Montesilvano (Pescara) – Temi e modi per l’Incontro Collettivo Ecologista 2014

L’Incontro Collettivo Ecologista del 2014 viene ospitato da Olis,a Montesilvano (Pescara), il 21 e 22 giugno 2014, con inizio per chi viene da lontano al 20 giugno per potersi ambientare e sistemare. Si potrà campeggiare con tenda propria gratuitamente ed anche dormire gratuitamente (o con piccolo rimborso spese volontario) nella struttura che ci ospita, sul tatami. Per chi volesse ospitalità meno spartana nei pressi esiste un agriturismo a costi molto contenuti (venti o trenta euro per notte). I pasti sono preparati a cura dell’organizzazione dietro piccolo rimborso spese (5 o 6 euro a pasto), comunque sarà gradito, in cambio od in aggiunta, l’apporto di vegetali autoprodotti, frutta, vini ed affini. La dieta è vegetariana/vegana. Ci saranno due giornate piene di condivisione in modo da creare l’atmosfera comunitaria ed anche una puntata al mare. Sono invitati all’Incontro non solo i bioregionalisti ma anche gli ecovillaggisti, ecologisti profondi di varia scuola, spiritualisti laici, economisti solidali alternativi, vegetariani e vegani, bioagricoltori, etc.

Per avere un’idea dei temi trattati inserisco qui di seguito una serie di proposte e progetti già abbozzati:

Montesilvano – Proposte di temi per l’Incontro Collettivo Ecologista del 21 e 22 giugno 2014
Questi e simili temi verranno trattati durante l’Incontro Collettivo Ecologista 2014, che si tiene in occasione del Solstizio Estivo, il 21 e 22 giugno 2014 – Presso Associazione Olis, Via Toscanini, 14 – Montesilvano (Pescara)

Oh, oh…. La continuità della nostra società, in quanto specie umana, richiede una chiave evolutiva, una visione globale, per mezzo della quale aprire la nostra mente alla consapevolezza di condividere con l’intero pianeta l’esperienza vita.

Questa è la visione dell’ecologia del profondo, la scienza dell’inscindibilità della vita.

Ne consegue che sia la politica che l’economia umana devono tener conto dell’ecologia per avviare un progresso tecnologico che non si contrapponga alla vita e che sia in sintonia con i processi vitali del pianeta. La scienza e la tecnologia in ogni campo di applicazione dovranno rispondere alla domanda: E ciò ecologicamente compatibile? I macchinari, le fonti energetiche, lo smaltimento dei sottoprodotti, la produzione di alimenti, il rapporto con gli animali, dovranno essere realizzati in termini di sostenibilità ecologica.

Deve essere avviato un rapido processo di riconversione e riqualificazione industriale ed agricola che già di per se stesso sarà in grado di sostenere l’economia. Infatti la sola riconversione favorirà il superamento dell’attuale stato di enpasse economico e sociale. Una grande rivoluzione umana comprendente il nostro far pace con la vita globale del pianeta.

La chiave evolutiva da noi proposta sta nel cambio radicale di visione, passando dal criterio di destra-sinistra (ormai superato dalla situazione) ad una coscienza di compresenza e compartecipazione del contesto vitale, una coscienza priva di ipocrisia e furbizia, tesa all’approfondimento dei valori della vita (nella società e nell’habitat). La consapevolezza di essere parte integrante del tutto l’unica strada per uscire dal vortice di una ripetitiva e rovinosa barbarie.

Chiarimenti su pensiero e pratica bioregionale

Quando nel bioregionalismo si parla di … “noi” si intende ove non ci sono altri, nel senso che non si percepisce la differenza fra noi e gli altri. Quindi si può definire un “noi” assoluto. Di fatto è già così dal punto di vista “biologico” occorre realizzarlo nel pensiero. Questo non implica l’omologazione bensì si riconosce che il “noi” si manifesta nelle differenze di nome e forma. Nella ricchezza biologica della vita. Il modo di governo anarchico proposto è quello “bioregionale”. Ma se non si è familiari con l’idea “bioregionale” c’è il rischio di fare confusione. Le spiegazioni diventano forme astratte di discussione. Dovremmo essere concreti ed in ogni caso acquiescere e cercare di “conoscere” prima e “praticare” dopo, il bioregionalismo e l’ecologia profonda. Che in verità non sono altro che la consapevolezza di vivere in un sistema di relazioni ed inter-connessioni inestricabili. L’idea bioregionale ha un valore solo se messa in pratica. Ma non può essere imposta o divulgata come una ideologia, religione o simili. Può essere fatta propria e vissuta nel quotidiano nella comprensione che noi non possiamo essere altro che una parte integrante della manifestazione totale e del totale funzionamento ed in nessuna maniera possiamo esserne separati. L’astrazione filosofica serve a creare immagini, forme pensiero, che spesso sono disgiunte dalla realtà. Nell’ecologia profonda si riconosce invece di far parte integrante di questa realtà e ci si adatta in conseguenza, vivendo in armonia con essa. E’ una presa di coscienza …. ed una attuazione conseguenziale. Se sentiamo di vibrare in sintonia con tutto l’esistente automaticamente abbiamo raggiunto il centro dell’esistenza ed a quel punto scompaiono i dubbi sul fare e non fare.. Tutto avviene come una risposta spontanea alle situazioni.

