cavalli? Le “teste d’uovo” della sinistra borghese si sono dati appuntamento a ottobre, ma non hanno fatto in tempo a riunirsi che il governo Tsipras si è rivelato per quello che è: un governo impotente, che non è capace di realizzare le sue promesse perché SYRIZA non si è dato i mezzi della propria politica. Una politica favorevole alle masse popolari è una politica contraria agli interessi della borghesia imperialista, alla Comunità Internazionale e alle sue istituzioni, la NATO e l’UE. È possibile farla solo se l’economia del paese non dipende dall’iniziativa dei capitalisti. Bisogna che gli operai e i lavoratori siano organizzati, che essi prendano in mano l’economia e su questa base facciano funzionare il paese, prendano il potere e lo difendano dalla controrivoluzione, che sia aperta o con i guanti di velluto.
Costituire il Governo di Blocco Popolare facendolo ingoiare alla borghesia porta a un livello superiore la lotta per instaurare il socialismo, è un balzo in avanti della rivoluzione socialista. Bisogna che iniziamo dal nostro paese. È possibile iniziare da un singolo paese. Pensare che tutti o gran parte dei paesi inizino simultaneamente e procedano alla stessa velocità è una idea stupida; è la concezione degli opportunisti che vogliono sottrarsi al compito di fare la rivoluzione socialista nel proprio paese rimandando le cose a una rivoluzione mondiale, che dovrebbe scoppiare simultaneamente in un gran numero di paesi.
“Ma il mondo oramai è unito e nessun paese può muoversi da solo!”, ci sentiamo dire da tutte le parti e in mille salse. In realtà ciò che oggi unisce il mondo è la cappa soffocante del suo dominio che la Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti ha imposto su tutto il mondo: per trasformarsi bisogna rompere proprio questa unificazione. È possibile! La globalizzazione, il mercato mondiale, l’unificazione del mondo secondo gli interessi della borghesia imperialista non sono un destino irreversibile. La borghesia imperialista li ha imposti per far fronte alla sua crisi, ma non è vero che sono irreversibili. Quel tanto o poco che c’è di relazioni internazionali tra le masse popolari, lo rompe la borghesia stessa ora qui ora là con le sue guerre e le sue sanzioni. La globalizzazione è solo l’assetto economico e politico che la borghesia imperialista ha imposto al mondo per mantenere alti i suoi profitti. L’unificazione economica del mondo fatta dalla borghesia imperialista è il dominio incontrastato della borghesia nei paesi imperialisti contro le masse popolari degli stessi paesi imperialisti, è la sopraffazione dei paesi più deboli, è la devastazione ambientale ed economica del mondo intero. Nessun progresso è possibile per le masse popolari senza distruggere questa unificazione del mondo sotto il dominio della borghesia. Le masse popolari se si organizzano possono spezzarla. Questa unificazione è precaria, è minata dai contrasti che si sviluppano tra gli stessi gruppi imperialisti, perché ognuno deve anzitutto valorizzare il suo capitale, anche a spese di altri gruppi imperialisti. Sotto il manto apparentemente impersonale del mercato mondiale, del mercato finanziario, delle relazioni finanziarie e commerciali mondiali, della divisione internazionale del lavoro, ecc. c’è il capitalista che fa lavorare l’operaio perché produca merci (beni o servizi) che egli conta di vendere con profitto: c’è la cellula costitutiva della società borghese. La sovrastruttura che queste cellule hanno costruito, ora soffoca l’intera umanità e devasta il mondo: bisogna spezzarla, demolirla a partire dal paese dove abbiamo la forza per farlo. Sulle macerie del mondo attuale costruiremo il nuovo mondo, unito dalla solidarietà e dalla collaborazione tra le masse popolari organizzate di tutti i paesi.
Realizzare questo progetto non è facile, ma è possibile, perché combina quello che c’è già nel mondo attuale (lo sviluppo intellettuale e morale degli uomini che non tollerano le nefandezze del capitalismo, con le forze produttive che sotto il capitalismo essi hanno creato), ma le combina in modo diverso. Anche noi sogniamo, ma sogniamo un mondo che sarà, sogniamo il bambino che è già nel grembo del mondo attuale, ma che nascerà solo se spezziamo le catene che gli impediscono di nascere: il nostro sogno precorre il corso che gli uomini daranno alle cose.
L’unica prospettiva di salvezza e di progresso è instaurare il socialismo, nazionalizzare le banche e le istituzioni finanziarie e le grandi aziende di produzione e di distribuzione, farle funzionare secondo un piano, instaurare un governo deciso a imporre questo corso delle cose. Questo gli operai organizzati nelle aziende capitaliste, i lavoratori organizzati nelle aziende pubbliche e nelle agenzie dei servizi pubblici, le masse popolari organizzate sul territorio lo possono fare e imporre alla borghesia, al clero e ai loro seguaci.
Infondere fiducia in questa impresa; convincere gli operai avanzati, gli elementi avanzati delle masse popolari che questa impresa è possibile per quanto difficile, che questa impresa iniziata in uno dei paesi imperialisti mobiliterà anche le masse popolari degli altri paesi imperialisti e dei paesi oppressi dal sistema imperialista; portare l’organizzazione e la mobilitazione che sorgono in mille punti dall’esigenza di difendersi e di rivendicare, a darsi questo obiettivo e a proporsi questa impresa fino ad avere la forza di fare un balzo in avanti, di costituire un proprio governo d’emergenza facendolo ingoiare ai vertici della Repubblica Pontificia: questo è il compito di noi comunisti, il programma di lavoro di tutti i nostri Comitati di Partito: di quelli già esistenti e di quelli che si costituiranno nelle aziende capitaliste, nelle aziende pubbliche e sul territorio. Questo è il programma di lavoro che il Partito dei CARC si è assunto con il suo IV Congresso nazionale del 13-14 giugno. Questo è il programma di lavoro a cui chiamiamo tutti gli organismi e gli individui che si sentono, che si dichiarano, che vogliono essere comunisti. Le “riforme di struttura” che la sinistra borghese sospira, per quel tanto che ce ne sono state, sono state fatte quando il movimento comunista avanzava ed era forte in tutto il mondo. Le rivoluzioni della prima ondata hanno mobilitato e raccolto tutto quanto di progressista e di sano vi era in ogni paese e lo hanno convogliato in uno sforzo comune di trasformazione. Il mondo attuale è gravido di rivoluzione: ma per sua natura la rivoluzione socialista non scoppia: è una guerra popolare rivoluzionaria che noi comunisti promuoviamo giorno dopo giorno mobilitando, organizzando e dirigendo la lotta degli operai e delle masse popolari a instaurare il loro potere. Quindi chi non ci partecipa, la vede solo quando trionfa. Che le “teste d’uovo’ della sinistra borghese vadano a rileggere le raccolte di quotidiani e riviste dei primi anni del secolo scorso. Fino al 1917 non troveranno traccia dei bolscevichi: quindi agli occhi della sinistra borghese la rivoluzione non c’era. Eppure oggi è chiaro che i bolscevichi costruivano la rivoluzione che trionfò nel 1917. Sta a noi comunisti sviluppare la rivoluzione socialista nelle lotte di oggi. Come fare nel concreto, la concezione comunista del mondo e il partito lo insegnano a tutti quelli che si mettono all’opera.

Avanti quindi, compagni, nell’adempiere il nostro compito!

Nuovo Partito Comunista Italiano – nuovopci@autistici.org

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