Agricoltura contadina – Proposte e discorso critico sulla situazione dei contadini in Italia

Ai Referenti delle Associazioni co-promotrici della Campagna popolare per l’agricoltura contadina: Da: salerin@libero.it; A: , , , , , , , , , , , , , , , , , , , ,

4 dicembre 2011
Anche quest’anno è importante avere un momento di incontro collettivo per confrontarci e definire insieme azioni comuni, invitiamo tutti quindi ad incontrarci

DOMENICA 18 DICEMBRE con orario 14,30 – 18,30
presso l’ Agriturismo di Mezzano – via di Mezzano 36 – Strada in Chianti (FI)
www.firenzechianti.it – abbiamo proposto questo luogo e data cogliendo l’occasione di svolgerla subito dopo la conclusione dell’incontro annuale della Rete semi rurali , in cui sono presenti già una parte delle Associazioni (così come era avvenuto anche due anni fa).

I temi in discussione saranno:
- RESOCONTO AZIONI 2011
- iniziative e struttura organizzativa

-INIZIATIVE PER IL 2012
. sviluppo dei contatti istituzionali (Ministero,Parlamento e Regioni) e lavoro giuridico
. proposta d’azione nata nell’incontro di Genuino Clandestino a Bologna ottobre
. connessioni con le iniziative sull’Accesso alla terra
. altri temi che si vorranno proporre dalle Associazioni

Penso sia chiaro a tutti quanto sia fondamentale, per agire in modo collettivo e condiviso, partecipare a questo incontro, pur sapendo gli impegni in cui ognuno di noi è coinvolto. Chiediamo a tutti i Referenti delle Associazioni di DARE CONFERMA della partecipazione e segnalare eventuali altri punti da discutere.
Per il Coordinamento nazionale
Roberto Schellino

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Commento di Emilio: 13 dicembre 2011

Salve, spiace constatare che anche questo coordinamento, voglia rincorrere le velleitarie parole d’ordine del cosidetto Movimento Genuino Clandestino. I contadinicritici e non solo, chiunque vive di agricoltura lotta ogni giorno, per non scomparire, per non essere ridotto ad un clandestino, ad un fuorilegge, da plotoni di funzionari delle ASL, Repressione Frodi, Nas, ecc… I contadini (critici e non) certamente non credono di dover rivendicare la clandestinità, nè per sè, nè per le proprie produzioni. Rispetto alla genuinità chiedono che gli venga riconosciuta, ma in un ambito di norme certe e condivise. Per quanto riguarda, l’altro tema “forte”, l’accesso alla terra, chiedo a chi vive in campagna e di agricoltura; è questa l’emergenza primaria? Il tema più sentito tra i contadini? La lotta per la sopravvivenza, le azioni per contrastare la chiusura, la moria di migliaia di piccole e medie aziende agricole è la vera emergenza! Queste parole d’ordine, vuote di contenuti, dopo essere state riesumate da qualche scaffale polveroso, dove riposavano dagli anni ‘70, rimbalsano da tre anni tra i promotori ed hanno preso solo ora vigore e senso, a seguito del Decreto governativo relativo alla alienazione di terreni demaniali, pubblici. Si definiscono “movimento di resistenza contadina” ma i contadini li cacciano, come è successo recentemente all’interno dell’ass. Terraterra, dove il portavoce, Tonino Lepore, afferma “scardiniamo l’apologia del contadino, che è limitante”. L’assenza di iniziativa, di mobilitazione del Movimento Contadino, non può divenire l’alibi per dare credito a iniziative estemporanee, senza futuro, di un movimento che, nella migliore delle ipotesi è di “distrazione contadina”.
Emilio x i Contadinicritici

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Replica di Roberto: 13 dicembre 2011

In questo momento non ho titolo per parlare a nome di tutti, ma come uno dei coordinatori nazionali mi sento di risponderti in questo modo: -come Contadini Critici avete liberamente aderito alla Campagna per l’agricoltura contadina, però devo constatare che , fino ad oggi, a parte episodiche comunicazioni mail come questa, non avete mai dato alcun reale contributo concreto, anche solo propositivo, a questa iniziativa.
Quindi spetta a voi capire se vi interessa continuare questa esperienza, con coscienza e dimostrandolo con azioni concrete – allora per me avrà un senso rispondere nel merito alle vostre contestazioni. Ma finchè state alla finestra a pontificare e non vi sporcate le mani nel confronto con le differenze, allora credo non potrà esservi di fatto alcuna collaborazione. Ma, ripeto, questo è il mio parere personale.
Roberto S.