Commento aggiunto e precisazione

La Rete Bioregionale Italiana, fondata nel 1996, non è una associazione ma una rete “sbrindellata” di persone e gruppi che condividono l’idea del bioregionalismo e dell’ecologia profonda vivendola il più possibile come pratica quotidiana. (Vedi manifesto: http://retebioregionale.ilcannocchiale.it/?r=28856).

Dalla fondazione della Rete i membri e simpatizzanti si riuniscono in un luogo d’Italia messo a disposizione di volta in volta da chi vuole ospitare l’incontro. Come abbiamo visto nel 2014 l’incontro si farà a Montesilvano presso OLIS. Questi incontri sono molto informali e servono soprattutto a condividere le proprie esperienze di vita ed a fare proposte che possano interessare alcuni dei compartecipi. Ad esempio anche sul tema alimentare e sulla salute se ne è parlato in diverse occasioni e diverse sono state le posizioni e le tendenze manifestate: vegana, vegetariana, crudista, igienista, con piccoli apporti carnei, etc. In fondo nel corso degli incontri non si prende mai una decisione univoca e si propone senza imporre. Tra l’altro negli ultimi tre anni questi incontri, che prima erano specificatamente indicati come della Rete Bioregionale, si chiamano più semplicemente “Collettivi Ecologisti”, allargati cioè ad altri ambiti di ricerca, come ad es. gli ecovillaggi, gli agricoltori bio, le comunità spirituali, etc., il che dovrebbe suggerire che tali incontri hanno la valenza di semplici “sharing” di esperienze. Durante questi “sharing” ognuno dei partecipanti esprime il suo parere, che può trovare o meno consensi, ma non si tende mai a stabilire un “parere condiviso” per acclamazione o maggioranza. Insomma questi Incontri Collettivi Ecologisti hanno molto della matrice anarchica, che è propria dell’idea bioregionale.

Paolo D’Arpini – bioregionalismo.treia@gmail.com – Tel. 0733/216293
Referente Rete Bioregionale Italiana

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Precisazioni in calce – Scrive Michele Meomartino: “Caro Paolo, ho letto le indicazioni a proposito dell’incontro di Giugno. Molto bene, mi sembra che le ultime notizie siano incoraggianti.
Alcune informazioni utili per l’incontro: la struttura che dista 400 metri da OLIS si chiama Penelope ed è un B&B. Il costo comprensivo di 1° colazione è di 25 euro. Qualche sconto di 2 – 3 euro potremmo ottenerlo nel caso occupassimo tutti e 7 i posti disponibili.

Per chi vorrà dormire nelle stanzette di Olis, al momento non dispongo di tatami. Il pavimento è in materiale ecologico, in linoleum. Prevedo di acquistare qualche tappetino come quelli che si utilizzano per fare yoga. E’ una situazione spartana perché il bagno è fuori e non ha la doccia. Ma per una notte il sacrificio si può fare.

Invece, per chi vuole sistemarsi in tenda, c’è una zona ( vicino agli alberi di Pioppo) a 20 – 30 metri da Olis che si presterebbe ottimamente. Un abbraccio”

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Commento sullo stesso tema – Scrive Roberto Anastagi: “Caro Paolo. Ho letto sul tuo Giornaletto l’articolo sul incontro collettivo ecologista di giugno 2014. Mi ha fatto riflettere perché se realizzabile potrebbe creare un grande cambiamento positivo. Aprire la nostra mente alla consapevolezza di convivenza in tutto il pianeta, un progresso tecnologico che non si contrapponga più con la vita del nostro pianeta, chiedendoci ogni volta se ciò è ecologicamente compatibile per i macchinari, le fonti energetiche, lo smaltimento dei sottoprodotti e dei rifiuti. Perciò rivedere tutta la produzione alimentare e riqualificare l’industria e l’agricoltura. Temo però che i cambiamenti richiesti sono completamente contrari alle economie attuali, e perciò vorrebbe dire di modificare tante cose sopratutto nelle economie più avanzate. In ogni modo ho cercato di immaginare cosa avrei fatto in merito se avessi avuto un discreto numero di decine di anni in meno e sicuramente sarei venuto a quel incontro per cercare di percepire a cosa si potrebbe sperare di arrivare…”

Mia rispostina: “Caro Roberto, i cambiamenti -come dice I Ching- si operano prima nel mondo delle idee e poi nel mondo delle forme. La creazione di “forme pensiero” idonee” è necessario come pure è necessario un retto comportamento di conseguenza. A questo proposito suggerisco la lettura di questo mio vecchio articolo: http://altracalcata-altromondo.blogspot.it/2013/12/bioregionalismo-spiritualita-laica-ed.html

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