“Il cancro e le cosiddette malattie” del dr. R.G. Hamer

A integrazione dell’articolo: http://riciclaggiodellamemoria.blogspot.it/2014/01/aids-il-solito-affare-farmaceutico-con.html

Mi permetto segnalarVi il libro “Il cancro e le cosiddette malattie” del dr. R.G. Hamer che evidenziano un caso molto simile a quello di una mia amica residente a Biella. Circa otto anni fa sia all’Istituto Europeo Oncologico –IEO- che all’Humanitas di Milano le diagnosticarono l’esistenza di una ciste ovarica di 20 cm con presunta ascite, e le consigliarono l’asportazione di utero e ovaie. Nonostante la stessa diagnostica effettuata in due diversi ospedali, vi furono perplessità che la mia amica manifestò ad un giovane chirurgo che allora operava presso l’ospedale di Biella. Egli le fece firmare una richiesta tramite la quale il chirurgo si assumeva la responsabilità di operarla solo per lo stretto necessario alla salvaguardia della vita. E’ una richiesta poco conosciuta. Il chirurgo si accorse, nel corso dell’operazione, che le diagnosi non erano esatte perché non si trattava di un’enorme ciste ma di una sacca di liquido che si era formata tra le ovaie e l’intestino. Il primario di ginecologia di allora, presente anch’egli in sala chirurgica, insistette però che si asportassero gli organi come previsto dagli ospedali prima citati. Il chirurgo raccontò poi all’amica che, per tale ragione, ci fu un acceso diverbio tra lui e il primario nonostante il documento firmato dalla paziente. La mia amica non si è sottoposta ad alcuna cura perché aveva fin dall’inizio compreso anche la causa di quella sacca di liquido – non si trattava di ascite – ed è sempre stata bene. Il dr. Hamer anni fa, con altro nome, riuscì ad entrare in sala chirurgica presso una clinica di Biella per assistere ad un’operazione all’intestino di un suo paziente perché era indispensabile che si effettuasse l’asportazione di una minima parte di intestino e non di metri come di solito avviene in casi simili perchè si pensa che così operando si possano prevenire eventuali presunte metastasi.
E’ risaputo che anche la diagnostica di tumore al collo dell’utero, che si presume essere causata dal virus HPV, papilloma virus, e per la quale vengono vaccinate le dodicenni, è sovente errata in quanto sono gli stessi operatori che,nel dubbio, preferiscono scegliere CIN 3 (caso più grave) a scopo preventivo perchè si pensa che la persona si possa curare con più solerzia ed invece ciò crea molta più paura con tutte le conseguenze del caso. Per i motivi suesposti, nel corso dei miei incontri ricordo che a fronte di diagnostiche un po’ gravi è sempre bene rifarle. Alcune persone mi hanno riferito che allorchè fu loro diagnosticata la sieropositività, rifecero l’esame come consigliato in altro laboratorio privato e risultò non esserci alcun retrovirus hiv.
Un caro saluto.

Paola Botta Beltramo

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