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Commento ulteriore di Emilio: 14 dicembre 2011

Non ho voglia ne tempo per polemizzare, quindi, la mia risposta:
Dal 2000 al 2010 hanno chiuso i battenti il 32,2 per cento delle aziende agricole italiane. Lo dicono i dati provvisori del 6° Censimento dell’Istat (http://censimentoagricoltura.istat.it/) pubblicati pochi mesi fa. Queste le cifre: alla data del 24 ottobre 2010 in Italia risultano attive 1.630.420 aziende agricole e zootecniche di cui 209.996 con allevamento di bestiame destinato alla vendita: il 32,3 per cento in meno, appunto, dell’anno 2000. E’ il risultato di un processo pluriennale di concentrazione dei terreni agricoli come effetto delle politiche comunitarie e, anche, dell’andamento del mercato. Comunque, se l’adesione a Genuino Clandestino, è già un fatto acquisito, vi chiedo di togliere l’adesione dei Contadinicritici alla Campagna. Vi auguro un buon proseguimento…
Emilio x i Contadinicritici

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Intervento di Caterina Regazzi: 14 dicembre 2011

Se posso rispondere in poche parole direi che il giusto sta nel mezzo e che bisogna considerare vari fattori: economici (purtroppo sono quelli che condizionano di più il tutto), ma anche sociali, politici, pratici e anche spirituali?
L’agricoltura perché é in crisi?
Perché i prodotti dell’agricoltura, nei paesi in cui vige il benessere materiale, hanno perso sempre più valore a scapito di altri beni, sempre materiali, che ne hanno acquistato uno sempre maggiore e penso prima di tutto, a quelli tecnologici, beni che richiedono un consumo di altri beni (territorio, energfia) sempre maggiori.
Da qui la diminuzione dei campi lasciati incolti, tenuti come pascoli, coltivati a cereali od orticole e frutta.
Del resto, la frutta e i pomodori, tanto per fare esempi eclatanti, ogni anno vengono distrutti o lasciati marcire sulle piante perché, per questo benedetto (maledetto) mercato il gioco non vale la candela, la raccolta e il trasporto non vengono ripagati dal ricavato.
Vengono invece impiegati terrreni ex agricoli, per impiantare pannelli fotovoltaici o coltivare colza.
Lasciamo perdere il discorso degli allevamenti intensivi.
Quando é iniziata la meccanizzazione del lavoro ed ora l’informatizzazione sarebbe diminuita la necessità di lavorare fisicamente (ed anche temporalmente) invece più o meno si lavora come prima e quindi é necessario produrre beni per far lavorare persone e quindi altre persone devono essere incentivate ad acquistare questi beni, poi c’é la globalizzazione, scarpe prodotte nel terzo mondo che costano meno di quelle prodotte in Italia e quindi altra sottrazione di lavoro per noi.. insomma é un casino.
Comunque ritorniamo al discorso iniziale: i prodotti agricoli, tranne qualche prodotto particolare costano sempre meno in proporzione, da cui l’abbandono del mestiere del contadino tradizionale.
Di contro si sta sviluppando una nuova figura di “contadino alternativo” che ha con la terra un rapporto di amicizia, di amore e complice il fatto di un desiderio di ritornare ad una vita in sintonia con la natura, vorrebbero vivere in semplicità, dei frutti del loro lavoro, svolto con cura, ma in quantità modeste, senza dover affrontare la moltitudine di balzelli burocratici e pseudo sanitari, quando questi produttori produrrebbero come si faceva in casa una volta o poco più e con la stessa cura che utilizzerebbero per produrre per sé.
Secondo me c’é lo spazio per l’uno e per l’altro e ce ne sarà sempre più, in questo momento di crisi e nella eventuale ulteriore crisi futura dovuta all’impoverimento delle riserve di combustibili fossili e di altre fonti energetiche non rinnovabili.
Il cibo diventerà un bene, ritornerà anzi, un bene IMPORTANTE, al quale dare il giusto valore, anche in funzione di un recupero di uno stato di benessere inteso proprio come salute del genere umano che per troppo tempo si é “accontentato” di cibarsi di prodotti ottenuti da terreni impoveriti e contaminati da prodotti tossici, da liquami, con un’aria e piogge piene di gas di scarico, di fumi di fabbriche e di riscaldamenti domestici, da animali allevati in condizioni stressanti, al limite della sopravvivenza, che non sopravvivono se non riempiti di antibiotici.
Se torniamo ad un’alimentazione naturale, basata principalmente sui prodotti della terra, avremmo tutti da mangiare e senza bisogno di ricorrere a tante sostanze di sintesi.
In questo mondo il mestiere del contadino, potrebbe diventare quello più importante e ben pagato o comunque tale da dare a tanti piccoli operatori da che vivere più che dignitosamente, senza bisogno da parte delle ausl di fare tanti controlli.

Caterina Regazzi, referente per agricoltura e zootecnia della Rete Bioregionale Italiana

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Vedi propste ed articoli sul tema: http://www.circolovegetarianocalcata.it/?s=agricoltura+contadina

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