Calcata, il tempo delle more e dell’olmo… – Lettera ai calcatesi di Felix D’Arpini

Da quando ne ho ricordo mio padre si e’ sempre impegnato nella bonifica di un terreno chiamato “Orti di Cristo”.

Questo terreno-orto e’ disposto su tre livelli ed e’ situato al di sotto della porzione di Calcata nuova che va’ dal cimitero a Via della Lira; proprio a causa della sua posizione dagli anni in cui veniva costruito il paese nuovo fino a poco fa era stato, come altri luoghi, adibito a discarica . Adibito a discarica da persone che nella maggior parte dei casi non erano neanche coscienti delle conseguenze in quanto venivano da una cultura che era appena entrata a contatto con il sistema del consumismo; e’ proprio per questo motivo che ,a mio parere ,non possono essere colpevolizzate. Vorrei sottolineare che questi piccoli appezzamenti di terra erano e sarebbero tra i migliori e che le persone che li avevano vissuti e che si erano nutriti della sua terra sono le stesse che per ignoranza li hanno resi discariche.

Ora il punto cui vorrei arrivare: e’ peggio chi si rende conto che e’ sporco e non pulisce di chi sporca senza rendersi conto. Questo per dire che ora il problema e’ il mio e il vostro.

Da quando sono nato sono sempre vissuto a Calcata e ogni giorno della mia vita mi sono abituato all’odore delle fogne a celo aperto. Fognature che sono state messe in opera non dai vecchi abitanti del paese ma da quelle persone che lo avevano ripopolato. Questi liquami hanno impregnato l’ammasso tufaceo per trenta anni; non solo: hanno impregnato le nostre menti fino al punto che qualcuno si è abituato (io).

Il paese e’ sporco e le persone non puliscono ,le fogne scaricano e non se ne preoccupano,sono tutti pronti a parlar male ma nessuno si prende le proprie responsabilità ,ci si interessa del superfluo,non si comunica e ci si chiude sempre più nel proprio egocentrismo.

Se fosse stato realmente nostro interesse ,nostro sentito interesse ,non lo avremmo permesso!
Una volta ho letto una frase che diceva: Quando una persona si rende conto del tesoro che possiede comincia a riconoscerlo anche negli altri e cerca di risvegliare tale consapevolezza anche in loro.

Io direi: Quando una persona si accorge di vivere in una fogna e ne sente il disagio spera che anche gli altri insieme a lui reagiscano a tale “autolesionismo”.
Il paese e’ pieno di pulci, piccioni, ratti, escrementi.
Chi e’ disabile o anziano non ha il parcheggio garantito. (Grande Mistero)
I giovani oziano, giocano con strumenti di lavoro come l’ipad che dovrebbero aumentare la loro creatività e non renderla sempre più artificiale.

I veri residenti, se desiderano uscire da Calcata in un giorno di festa, sicuramente tornando non trovano posto per la propria auto; ciò avviene non perché il comune non fa niente ma perché chi ha la seconda casa, chi ha il ristorante-Ass.culturale-bar- ecc. Non fanno lo “sforzo” di parcheggiare al nuovo parcheggio. ciò avviene anche perché i turisti fanno finta di non vedere i cartelli stradali offendendo la propria intelligenza e mancando di rispetto al posto che li ospita .

Le guardie del parco spesso oziano invece di pulire dicendo che non gli compete. (Grotte callarina sotto il ponte di Mazzano lungo la provinciale ecc).
Vengono spesi molti soldi da parte delle istituzioni in opere che non migliorano la vivibilità e spesso la peggiorano (bagni pubblici ecc.) .
L’acqua e’ ai limiti della potabilità e per molti anni non e’ stata potabile.
La scuola e’ un eterno cantiere con parametri di sicurezza a mio avviso insufficienti .
Il sindaco inaugura il teatro-sala di musica ancora da terminare .
La nuova Chiesa ha già dei problemi

Quando ha nevicato siamo stati lasciati in dietro e tra l’altro mi e’ stata fatta una multa perché avevo parcheggiato dove tutte le settimane parcheggiano i turisti senza ricevere multe anche se io vi avevo sostato per via della neve.

I disagi che colpiscono la mia famiglia non sono solo questi e nel tempo andrò a documentarli e a cercare, nei miei limiti (e non in quelli della legge), di risolverli.

Amo, studio, pulisco, insegno, creo; tutto solo per sentirmi bene come dopo una giornata di lavoro, dopo aver mangiato sto in famiglia (nel senso più esteso) circondato da fiori piante e animali.

Spero di non aver offeso nessuno facendo delle constatazioni che possono essere del tutto soggettive e sbagliate .

D’arpini Felix

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Caro Felix, troppe cose ti ho visto lodevolmente fare che non ti competevano. Ti diró di piú? sia io, sia la mia famiglia, abbiamo imparato molto da te e Sofia vedendovi raccogliere immondizia in ogni dove, o cercando di aggiustare o cambiare cose che non rientravano tra le vostre “personali”. Troppo spesso a Calcata sembra che a nessuno competa nulla: a partire dal sindaco in giú (con questo non voglio dire che si parta da “su”, naturalmente…) alcuni badano bene a non fare piú del minimo indispensabile e necessario al proprio interesse per mantenere la propria fetta di potere, … o misero orticello. La “competenza” serve per capire piú quello che compete NON fare che quello che compete effettivamente fare (scusa il gioco di parole). Nulla di nuovo comunque: Calcata non è altro che l’Italia in piccolo e il tuo scrupolo di “non aver offeso nessuno è quanto mai ingenuo e superfluo, andrebbe rigirato al contrario: sono gli altri, spudorati, con i loro fatti e NON fatti e discorsi e promesse e prese in giro e bestialità e ipocrisia e ruffianeria… che ci offendono quotidianamente. Il chiudersi nel proprio egocentrismo diventa, ahinoi, sia una forma di difesa verso gli altri sia un conservare e direzionare le proprie forze (e ce ne vogliono…) verso il nostro piccolo mondo personale. Chi ti scrive infatti è l’egocentrico di turno (beh…non tutti hanno il sangue “d’Arpini” che scorre nelle vene), assai pessimista e al limite del nichilismo: per me di “mondezza” umana da raccogliere e ardere ce ne sarebbe assai di piú (in fondo il tuo familiare puzzo di fogna è acqua di rose in confronto al puzzo nascosto dell’umana immondizia). Far notare agli altri delle condizioni evidentemente assurde o proporre modi diversi per affrontare delle situazioni non ha fatto altro (almeno a me, che sicuramente non ci sapró fare) che rendermi scomodo, disadattato e… solo. Mi sembra poi di aver capito che alla massa piace vivere e sguazzare nella fogna, e che si infastidisce assai se qualcuno glie lo fa notare: che diamine ti aspetti? (siamo uomini, in fondo: solo uomini).
Armando Marchesini
PS: Scusa le ovvietà

Commento Ripreso da: http://www.lazionauta.it/lettera-ai-calcatesi-di-felix-darpini/comment-page-1/#comment-2446

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Mia rispostina: “Caro Armando, pur non essendo io l’autore dell’articolo mi sento onorato di aver ricevuto questo tuo commento, che dimostra la tua onestà d’animo. Quando siamo venuti a settembre a casa tua, in mezzo al verde, mi sono sentito così toccato dalla tua calda ospitalità che ho sentito te e la tua famiglia come la mia stessa famiglia.. Il sangue non conta.. Quel che conta è lo “spirito”!
Ti abbraccio affettuosamente” – Paolo D’Arpini

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