Il piano di Mosca per risolvere la crisi ucraina

La Russia ha invitato gli Stati Uniti e l’Unione Europea a formare un “Gruppo di sostegno per l’Ucraina”, al fine di consolidare la neutralità dello status politico-militare, riconoscere i risultati del referendum sulla Crimea, adottare una nuova costituzione federale e, sulla sua base, indire nuove elezioni per rendere il russo la seconda lingua nazionale.

In accordo con la richiesta del Ministero degli Esteri della Federazione Russa, pubblicata lunedì 17 marzo 2014, le attività del Gruppo dovranno essere regolate da una serie di principi. In primo luogo, è necessario rispettare gli interessi della popolazione multietnica ucraina e sostenere tutti gli ucraini e tutte le regioni del Paese che aspirano a una vita conforme alle proprie tradizioni e costumi (compresa la possibilità di utilizzare liberamente la propria lingua madre, di avere libero accesso alla propria cultura e di mantenere ampi contatti con i loro connazionali e vicini).
In particolare viene sottolineata “l’inammissibilità di una rinascita dell’ideologia neonazista” e la necessità per i politici ucraini di prendere le distanze dagli ultranazionalisti, non di meno troncare i loro tentativi di destabilizzazione nelle diverse regioni del Paese. In questo caso, con ogni probabilità, si fa riferimento alla parte Sud-occidentale dell’Ucraina, dove negli ultimi tempi sono in corso scontri tra i filo-occidentali del Maidan venuti da Kiev e la popolazione locale incline alla Russia.

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Infine, i membri del Gruppo dovranno riconoscere l’importanza della pace e di un accordo comune in tutta l’Ucraina sulla situazione nella regione euroatlantica, mentre la risoluzione di tutte le questioni dovrà avvenire sulla base di una “reciproca valutazione degli interessi di tutti i governi lì esistenti”. Secondo gli osservatori, questo appello al mondo occidentale è da considerarsi nell’ambito dei timori da parte russa riguardo un’espansione della Nato.
Le linee-guida della risoluzione
Il piano di risoluzione comprende cinque punti. In primis, si parla di un immediato adempimento degli obblighi in conformità all’Accordo del 21 febbraio (ovvero, il sequestro di armi illegali, lo sgombero degli edifici occupati illegalmente, delle strade e delle piazze, la pianificazione di un’indagine oggettiva circa gli atti compiuti dalla popolazione tra dicembre 2013 e febbraio 2014).
Successivamente, l’iniziativa russa propone di convocare, su decisione del Parlamento ucraino, un’assemblea costituzionale dei rappresentanti di tutte le regioni ucraine, per approntare una nuova costituzione che possa trasformare l’Ucraina in uno Stato federale democratico e neutrale dal punto di vista politico-militare.
Viene proposto, inoltre, che la nuova costituzione dia alla lingua russa lo status di seconda lingua nazionale, al pari dell’ucraino, mentre alle altre lingue il trattamento previsto dalla Carta europea delle lingue regionali o minoritarie. Le regioni potranno eleggere con voto diretto gli organi del potere legislativo ed esecutivo ed avere pieni poteri, secondo la specificità storico-culturale di ognuna, nelle questioni economiche e finanziare, nella sfera sociale, nella lingua, nell’istruzione, nei rapporti interregionali per assicurare la tutela dei diritti delle minoranze nazionali.

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Subito dopo l’adozione della nuova costituzione, bisognerà indire elezioni nazionali degli organi più alti dello Stato ucraini e contemporaneamente degli organi legislativi ed esecutivi in ogni membro della federazione.
Nel documento vengono discussi anche il riconoscimento e il rispetto dei diritti della Crimea di determinare il proprio destino sulla base dei risultati del referendum del 16 marzo 2014. Ricordiamo che in questa occasione più del 96% devi votanti si è pronunciato a favore della secessione della penisola dall’Ucraina e della sua annessione alla Federazione Russa.

L’ultimo punto del piano è dedicato alle garanzie. L’ordinamento statale della nuova Ucraina, la sua sovranità, l’integrità territoriale e lo status di neutralità politico-militare saranno garantiti da Russia, Unione Europea e Stati Uniti con l’approvazione delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell’Onu.
Il probabile rifiuto di collaborazione da parte di Stati Uniti e Unione Europea

Il titolare della cattedra per l’integrazione europea della MGIMO e capo dell’Istituto sull’Europa dell’Accademia delle Scienze, Nikolay Kaveshnikov, ha dichiarato a Russia Oggi, che il piano del Ministero degli Esteri russo è capace di fornire un apporto costruttivo alla risoluzione della crisi ucraina. Secondo le sue dichiarazioni, “lo status di non allineato e la federalizzazione sono adeguati all’eterogeneità di questo Paese”, dove le regioni orientali tendono verso la Russia, mentre quelle occidentali verso l’Ue.
Tuttavia egli è scettico nel valutare la possibilità di formare un “Gruppo di sostegno”: “Gli eventi delle ultime settimane hanno dimostrato che i nostri partner americani ed europei tendono ad appoggiare incondizionatamente le nuove autorità ucraine, senza tener conto della loro illegittimità e dei loro legami con esponenti estremisti. Tenendo in considerazione la riluttanza di americani e europei nel riconoscere il diritto della Crimea all’autodeterminazione, non vedo prospettive per la realizzazione del piano proposto dalla Russia”.

Fonte: Confederazione di Popolo

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