Expo – A Germano Celant 750.000 euro più IVA per fare le “figurine”

Dopo aver letto attentamente, scandalizzato (ma non tanto, conoscendo bene certi retroscena socio-politico-culturali) inoltro affinché facciate conoscere, diffondendo tale denuncia, il marciume che in Italia sta corrodendo, come un cancro, il corpo dell’arte, ormai da tempo malato grave. Giorgio Di Genova

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All’attenzione
del Signor Sindaco di Milano,
Avv. Giuliano Pisapia
del Commissario unico dell’Expo di Milano,
Avv. Giuseppe Sala
del Commissario governativo per L’Expo
Dott. Raffaele Cantone

La notizia è talmente incredibile che per mesi si è pensato che fosse la fantasia di un buontempone: per “la curatela e la direzione artistica dell’Area tematica Food in Art”, da realizzare nell’ambito dell’Expo di Milano, al critico Germano Celant verranno corrisposti 750.000 euro più IVA. La cifra, fuori da ogni ragionevole parametro, è stata assegnata con una “procedura negoziata senza previa pubblicazione di un bando”.

Il contratto, firmato il 7 marzo 2013, è stato accompagnato da un anticipo di ben 292.000 euro. Giusto per comprendere quanto spropositata sia una somma del genere basti pensare che, per dirigere una rassegna complessa come la Biennale di Venezia, Massimiliano Gioni ha percepito 120.000 euro, e che la stessa cifra è stata stanziata dalla Biennale per il nuovo curatore, Okwui Enwezor, per un incarico che include tutto il lavoro che farà dal momento della nomina alla chiusura della manifestazione.

Non si fa fatica a capire che la curatela di una “area tematica”, per quanto impegnativa possa essere, non potrà mai comportare più lavoro di quanto ne comporti l’organizzazione della Biennale.

Sarebbe stato corretto fornire ai cittadini, sul sito dell’Expo, le motivazioni e i no! mi di chi ha proposto, avallato e votato l’assegnazione di una simile cifra in un momento in cui si chiedono agli italiani sacrifici e si tenta di restituire al nostro Paese una credibilità internazionale che, a giudicare da cosa sta accadendo attorno all’Expo, sarà sempre più difficile conquistare. C’è un gran chiacchierare attorno a questa vicenda.

Tra le tante chiacchiere gira quella che tale cifra sarebbe giustificata dal fatto che il critico avrebbe trovato personalmente degli sponsor per la mostra. Vero? Non vero? Non saprei. Se fosse così sarebbe stato più corretto fargli due contratti, uno come agente e uno come curatore. Spero in ogni caso che non si voglia avallare la tesi che chi porta denaro all’interno di un Ente pubblico poi possa pretendere che lo stesso Ente gli riservi un trattamento di favore. Sarebbe come affermare che se un ricco presidente del consiglio versasse come contributo personale diversi miliardi di euro nelle casse dello Stato, facendoli diventare denaro pubblico, potrebbe poi gestire quei soldi come se fossero i propri.

È legittimo che un privato faccia del proprio denaro quel che ritiene opportuno, non lo è che dei privati possano condizionare la gestione di denaro versato nelle casse dello Stato.

Resta il fatto che 750.000 euro non sono stati dati come percentuale sugli importi ricavati dagli sponsor, ma per curare una mostra. Non c’è impegno o spese personali da sostenere che possano giustificare una parcella di quel tipo.

Purtroppo la sensazione sgradevole che si ricava da questa vicenda è che ci troviamo dinanzi ai metodi della vecchia politica. Possibile che non si comprenda che, a forza di elargire cifre sproporzionate a personaggi in auge dagli anni della Prima Repubblica, si sta consegnando l’Italia a una deriva qualunquista? È una buona cosa che si sia tornato a parlare di “questione morale”, ma è auspicabile che chi ha il potere di farlo faccia seguire i fatti alle parole. Diversamente la sfiducia nelle istituzioni continuerà a crescere.

Non sono così ingenuo da pensare che si possa arrivare a chiedere al critico di restituire i 290.000 euro avuti come acconto per il suo prezioso, inestimabile e ineguagliabile lavoro, anche se sarebbe giusto farlo. Spero si possa invece intervenire per fare chiarezza su questa vicenda.

Tenendo magari a mente che in Italia ci sono pensioni da ottocento mila euro al mese; che Pompei cade a pezzi; che la giovane arte italiana è ormai inesistente all’estero, proprio grazie ai mandarini del sistema dell’arte italiano che promuovono solo se stessi; che il direttore della galleria degli Uffizi di Firenze guadagna 1.890 euro al mese e che a Firenze le sale dello stesso museo non sono adeguatamente deumidificate per assenza di fondi.

Distinti saluti,

Demetrio Paparoni

Flash Art International
Via Carlo Farini 68, 20159 Milan, IT
flashartonline.com

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Poesia aggiunta:

Exposuzione (2)

Inter pianeta si dovea nutrire?
Qualcun si rimpinzò oltr’ogni dire.

Prebende non vengan date ai capoccioni
ma l’opera più nota del Manzoni!
(l’artista non lo scrittore)

Rappresenta MILAN “Cirq de Soleil”?
Il culturato assessor potea far meil.

Chè il peggio fece lui avant al Castel.
Forse nome suo vero è “Asinel”?

Giocosa! Risulta proprio bello
dar parte del bue all’asinello!!
(cerca il … doppio senso!)

Almen rispettarono promesse?
“CINQUANTAMILA POSTI” qualcun lesse.
(lo scrisse Alessia Gallione nel 2009)

Sapete quanti son “pagati” posti?
Men di duemila. Così riducon costi.
(altro che i duecentomila favoleggiati dal Sindaco)

Contratti s’aboliscon di lavoro?
Arricchirsi dovran soltanto loro.

Manovre fece quello della Scala?
Farlo perché non avria potuto Sala?
(tanto, il perdono di Pisapia è assicurato)

Colossal somme in comunicazione?
Dei cittadin distorta è percezione!

Spropositati sono i compensi!
Basta leccare e…al capo fare incensi.
Esperto nell’arte del mangiar
-questo certo nessuno può negar-
CELANT guida la mostra “FOOD IN ART”
e se milioni incassa, li mette da part.
(nel frattempo dirige Triennale e Fondazione Prada)

EXPO dipinta “tutelare nume”?
Giorno è vicino che si farà lume.

“GRATIS” potranno i giovan lavorare.
Statistiche miglior potrà vantare

il ragazzotto. Sussidio agli incapienti?
“Del loro voto non chiari erano intenti”.

Dice che “come lui non sono baldi”,
(già lo disse Elkann miliardato in fasce dal nonno)
non tutti incontran ricchi Frescobaldi

produttori di vini senza eguali
e di costose…campagne elettorali.
(pro-ragazzotto naturalmente)

Dei lor cuvati ottimi prodotti
s’avvale pria di parlar con …dotti

condotti dai loro direttori
che dei padroni tutelano i “valori”.
(per espliciti endorsement elettorali 80 più sei zero!)

EPILOGO

Tutti appaiono lieti e contenti
(dopo la seconda retata)
MA BEN PIU’ GROSSE SONO LE TANGENTI.

La cricca “vera” non s’è mica dimessa
ed intrallazzi “suoi” ancor non cessa.

Il saldo non si fa per vie normali
chè i favori sono trasversali.

NON BASTERANNO BALLI E SALAMELLE
EXPOSUZIONI A RENDERE PIU’ BELLE.

Più di così non posso essere chiaro.
Mi spiace se vi resta un po’ d’amaro.
(FINE)

Luigi Caroli (da Rime Tempestose)

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