Vegetarismo – Saper magiar bene malgrado i cattivi consigli della medicina ufficiale

Tre sono i poteri che condizionano le scelte alimentari delle persone: il medico di base, i media e la religione. I medici di base non solo non attribuiscono alcuna importanza al tipo di alimentazione consumato dai pazienti ma trascurano l’influenza del cibo sulla salute delle persone. Infatti ad un ammalato non chiedono mai “che cosa hai mangiato”, ma se ha mangiato. La stragrande maggioranza dei medici non hanno la preparazione per dare indicazioni sul tipo di alimentazione necessaria, è una disciplina che non studiano, ma soprattutto non studiano anatomia comparata che indica chiaramente quali siano gli alimenti necessari e compatibili con l’essere umano. I nutrizionisti danno consigli a profusione e spesso contrastanti nel formulare il quantitativo di nutrienti necessari quando basterebbe far riferimento alla dieta stabilita dalla natura per noi esseri fruttariani, vegani, tendenzialmente crudisti, ma soprattutto ignorano o trascurano del tutto l’importanza degli alimenti crudi, come se un organismo vivo avesse lo stesso valore di uno morto. Un altro errore è la meccanica applicazione della tabella LARN i cui parametri oltre ad essere suscettibili di variazione (e riferiti ad un popolo onnivoro) se applicati ai vegani molto probabilmente molte percentuali salterebbero, infatti un organismo sano ha meno necessità di proteine, ferro, calcio…Negli Stati Uniti, come nella gran parte dell’Europa, non è il Ministero della Salute, né quello della Pubblica Istruzione, né l’OMS, e nemmeno la FAO a produrre programmi di educazione alimentare da adottare nelle scuole e nelle università, ma sono le potenti industrie zootecniche, agroalimentari e chimico-farmaceutiche, insomma gli allevatori di animali, le industrie della carne, i produttori di formaggi, latticini e uova i quali non andranno mai contro i loro stessi interessi. Tali costosi programmi non hanno certo lo scopo di tutelare la salute delle persone ma quello di incrementare la vendita dei loro prodotti, cioè carne, pesce, latticini, uova e farmaci, cioè di quei prodotti universalmente imputati di produrre tutte quelle patologie moderne che stanno portando l’umanità verso la rovina della salute umana. Gli scienziati di queste grandi corporazioni sono pagati per individuare, tra i mille aspetti nefasti di in un prodotto, quell’unico aspetto che potrebbe essere utile, esaltandone le proprietà e indicandolo come necessario.Nel rivoluzionario libro The China Study (Macro Edizioni) leggiamo che a fornire i materiali didattici per molte università in Usa sono: il Dannon Institute, la Commissione nutrizione produttori di uova, l’Associazione nazionale degli allevatori di bovini, il Consiglio nazionale dei produttori caseari, la Nestlè Clinical Nutrition ed altri ancora. Queste organizzazioni stanno creando programmi di scienza dell’alimentazione che comprende CD-Rom e li distribuiscono gratuitamente a tutte le facoltà di medicina. Alla fine del 2003 centododici facoltà di medicina stavano utilizzando il loro programma didattico. L’industria casearia, oltre ad aver sovvenzionato indagini di ricerca sull’educazione alimentare nelle facoltà di medicina, ha finanziato premi “prestigiosi”. Il dr. Campbell raccomanda: “Non dovete perciò supporre che il vostro medico abbia più competenze in fatto di cibo e salute di quante ne posseggano i vostri vicini di casa e i vostri colleghi. I medici non hanno alcun tipo di formazione in fatto di nutrizione e del suo rapporto con la salute. La formazione dei medici in questa disciplina non è solo inadeguata, ma praticamente inesistente”. “La ricerca e la medicina accademica non fanno che eseguire le direttive dell’industria farmaceutica; le case farmaceutiche e non i ricercatori stabiliscono l’impianto della ricerca il che permette loro di “addomesticare” lo studio; la casa farmaceutica mantiene il diritto di veto relativamente alla pubblicazione o meno dei risultati e detiene i diritti editoriali su qualunque pubblicazione scientifica risultante la ricerca, la casa farmaceutica ingaggia un’azienda di comunicazione e le affida la stesura dell’articolo scientifico, e poi trova ricercatori disposti ad apporre il proprio nome in qualità di autori dell’articolo a redazione ultimata”.

Franco Libero Manco

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