“I vegetariani vivono meglio e più a lungo…” …e lo dice pure La Repubblica (con l’aggiunta di un pesce)….

Sul quotidiano La Repubblica del 4 giugno scorso un articolo a firma di Elena Busi dal titolo “E ora lo dice anche la scienza: i vegetariani vivono di più”. La conferma arriva da uno studio californiano su 73 mila persone, riportato su Jama, il Journal of the American Medican Association: rinunciare alla carne riduce il rischio di ammalarsi fino al 7% nelle donne e fino al 18% negli uomini. E l’alimentazione vegana è la più salutare. E chi a frutta e verdura associa il pesce vede migliorare ulteriormente la propria salute”.

Affermare che l’alimentazione vegana è la più salutare per poi dichiarare che se alla dieta vegetariana viene aggiunto del pesce migliora la salute, è un controsenso madornale. In questo incorrono coloro che si improvvisano esperti di alimentazione, a meno chè non vogliono creare confusione.

Praticamente mentre si ribadisce che la dieta vegana è la più salutare si consiglia di consumare molta frutta e verdura, e pesce al posto della carne. A questa conclusione arriva anche il prof. Franco Berrino il quale ritiene che “Eliminare del tutto i prodotti animali non ha senso. Senza carne si può vivere benissimo, vale anche per i bambini, ma il pesce resta un cibo molto salutare. E lo studio lo conferma… Ciò che fa male è mangiare carne troppo spesso, e addirittura tutti i giorni”. Il prof. Franco Berrino, che viene intervistato per l’occasione, dovrebbe dare un’occhiata ai testi di anatomia comparata, prima di affermare che il pesce è un alimento salutare, e così rendersi conto che i primati non sono strutturati per mangiare animali, tantomeno animali acquatici.

Consumare pesce non può in alcun modo migliorare la salute, dal momento che il pesce ha la stessa tossicità della carne. In genere chi consuma pesce riduce il consumo di carne e il vantaggio che ne deriva non viene dal pesce ma dall’esclusione o dalla limitazione della carne, cioè di metà dei veleni comunemente consumati. In sostanza, in una dieta vegetariana o vegana i benefici che ne derivano non sono tanto dai vegetali consumati quanto dall’esclusione di ciò che danneggia la salute, cioè dei prodotti di derivazione animale. E’ come dire che se respiri aria non inquinata e riduci il consumo di sigarette migliora la tua salute.

Il pesce per essere consumato va necessariamente cotto, e la con la cottura si perdono le vitamine termolabili, le proteine si alterano, i grassi polinsaturi diventano saturi, i minerali diventano inorganici. Coloro che affermano i benefici del pesce dovrebbero dimostrare che i grassi polinsaturi dei pesci siano superiori a quelli dei vegetali. Ma da studi clinici sull’uso di pesce ed olii di pesce nei sopravvissuti da infarto miocardico mostrano una riduzione della mortalità tra il 15 ed il 30%. Per contro l’uso di diete a base di cibi vegetali, che includono olii vegetali ad elevato contenuto di acidi grassi monoinsaturi ed Omega-3, mostrano una riduzione della mortalità del 50-70%.

Quando i nutrizionisti o i giornalisti poco informati parlano di alimentazione dimenticano di dire che con l’omega 3 del pesce si ingeriscono anche molti prodotti tossici per il nostro organismo; dimenticano di dire che con le proteine animali si introducono anche le malattie dell’animale, i residui dei medicinali somministrati, gli inquinanti dei mangimi, le ptomaine, (cioè i prodotti cadaverici che si sviluppano da ogni organismo in via di decomposizione, quali indolo, scatolo, fenoli, ammoniaca, cadaverina, putrescina ecc.). Sarà solo una dimenticanza? Ma può essere una dimenticanza che può costare la salute e a volte la vita.

Franco Libero Manco

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