“SOPRAVVISSUTI AL GELO E AL NEMICO. MEMORIE DI REDUCI DI RUSSIA” di Fiorenzo Carsi

Sopravvissuti al gelo

“SOPRAVVISSUTI AL GELO E AL NEMICO. MEMORIE DI REDUCI DI RUSSIA” di Fiorenzo Carsi

Si consiglia di leggere queste testimonianze nel contesto della storia militare fascista, targata da volontà imperialista. Si invita il lettore a valutare la solidarietà dei contadini russi e la violenza dei soldati tedeschi in fuga durante la ritirata. Esempio: tagliavano le mani ai nostri soldati che si aggrappavano ai camion; da ricordare peraltro che erano nostri alleati. Riguardo a Mussolini, se non vi fossero altri delitti tra i quali la limitazione della libertà in Italia, bastano queste testimonianze per dimostrare la sua nullità come statista per averci trascinato i questa guerra.

Mio commentino: “Io sono nato da uno di quei reduci… anzi diciamo uno che era rimasto invalido e che fece in tempo a tornare prima della disfatta finale. Ma questa storia merita un piccolo chiarimento. Mio padre durante la ritirata restò indietro con le gambe congelate, i suoi lo abbandonarono. Sarebbe stato fatto prigioniero se alcuni russi “benevoli” non l’avessero preso, caricato su un carro e -a loro rischio- riconsegnato entro le linee italiane. Poi fu rimandato in Italia dove essendo invalido non continuò a svolgere servizio militare. Io nacqui poco dopo la liberazione di Roma, il 23 giugno del 1944. Quindi debbo la vita ad un russo…. oltre che a mio padre ed ovviamente a mia madre. Anzi soprattutto a lei che scelse di tenermi malgrado i tempi…” (Paolo D’Arpini)

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Commenti del 5 maggio 2017:

Scrive Mauro Gemma: “Nella repubblica ex sovietica, membro dell’UE e di fatto “servitù militare” della NATO in funzione anti-russa, vengono perseguitati e processati gli attivisti dell’opposizione antifascista e pacifista. Mentre continua, agghiacciante, il silenzio del “democratico” Occidente…”

Commento di Carlo Cavalletti: “Dopo la decisione del governo italiano di mandare 300 militari ai confini con la Russia, ci siamo posti dalla parte dei fascisti e degli aggressori. I nostri governanti non hanno imparato la lezione della seconda guerra mondiale: l’ARMIR mandato allo sbaraglio con le scarpe di cartone da quel vigliacco del “duce” (anche solo per questo s’è meritato piazzale Loreto)…”

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