Jjhad ISIS/USA – Una faccia, una razza…

I pennivendoli della stampa europea raccontano la favola di ragazzi musulmani nati in Europa che si arruolano a centinaia per andare a combattere in Siria od in Iraq o in Libia per la gloria del Profeta e dell’islamismo il più radicale e fondamentale. Jjhad significa appunto “massimo sforzo” cioè il massimo grado di osservanza del Corano. E’ vero che molti ragazzi nati nelle periferie di Londra o di Parigi o di Berlino si arruolano e vanno a combattere e magari molti di loro non tornano indietro anche se nessuno ci racconta questa parte della storia. Ma il ruolo arruolamento non è spontaneo: ci sono procacciatori di mercenari che operano in Europa con la protezione dei governi per mettere insieme quelle forze umane che gli USA non intendono più prelevare dalle loro regioni povere.Gli Usa hanno in casa un terribile problema posto dai veterani. Seimila di loro ogni anno si tolgono la vita e gli USA il costo dei veterani non intendono addossarselo. Molti di questi sono finiti come homeless per le strade e dormono sotto i ponti. Da alcuni anni a questa parte gli USA si servono di mercenari reclutati nei paesi musulmani dai governi complici dello Occidente come l’Arabia Saudita. In Siria da quattro anni questi mercenari combattono per abbattere Assad e la loro forza è inesauribile fino a quando ci saranno i finanziamenti nel senso che le perdite vengono continuamente rimpiazzate da nuovi arrivi. Con costoro stanno Vanessa e Greta e sopratutto padre mitra il gesuita Dell’Oglio. Ora si parla di questi tre come prigionieri ma forse non è vero o se è vero bisognerebbe indagare nella nebulosa del mercenarismo.

Ora è assolutamente inverosimile che ragazzi musulmani arruolati in Europa lo facciano per motivi religiosi o ideologici o perchè schifati dall’Occidente nel quale si sentono estranei isolati ed emarginati. Esiste una o più organizzazioni preposte al loro reclutamento che si occupano di addestrarli all’uso delle armi ed all’arte della guerra. Ufficiali occidentali ed israeliani sono preposti a questo. Loro sono soltanto carne da cannone. Tutta la struttura organizzativa dell’esercito Isis o come si vuole chiamare è diretta dalla mente dell’Impero che scandisce i tempi ed i contenuti delle azioni.

Tutto questo è comprensibile con la logica e con l’analisi dei fatti. Perchè un ragazzo nato e cresciuto a Parigi dovrebbe andare a combattere Assad o il governo irakeno? Perchè in Libia ancora oggi si combatte per la conquista dello Stato ancora conteso agli usurpatori dai patrioti gheddafiani?

Ed allora, se non è l’impulso della religione che spinge all’arruolamento le nuove generazioni europee di islamici come mille anni orsono spingeva i crociati, che cosa è che li spinge?

Il premio di ingaggio e probabilmente un salario importante per ragazzi in grande parte disoccupati e senza futuro. Quale futuro ha un giovane tunisino in Francia? Si arruolano e vanno a combattere coloro che vengono indicati come obiettivi da distruggere. Non credo che sappiamo chi sia Assad e non credo proprio che sappiano perché lo assediano e gli sparano addosso.

Non c’è nessuna Jjhad ma soltanto il Mostro colonialista che si serve dagli stessi musulmani per distruggere la pace e la prosperità di nazioni che per loro disgrazia hanno il petrolio.
L’Jihad è una invenzione del Pentagono. L’Isis è la legione straniera degli USA simile a quella che i francesi hanno da moltissimi anni. La legione straniera è un prodotto dell’esperienza del colonialismo. Anche noi italiani a suo tempo abbiamo avuto gli ascari che sparavano sui loro fratelli per servirci.
[Da: Pietro Ancona]

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Commento:
“L’analisi di Pietro Ancona sembra più che verosimile. D’altronde, basti ricordare che l’Isis è il prodotto diretto, organizzato dal senatore criminale di guerra John McCain, del piano governativo Usa “Grande Medio Oriente”; approvato dal criminale di guerra George Bush nel 2001 e ratificato dal congresso nel 2007, infame operazione di morte e distruzione cui partecipa attivamente anche il sanguinario governo italiano.
Molte corporations guadagnano sull’esistenza delle guerre in sè., persino indipendentemente dal loro esito.
Pertanto, è sempre necessaria la diffusione della coscienza che la guerra altro non è se non un colossale affare per pochi capitalisti sulla pelle e il sangue dei popoli.
Il capitalismo, come sappiamo, è un sistema produttivo sprecone: spreca denaro, energia, lavoro, merci e vite (infatti mercificate) in grande quantità allo scopo di realizzare la valorizzazione continua del capitale a vantaggio di pochi plutocrati e dei loro servi.
E la guerra, naturalmente, non è soltanto quella esterna contro gli altri popoli, bensì anche quella interna di dominatori contro dominati della medesima nazione. (Vincenzo Zamboni)

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