Kiev – La Nato è pronta ad inviare 5000 uomini in Ucraina contro i “separatisti” russi

armi puntate sulla Russia

La Nato annuncia i dettagli di un piano per rafforzare la sua presenza militare nell’Est Europa, in risposta alla crisi ucraina.
Lo riporta la Bbc online. La nuova forza potrà contare su 5.000 uomini e sei «centri di comando». Il segretario di Stato americano John Kerry oggi, 5 febbraio 2015, è a Kiev, mentre cresce il timore di un’ulteriore escalation degli scontri nella parte orientale del paese. Il segretario generale Jens Stoltenberg ha spiegato che si tratterà del principale rafforzamento della difesa collettiva dell’alleanza atlantica dalla fine della Guerra Fredda. Nel frattempo, gli Stati Uniti valutano se inviare armi per sostenere l’Ucraina nella guerra contro i ribelli filorussi. Washington ha finora fornito assistenza «non-letale» all’Ucraina. Ashton Carter, designato dalla Casa Bianca per l’incarico di segretario alla Difesa, ha dichiarato ieri di essere propenso a iniziare a fornire armi. Il leader del Cremlino, Vladimir Putin, ha firmato un decreto per mobilitare per due mesi i riservisti. Lo riferisce la Tass citando il portale giuridico-legale del governo. Si tratta di una prassi ordinaria annuale, sottolineano gli esperti. Sono 19 le persone uccise, tra queste 14 civili, nelle ultime 24 ore nel Sud-Est dell’Ucraina. Lo ha riferito un portavoce governativo di Kiev. Oggi a Bruxelles – spiega la Bbc – si incontreranno i ministri della Difesa della Nato, che proveranno a rassicurare le nazioni dell’Europa dell’Est rafforzando la presenza militare nella zona. Dovrebbe essere quindi annunciata una forza di reazione rapida di 5mila uomini, con i suoi reparti d’elite in grado di essere dispiegati con appena due giorni di preavviso. Hollande e Merkel rilanciano in nome della crisi ucraina un asse un po’ usurato e messo in difficoltà anche dagli attriti su austerity e crescita in Europa: il presidente francese e la cancelliera tedesca saranno già oggi pomeriggio a Kiev e domani a Mosca, per tentare di rimettere la crisi sui binari negoziali e bloccare un’escalation che sembra minacciare scenari di guerra ben più ampi del conflitto in corso da quasi un anno nell’Est dell’Ucraina. Kerry ha in programma incontri e colloqui con il presidente Petro Poroshenko, il premier Arseniy Yatsenyuk, il ministro degli Esteri Pavlo Klimkin ed esponenti del parlamento ucraino. Al termine della visita, Kerry proseguirà per la Germania per prendere parte alla Conferenza sulla Sicurezza di Monaco, una tre giorni di lavori che prevede ulteriori colloqui sul tema della crisi ucraina, con un possibile incontro tra Kerry ed il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov. «L’aggressione russa» nella parte orientale dell’Ucraina «è la più grande minaccia» per Kiev. «Gli Stati Uniti non chiuderanno gli occhi». A dirlo è stato il segretario di Stato americano, John Kerry, arrivato in Ucraina per discutere di eventuali forniture di armi americane, chieste da mesi dal governo filo-occidentale ucraino per combattere i separatisti appoggiati dalla Russia nell’est del Paese. Mandare armi all’Ucraina non è una soluzione che possa coinvolgere l’Ue o l’Italia. Cosi’ il ministro Paolo Gentiloni a Radio24 aggiungendo che “la situazione sul terreno è molto grave e non lascia spazio per una marcia indietro sulle sanzioni alla Russia”. Il ministro degli Esteri ha aggiunto che quello che si sta facendo è cercare “di imporre ai separatisti di dismettere i loro atteggiamenti aggressivi” e chiedere alla Russia di “esercitare la sua influenza” sui separatisti, oltre a rassicurare i paesi della Nato che si sentono minacciati anche con i pattugliamenti aerei ai quali partecipa anche l’Italia. Sulla crisi ucraina si è espressa ieri la portavoce del Dipartimento di Stato di Washington, Jen Psaki, per chiedere in particolare la liberazione della pilota ucraina Nadeshda Savchenko (qui la sua storia), in carcere in Russia. Psaki ha espresso profonda preoccupazione per le condizioni di salute di Savchenko – catturata a giugno dai separatisti nell’est dell’Ucraina – che ha iniziato 54 giorni fa uno sciopero della fame per protestare contro la sua detenzione. La vita della «prigioniera delle autorità russe è in pericolo» ha detto la portavoce. Dal momento della cattura e del suo trasferimento Savchenko è stata rinchiusa in carcere in Russia dove verrà giudicata per la sua presunta partecipazione agli eventi che hanno portato alla morte di due giornalisti russi nella zona di crisi, dove si era recata come volontaria. La 33enne è stata eletta ad ottobre in parlamento. Gli Stati Uniti hanno ricordato alla Russia che con l’accordo di Minsk le autorità di Mosca si sono impegnate a liberare tutti i prigionieri ucraini.

(Fonte: http://italian.irib.ir/analisi/articoli/item/180378-ucraina,-nato-pronta-a-inviare-5mila-militari)

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