Filosofia vegetariana – Franco Libero Manco: “… ma speranza di un giorno più giusto mi è dura a morire nel cuore…”

Saggezza, equilibrio, tolleranza, disponibilità, garbo, gentilezza, umiltà, generosità, lealtà, gratitudine, coerenza nei grandi ideali di giustizia ecc., tutte attitudini e termini bellissimi dei quali spesso l’umanità è carente, ma che sono i veri valori interiori che ognuno dovrebbe possedere se vuole realizzare se stesso, essere felice e soprattutto operare per un mondo migliore.

Ma questo è possibile solo se ognuno incarna in se stesso l’ideale che vorrebbe vedere nel sociale.

Cercare di essere oggi migliori di ieri dovrebbe essere l’impegno e l’obiettivo di chi vuole progredire nella via della sua realizzazione. Ma occorre “essere” per diventare motori di partecipazione, di coerenza etica, di sensibilità attiva ed operante: se l’essere umano non è realizzato non può dare nulla di buono al suo contesto. E’ necessario sentire profondamente le necessità vitali dell’altro, l’importanza del proprio agire, considerare come unico il suo operare.

Chi realmente lotta per un mondo migliore deve puntare soprattutto su se stesso: quanto più uno è “realizzato” tanto più darà il suo positivo contributo alla causa. Ogni albero dà i suoi frutti e se l’albero non è buono i frutti non saranno “digeribili”.

Ogni azione è preceduta da un pensiero e ogni pensiero è condizionato dalla coscienza, per cui ogni nostra azione è l’espressione della fusione e della nostra maturità esistenziale, morale e spirituale. L’arma più efficace e potente nella diffusione dei nostri ideali è la testimonianza nell’esempio personale. La scelta di essere vegani oltre ad essere il mezzo per realizzare se stessi (e quindi un mondo migliore) è il frutto del nostro cammino evolutivo.

La decisione di abbracciare la causa vegetariana-animalista dà all’individuo la possibilità di un rinnovamento integrale, di un nuovo modo di pensare e di sentire; mentre ciò che impedisce l’evoluzione individuale, e quindi collettiva, è la chiusura in se stessi, l’attaccamento ai propri punti di vista, ai piaceri che finiscono con l’avere il sopravvento sugli ideali e precludere il proprio sviluppo.

Se da una parte non è possibile “essere” senza operare dall’altra l’operare caratterizza l’essere. La decisione di operare per il bene dell’altro è già testimonianza della propria maturità esistenziale; tale maturità è fortemente condizionata dalle nostre scelte quotidiane e alimentari che sono in grado di influire sulla nostra natura mentale e morale; mentre una scelta sbagliata nata dall’egoismo e dall’indifferenza verso gli effetti di tali scelte preclude la realizzazione di se stessi.

Arrivare ad essere liberi artefici del proprio destino, padroni della propria mente, del proprio corpo, della propria coscienza, è il vero ed essenziale scopo dell’esistenza, fine primo ed ultimo dell’uomo. Essere liberi non significa avere il diritto di parola e di azione, non è avere ciò che si desidera ma la capacità di comandare a se stessi.

Ho visto l’indifferenza degli uomini infrangere le speranze più ardite e l’insolenza trionfare dove il ricordo dell’amore annega nell’oblio. Ho visto l’ambizione aver presa nell’animo umano più degli ideali e l’egoismo innalzato a legge di vita. Ho visto le bandiere della violenza marciare sulle macerie dei più derelitti e i giovani vendere il proprio cuore per un’ora di assurda illusione. Ho visto città e foreste in fiamme e la giustizia naufragare su laghi di sangue fratricida. Ho visto fiori bellissimi sbocciare lì dove più s’addensavano le ombree un grido di speranza innalzarsi verso Dio dal cuore di chi ancora crede nel domani. Ho visto montagne di corpi senza vita nei mattatoi dove gli uomini trasformano i loro fratelli minori in tetro pasto per il loro ventre vorace. Ho visto uomini in camice bianco aprire il cuore ad animali indifesi per scoprire il segreto della vita. Ho visto nelle arene di un paese crudele tormentare per gioco e poi uccidere migliaia di giovani tori. Ho visto i candidi ghiacci del nord rossi di sangue per le pelli che gli uomini strappano ai teneri cuccioli di foca. Ho visto i mitici figli della giungl aserrati in strettissime gabbie dove al tormento segue la pazzia e gli uomini ridere sul dolore degli innocenti. Tante cose ho visto in questo mondo splendido e crudele e mi sono vergognato dell’essere umano, ma speranza di un giorno più giusto mi è dura a morire nel cuore.

Franco Libero Manco

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