80 euro di disonore, come da copione renziano

Tutto secondo copione: il bonus di 80 euro in busta paga ci sarà, e Renzi troverà in qualche modo la copertura, oppure se la inventerà. Ne ero sicuro: perché quello degli 80 euro era ed è lo specchietto per gli elettori-allodole che – alle europee del 25 maggio – dovranno essere convinti a votare per i partiti eurobbedienti, e in particolare per il PD che è il più eurobbediente di tutti. In effetti, dunque, gli 80 euro si sono trovati, come ha trionfalmente annunciato il piccolo imbonitore fiorentino nella sua pompatissima conferenza stampa. «Avevo detto 80 euro, e 80 euro sono» ha declamato trionfante, e la frase storica è stata prontamente rilanciata dai giornali debenedettiani e dalle televisioni berlusconiane, fraternamente protesi a glorificare i cinguettii del Mattacchione nazionale.

Poi sono arrivati i distinguo e le precisazioni, ma relegati in un angolino di carta stampata o in una telenotiziola d’appendice: no, il provvedimento non riguarderà tutti gli italiani che guadagnano meno di 25.000 euro lordi annui (più o meno 18.000 netti, 1.500 al mese), ma soltanto quelli che guadagnano meno di 25.000 euro ma più di 8.000 (sempre al lordo); con esclusione, quindi, di quelli che ne avrebbero più bisogno, oltre che, naturalmente, di tutti coloro che non sono lavoratori dipendenti: non soltanto lavoratori autonomi e pensionati, ma anche quanti un lavoro non ce l’hanno proprio. Per costoro – è stato detto – sono allo studio misure alternative, ma per questo il rottamatore stanco non ha giurato sulla Bibbia; e, comunque, queste misure alternative verranno “studiate” dopo le elezioni europee. Il che sarebbe come a dire: passata la festa, gabbato lo santo.

Ma davvero, con tutte queste eccezioni, si vorrebbe far credere che in Italia ci siano – come da annunzio – 10 milioni di impiegati e salariati compresi nella fascia reddituale dei beneficiati dal bonus? Sarà… Non sono riuscito a trovare riscontri statistici, ma a me sembra una di quelle tante bufale che in questi giorni pascolano nei pressi di Palazzo Chigi. Secondo Grillo, ad intercettare i mitici 80 dovrebbero essere circa la metà degli strombazzati 10 milioni. Ma anche questa mi sembra una cifra esagerata. Infatti – cosa che non è ben chiara quasi a nessuno – i favolosi 80 non sarebbero una aggiunta, un di più, un regalo che i lavoratori si ritroverebbero in busta paga. Gli 80 summenzionati, invece, sarebbero una sorta di sconto sulle trattenute fiscali; e – aggiungo – uno sconto non certamente “a pioggia”, ma riservato unicamente a coloro le cui trattenute siano – si fa per dire – “basse”. Per rendere l’idea della estrema selettività del bonus, si pensi che un lavoratore dipendente con un reddito annuo di 15.000 euro ma con moglie e qualche figlio a carico – che quindi fruisce dei connessi sconti fiscali – probabilmente non vedrà il becco di un quattrino. Quella dei “dieci milioni di italiani”, quindi, è soltanto una bufala toscana.

Ma la bufala più grossa, la madre di tutte le bufale, è certamente quella degli 80 euro “per sempre”. Niente vero. Le coperture che acrobaticamente sono state reperite dal Governo dei Ragazzi della Via Pal, infatti, sono relative ai prossimi otto mesi, da maggio a dicembre del 2014. E poi? Ce lo spiega lo stesso “Decreto degli 80 euro”, articolo 1, comma 2: «Le disposizioni di cui al comma 1 si applicano per il solo periodo d’imposta 2014. A decorrere dal l° gennaio 2015, si applicano le disposizioni dell’art. 13 del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al Decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917 nel testo vigente anteriormente alle modifiche di cui al comma 1 del presente articolo.» Se l’italiano non è un’opinione, quindi, l’articolo 1 – comma 1 vale fino a dicembre. D’altro canto, il polline di miliardi che lo sciame del rottamatore è riuscito a succhiare volando di fiore in fiore, può produrre miele soltanto per i prossimi mesi. Poi si aprirà una nuova stagione.

Intanto, sùbito dopo la conferenza-stampa degli 80 euro, altra smagliante intervista ed altri squillanti propositi. Si andrà avanti così fino alle elezioni europee. Ma già pochissimi giorni dopo – quando arriveranno le buste-paga di maggio – alcuni milioni di italiani che facevano già affidamento sugli “80 euro di Renzi” scopriranno di essere “incapienti” o, comunque, di non aver diritto al fantomatico bonus. Sarà il primo brusco richiamo alla realtà. Alla realtà dell’Unione Europea, del fiscal compact, della “Troika”, dell’invasione migratoria e di tutte le altre porcherie che gli amici di Renzi hanno in serbo per gli italiani e per gli altri popoli di questa povera Europa.

Michele Rallo

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