Iraq e Siria. La guerra terroristica del SIIS voluta da NATO USA-israele

Il via libera all’utilizzo delle brigate del SIIS per spartirsi l’Iraq, allargare il conflitto in Siria in una guerra mediorientale ed emarginare l’Iran, è stato dato alla riunione a porte chiuse del Consiglio Atlantico in Turchia, nel novembre 2013, secondo un prossimo del miliardario saudita-libanese Saad Hariri, aggiungendo che l’ambasciata statunitense ad Ankara è al comando dell’operazione.

Una “fonte affidabile” vicina al miliardario saudita-libanese ed ex-premier libanese Saad Hariri ha detto, in condizione di anonimato, che il via libero finale per la guerra in Iraq delle brigate del SIIS è stato dato a margine del vertice sull’energia, a porte chiuse, del Consiglio Atlantico ad Istanbul, in Turchia, il 22-23 novembre 2013. Il Consiglio atlantico è uno dei più influenti think tank di politica estera e geopolitica di Stati Uniti e NATO. Il presidente del Consiglio Atlantico Frederick Kempe ha sottolineato l’importanza del vertice sull’energia e sulla situazione in Medio Oriente, dicendo prima del vertice di novembre: “Riteniamo che il periodo attuale sia a un punto di svolta, proprio come il 1918 e il 1945. la Turchia è in ogni modo un Paese centrale, che stabilizza la regione. Collaborando all’unisono, Stati Uniti e Turchia ne saranno efficaci”. Al vertice, tra gli altri, parteciparono il presidente della Turchia Abdullah Gül, il segretario all’Energia statunitense Ernst Monitz, il presidente del Consiglio Atlantico Frederick Kempe, l’ex-segretaria di Stato Madeleine Albright, l’ex-consigliere per la Sicurezza nazionale statunitense Brent Scowcroft. È interessante notare che Scowcroft ha solidi legami con Henry Kissinger e il ministro delle Risorse Naturali della regione curda del nord dell’Iraq.
“Se Baghdad fosse stata più cooperativa sui campi di petrolio siriani di Dayr al-Zur nei primi mesi del 2013 e sulla autonomia del Nord (la regione a maggioranza curda dell’Iraq) non ci sarebbe forse una rivolta contro al-Maliqi; O avrebbe avuto più tempo”, ha detto l’insider di Hariri durante una conversazione di quasi due ore. Nel marzo 2013, il segretario di Stato USA John Kerry chiese che l’Iraq “interrompesse il flusso di armi per la Siria”, mentre le armi statunitensi fluivano al SIIS dall’Arabia Saudita passando per Iraq e Giordania. Il 22 aprile 2013, 27 dei 28 ministri degli Esteri dell’UE decisero di revocare il divieto d’importazione di petrolio dai territori siriani occupati dall”opposizione’, per consentirle di finanziare parte della sua campagna. Il “SIIS avrebbe dovuto controllare (la regione di) Dayr al-Zur. (Il ministro dell’Energia turco Taner) Yildiz e (il ministro dell’Energia curdo Ashti) Hawrami dovevano assicurarsi che il petrolio fluisse attraverso l’(oleodotto) Kirkuk – Ceyhan;… Ankara ha fatto enormi pressioni su al-Maliqi per l’autonomia e il petrolio curdi, troppa pressione e troppo presto, secondo me”, ha detto la fonte, aggiungendo che la pressione fallì. Rapporti precedenti confermano che Baghdad intercettava armi e insorti lungo il confine saudita-iracheno tagliando le importanti linee di rifornimento per le brigate SIIS ad Dayr al-Zur, e che al-Maliqi si lamentava del tentativo saudita-qatariota di sovvertire l’Iraq dalla fine del 2012. Alla mia osservazione ha risposto: “E’ giusto, ma il grave aumento degli attacchi è avvenuto nel maggio-giugno del 2013, dopo che al-Maliqi inviò i militari ad al-Anbar”.
Un precedente articolo di Nsnbc spiega come il blocco di Baghdad abbia causato problemi in Giordania, perché molti rifornimenti di armi, combattenti e munizioni vi vennero deviati. L’insider di Hariri ha aggiunto che i giacimenti di petrolio avrebbero dovuto essere sotto controllo del SIIS da agosto 2013, ma che il piano fallì per due motivi. Il Regno Unito ritirò il suo sostegno al bombardamento della Siria, permettendo all’esercito siriano di scacciare SIIS e Jabhat al-Nusrah da Dayr al-Zur ad agosto. “La situazione era un disastro, perché a giugno Hariri, Yidiz, Hawrami, e Scowcroft erano pronti a discutere come spartire il petrolio tra Stati Uniti, Turchia e UE. Il vertice di novembre avrebbe dovuto trattare il fatto compiuto”, ha sottolineato la fonte di Hariri, aggiungendo che Washington minacciò al-Maliqi quando fu invitato alla Casa Bianca. Il presidente della regione curda dell’Iraq Masud Barzani e il premier iracheno Nuri al-Maliqi furono invitati a Washington ai primi di novembre 2013. “Alcuni circoli di Washington fecero una pressione infernale su Obama affinché minacciasse al-Maliqi”, ha detto la fonte di Hariri, aggiungendo che “il tempo si stava esaurendo e Obama esitava”. Alla domanda su cosa intendesse per “tempo che stava per scadere” e se potesse specificare chi fosse chi istigasse Obama, ha detto: “Barzani perdeva la presa sul Nord (il Kurdistan iracheno); le elezioni (in settembre) furono una battuta d’arresto. Tutti i piani per trasportare il petrolio iracheno in Turchia ed emarginare Baghdad furono decisi da Kirkuk e Ankara ai primi di novembre… Chi esattamente facesse pressione su Obama? Non so avvertisse Obama. Ho il sospetto che Kerry ne sapesse. Più importante, da dove proveniva il messaggio, da Kissinger, Scowcroft, Nuland e clan Kagan, Stavridis, Petreaus, Ricciardone e della banda neo-con del Consiglio (Atlantico). … Per quanto ne so qualcuno ha detto ad Obama che avrebbe fatto meglio a spingere al-Maliqi ad incrementare l’autonomia curda entro novembre, o altrimenti. Chi esattamente ha consigliato Obama non è importante, dato che costoro gli fecero sapere che sarebbero andati avanti con o senza di lui”. Alla domanda se sapesse i dettagli di come sia stato dato il via libera definitivo alla campagna del SIIS, ha detto: “A porte chiuse, in presenza di Scowcroft, Hariri e un paio di altre persone”. Alla mia domanda “se poteva essere più specifico” ha risposto, “non posso; vorrei restare in vita; Riccardione fu incaricato dell’operazione quel giorno”.

Notando che un importante membro della famiglia reale dell’Arabia Saudita, il principe Abdul Rahman al-Faysal fu indicato “al comando” delle brigate del SIIS, se potesse confermarlo o smentirlo, annuì aggiungendo che “il principe” è responsabile del finanziamento dell’operazione e della struttura di comando, ma che la sede operativa è l’ambasciata statunitense ad Ankara in Turchia. “Per quanto ne so, nulla si muove senza che lo voglia l’ambasciatore Ricciardone”, ha aggiunto.

Christof Lehmann – Nsnbc

Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora

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