Orizzontarsi sul caso Moro – Alcune novità editoriali

caso Moro

Orizzontarsi sul caso Moro è molto complicato, false piste, stupidaggini e tutto un complottismo difficilmente interpretabile, precludono ogni via di comprensione. Ma di certo sappiamo che ci sono dei segreti innominabili.

ORA E’ STATO PUBBLICATO UN LIBRO, A SUO TEMPO BOICOTTATO DA AMBIENTI VICINI ALLA MASSONERIA FINANZIARIA (guarda caso)

Non ho ancora letto questo libro, che ora mi procurerò, ma da quanto leggo dalla presentazione sotto, dovrebbe avere degli spunti interessanti.

A mio parere la soluzione del caso Moro si trova in quegli accenni di Pecorelli (“ben” informato) che Moro, forse negli ultimi giorni, venne portato in una prigione ubicata nel ghetto ebraico. Si è fatto di tutto per ostacolare indagini in questa direzione, perché se così fosse stato appurato, è ovvio che il Mossad non poteva non saperlo, quindi erano dentro l’esecuzione di Moro.

Infatti il ghetto ebraico denso di magazzini, sotterranei, garages ecc., è sotto controllo dei suoi abitanti, la comunità ebraica, a cui nulla sfugge e quindi il Mossad avrebbe saputo, se addirittura non se lo fece consegnare, che Moro era in quei posti. E’ una ipotesi, ma a mio parere concreta e molti indizi non mancano.

Ricordiamo che Moro per aver fatto liberare gli attentatori palestinesi di Fiumicino, scatenò la vendetta sionista che fece cadere l’aereo Argo con tutto l’equipaggio. Era l’aereo che aveva portato i palestinesi in Libia liberandoli. Moro inoltre nel 1973 aveva negato gli scali e le basi agli americani per rifornire Israele nella guerra del Kippur. Firmo’ la sua condanna a morte. Ricordiamo che Igor Markevich era grande amico di Israele e intimo di ambienti sionisti fin dal 1944.

Maurizio Barozzi

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TORNA IL LIBRO SABOTATO
IL “CASO MORO” DIRETTO DAL MAESTRO IGOR MARKEVIC

Un articolo di Luigi Mascheroni, su “il Giornale”

Il caso Moro l’abbiamo appiccicato addosso, a 36 anni dai fatti. Processi, confessioni, ombre, nuove piste (qualche giorno fa il procuratore generale di Roma ha chiesto di procedere a carico di Steve Pieczenik, funzionario del Dipartimento di Stato Usa e supercosnulente del ministro dell’Interno Cossiga nei giorni della crisi, in quanto vio sarebbero «gravi indizi» circa un suo concorso nell’omicidio del leader Dc).

E poi le indagini giornalistiche, come quella condotta da Giovanni Fasanella e Giuseppe Rocca attorno alla figura del celebre direttore d’orchestra russo, naturalizzato italiano, Igor Markevic (1912-83), personaggio complesso e affascinante, uomo coltissimo, amico del bel mondo culturale di mezzo ‘900, da Cocteau a Berenson, marito della duchessa Topazia Caetani, della storica famiglia della nobiltà romana, proprietaria da secoli dell’omonimo palazzo, sotto il quale, appunto, fu ritrovata la R4 col corpo del leader Dc il 9 maggio 1978. Attualmente la Commissione parlamentare d’inchiesta sul caso Moro sta concentrando l’attenzione sulle fasi finali del sequestro, e su chi e perché decise l’eliminazione fisica dell’ostaggio, quando tutto fa credere che fino all’ultimo Moro stesse per essere liberato.

«Pensare che Andreotti e Cossiga volessero la morte del loro compagno di partito è la cosa più lontana dalla realtà che si possa pensare. Erano altri, e non in Italia, coloro che spinsero le Br a sparare, per far sì che il Paese rimanesse politicamente fermo, e succube ad altri interessi», è l’idea di Fasanella. «Vaticano, Dc e tanti altri, nonostante la linea della fermezza, lavorarono per la liberazione, trattando con i brigatisti. E tra costoro, l’ipotesi è che ci fosse, non come Grande Vecchio, ma anzi come mediatore, il maestro Igor Markevic, il quale grazie ai suoi legami internazionali operò per tenere Moro vivo».

Il racconto, affascinante e ambiguo, del mondo di Markevic, dalla Parigi degli anni Trenta all’italia degli anni di piombo, in un intrigo di intellighenzia e intelligence, culti misterici e misteri internazionali, divenne un libro-inchiesta, scritto a quattro mani da Fasanella e Rocca, uscito da Einaudi nel 2003: “Il misterioso intermediario.Igor Markevic e il caso Moro”. Il saggio, su cui l’editore puntava molto, partì benissimo. Poi, quando qualcuno si accorse degli accenni agli interessi esoterici di Raffaele Mattioli, gran capo della Comit (e il cui figlio, Maurizio, sedeva nel board dell’Einaudi), fu sabotato fino al macero. Repubblica, il cui direttore Scalfari era amicissimo dei Mattioli, lo stroncò. In più, la famiglia Howard, imparentata coi Caetani (e la casa reale inglese…), minacciò un risarcimento danni talmente alto da non poter essere quantificato. E l’editore mollò il libro.

Ora, destino dei libri necessari, quel testo ritorna col titolo “La storia di Igor Markevic” (Chiarelettere): aggiornato, corretto, arricchito (ad esempio col documento del Ros che dimostra che fu Giovanni Senzani a presentare Markevic a Mario Moretti). Un libro, come disse il suo primo editore quando l’approvò, «che mancava».

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Commento di Giorgio Vitali:
“NON CREDO CHE PER NOI SUSSISTANO DUBBI. L’UNICA COSA CHE DOBBIAMO FARE è FAR CAPIRE CHE MANI PULITE NON è STATA PRODOTTA DAL SINGOLO CASO-SIGONELLA, MA DA UNA POLITICA FILO-ARABA CHE L’ITALIA HA PERSEGUITO FIN DAL DOPOGUERRA. PERTANTO, I TASSELLI DI QUESTO PROCESSO SONO MOLTISSIMI. UNO STORICO EBREO ITALIANO ( mi pare Molinari) HA SCRITTO UN LIBRO INTITOLATO “LA SINISTRA E LA QUESTIONE PALESTINESE” nel quale elenca ben 10 anni di atti governativi a favore dell’Islam. (governi Craxi-Andreotti). Infine ricordiamo che Gardini e Cagliari furono assassinati, mentre Garofano salvò la pelle perché membro dell’OPUS). gv.”

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