Joe Fallisi: “Vitaccia da tenore fuori dal coro…”

L’ambito della lirica… difficile trovare nel mondo “professionisti” più reazionari, vili, codini, conformisti, al soldo di tutti i poteri forti (veri o presunti). Al cantante d’opera, in genere, interessa solo di venire applaudito e di accumulare dindini, e questo tanto più se ha successo, se è riuscito a entrare nel giro che conta.

La selezione, del resto, è implacabile… non basta affatto possedere una buona voce… occorre aver dato prova d’essere di/da una certa parte e che si possiedono non solo nervi saldi, ma anche stomaco di ferro.

Gli agenti sono in maggioranza ebrei e, non uno escluso, filo-sionisti, mafia all’uncino compatta e transnazionale. Sanno tutto di tutti… pivelli appena usciti dai conservatori, giovani, anziani… catalogano, includono, defalcano seguendo ruolini di marcia precisi e criteri che non hanno affatto solo a che vedere con le capacità artistiche. Se si accorgono che sgarri dalla retta (cioè sguincia) via, non vedi più l’ombra di un contratto manco col cannocchiale… sei presto alla fame, ai concerti alle case di riposo, all’oratorio, all’angolo della strada, in metropolitana, col cappello voltato…

I cantanti lirici, a loro volta, sanno perfettamente di cosa si tratta e come devono comportarsi: proprio per questo non li puoi smuovere di un millimetro. Salvo eccezioni ultra rare, e con nessuna voce in capitolo. Vanno giulivi in “Israele”, per esempio, senza il minimo imbarazzo, toto corde dalla parte di chi paga e li fa esistere. Ben sapendo chi sono i veri padroni.

E chiudendo debitamente occhi e orecchie. I tempi dei Mario, dalla voce vellutata e dal cuore ardente,* sono lontani anni luce.

Joe Fallisi

* Cfr. http://www.palazzodecandia.it/tenore.html.

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