Notizie vere da Gaza e dintorni – Politica israeliana irrequieta, per non dire “aggressiva”

Gaza. Non c’è nulla da ridere…

Scrive Ismail Salami: “Rapporti indicano che Israele starebbe ponendo le basi per una vera e propria guerra a Gaza. Secondo i media israeliani, 16.000 riservisti sono stati informati di una vera e propria guerra nella Striscia di Gaza, mentre il ministro della difesa israeliano Ehud Barak ha ordinato di richiamare altri 75.000 riservisti. Vi sono anche rapporti che indicano che le unità di paracadutisti israeliani e la brigata d’élite Givati si radunano presso la Striscia di Gaza. Lo spettacolo universale della solidarietà nel mondo musulmano con il popolo di Gaza è un buon segno che all’entità sionista non sarà consentito intraprendere un qualsiasi cruento e diabolico avventurismo. Ogni morte a Gaza non è solo la perdita di una vita umana, ma la graduale scomparsa della coscienza collettiva, che è così dolorosamente silenziosa verso le sofferenze di una nazione oppressa e la tirannia indicibile di un regime colonizzatore omicida. Vi è un notevole grado di verità nell’adagio secondo cui il silenzio di fronte alla tirannia è complicità con la tirannia stessa. ..”

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Scrive Enrico Galoppini: “Un triste e disgustoso spettacolo già visto: Israele, la base politico-territoriale del Sionismo, bombarda senza pietà i palestinesi della Striscia di Gaza. L’ultima volta in grande stile (lo stillicidio di assassinii è difatti costante) è stata durante l’operazione “Piombo Fuso”, che tra la fine del 2008 e l’inizio del 2009 mandò all’altro mondo più di 1.300 palestinesi, causando migliaia di feriti, anche gravissimi e con danni permanenti, per non parlare dei danni materiali e alla salute di chi è rimasto vivo in mezzo ad una saturazione dell’habitat con agenti tossici altamente nocivi. La mattanza terminò appena due giorni prima dell’insediamento alla Casa Bianca di Barack Obama, e stavolta – sarà una coincidenza? – il nuovo tiro al bersaglio cade nel mentre è in atto un sostanzioso rimpasto (v. il “caso Petraeus”) nelle “stanze dei bottoni” degli Stati Uniti, che di Israele sono il principale sponsor, visto che lo difendono a spada tratta, lo foraggiano di tutto punto e ce lo impongono, a noi europei e mediterranei, quale “gioiello” da ammirare e tutelare dalla proverbiale “violenza araba e islamica”. Anche stavolta, la propaganda pro-Sion ha facile gioco, senza contraddittorio com’è su tv e giornali che contano, così si racconta al popolo dei sudditi mediatici che “Israele ha reagito” ad un attacco dei terroristi palestinesi”

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Scrive Paolo D’Arpini: “Le vittime israeliane accertate, in seguito ad un crollo causato da un razzo palestinese, sono tre. I morti palestinesi, sinora uccisi dalla ritorsione sionista, sono almeno un centinaio ed un migliaio di feriti. Sui giornali prezzolati atlantisti si insinua che la colpa è tutta dell’Iran, che ha venduto i razzi ad Hamas. Ma delle sofisticate e micidiali armi vendute (o regalate come contributo o tributo) da tutti i paesi del mondo “occidentale” ad israele, e della causa prima di questa ultima rivolta palestinese, ovvero l’uccisione mirata del capo di Hamas, al Jabari, senza alcuna ragione se non quella di causare una risposta inevitabile, nessuno ne parla.”

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