Emissione monetaria a debito – Le banche centrali sono i ladri.. i politici sono il palo

Chi fa le leggi ? Le leggi le fa e le approva il parlamento, depositario del potere legislativo. Dunque sono colpevoli di truffa e furto ai danni del popolo italiano i parlamentari che hanno approvato le leggi che consentono alle banche di emettere denaro a prestito creandolo senza registrarlo a bilancio in attivo all’atto di emissione, come doveroso quali proprietari del valore dato in prestito, che costituisce dal momento della creazione un valore aggiunto, soggetto dunque ad Iva, il che sanerebbe pienamente il bilancio dello stato, trasformando il debito mendace in credito.

Ma sono parimenti colpevoli i parlamentari che non reagiscono a questa condizione di truffa e rapina, imponendo alle banche la corretta registrazione dei loro utili.
Il falso debito trasforma una situazione di prosperità sociale in miseria indotta a vantaggio dei banchieri e sulle spalle del popolo derubato, con la complicità della classe politica.

E’ inutile e fuorviante, allora, distrarre l’attenzione sulle fortune e sfortune giudiziarie individuali di un figurante qualsiasi, sia esso Dell’Utri o Berlusconi , quando vi è invece reato generale di truffa e furto ai danni della popolazione tramite la complicità generale di un parlamento colpevole di permettere ai banchieri di rubare a tutto il popolo: non vi è dunque mafia più grande di quella bancaria, rapinatrice di tutto il valore emesso, che corrisponde al 99% del valore monetario in circolazione.
I parlamentari devono sanare questa situazione, imponendo per legge alle banche la registrazione in attivo (con tutte le conseguenze, anche fiscali, del caso) dei valori emessi, oppure, se non lo facciano, incriminati per complicità mafiosa con la truffa bancaria e concorso in associazione a delinquere.

Come osservato, a conti fatti, non vi è mafia più grande, devastante e peggiore di quella bancaria, con la sua rapina pari al valore di tutta la moneta emessa (salvo la microscopica frazione emessa in monete metalliche dallo stato).
Non è lecito mantenere in eterno silenzio e ambiguità su un simile stato di cose, rovesciandone sul popolo le nefaste conseguenze in termini di truffa e furto: il 45% del bilancio dello stato, ovvero quasi la metà, viene divorato dal falso debito, cui bisogna aggiungere la continua svendita del patrimonio pubblico, motivato dall’esigenza di far cassa per pagare i grandi usurai dell’emissione a debito.
Non esiste oggettivamente il debito: esiste il credito negato da una classe politica complice.

E “si è sempre fatto così” non è una giustificazione: la recidivia di reato è una aggravante, non una esimente.

Vincenzo Zamboni

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