L’Orecchio Verde di Gianni Rodari… e la spinta umanitaria e vegetariana che incombe…

Da almeno un paio d’anni l’amico Stefano Panzarasa ha declinato tutti gli inviti per partecipare a vari incontri bioregionali e la ragione è che “sto lavorando alla stesura di un libro su Gianni Rodari”. Infatti l’ultima volta che l’ho visto è stata a Calcata, nella sede del Circolo vegetariano, nel 2009, era venuto a fare mente locale sui primi passi fatti per celebrare la figura di Gianni Rodari.

E’ trascorso così tanto tempo da che Stefano si interessa di questo poeta che anch’io ho faticato a stabilire un inizio, a ricordarne il percorso.. Ho dovuto scartabellare nel mio archivio storico per ritrovare notizie, articoli, eventi centrati su Rodari e svolti in varie occasioni a Calcata, Capranica, Viterbo.. ed anche a Roma. In così tante manifestazioni era presente Stefano Panzarasa con le sue canzoni, sul poeta eco-pacifista e portatore di un messaggio spirituale “laico”, che i documenti riempivano pagine e pagine dell’archivio…

In effetti nel ricordo di tutti i partecipanti ai diversi incontri la presenza di Stefano Panzarasa ed il fischiettare del motivetto sull’orecchio verde (da Capranica a Viterbo) era un leit motiv ed una presenza scontata. Chi la dura la vince… e lui così pervicace e monolitico è riuscito infine a realizzare quel libro che tanto aveva desiderato… Grazie all’editore Marcello Baraghini, anche lui bioregionalista, che ha creduto e favorito in tutti i modi questa operazione.

Ma alcuni potrebbero chiedersi.. che c’entra Gianni Rodari con i vegetariani?

Beh… in verità i vegetariani non è che siano una categoria di umani a parte… sono esseri umani che hanno deciso di ritornare ad una alimentazione consona alla propria costituzione.. L’uomo dal punto di vista anatomico è considerato un frugivoro, da cui l’aggettivo “frugale”, e la sua dieta naturale è del tutto simile a quella delle scimmie antropomorfe, dei cinghiali, etc. L’uso della carne e dei prodotti di origine animale nei frugivori è del tutto marginale, una sorta di integrativo alimentare utile solo in specifiche occasioni estreme. Molto probabilmente Gianni Rodari avrebbe condiviso questa posizione non ideologica del vegetarismo ed è tra l’altro evidente dai suoi scritti in chiave alimentare…

Un esempio è presente nel suo racconto “Le avventure di Cipollino”, dove i protagonisti sono principalmente ortaggi, e in seguito non sono mancati nella sua grande produzione di poesie, filastrocche e favole anche con riferimento a ricette precise, sempre a base vegetale, come nella filastrocca “L’insalata sbagliata” (ne Il libro degli errori) in cui il professor Grammaticus ordina un “pranzo vegetariano”, indicando proprio i componenti di una ricca e gustosa insalata.

(…) Metteteci l’indivia,
la lattuga, la riccetta
il sedano, la cicoria,
due foglie di rughetta,
un mezzo pomodoro,
cipolla se ce n’è:
portate l’olio e il sale,
la condirò da me. (…)

Ma non è solo un fatto alimentare… è una filosofia di vita, di rispetto per “il pane”, per il cibo semplice che nutre senza ferire, che mi ha coinvolto nella azioni rodariane compiute da Stefano. E poi la gioia trasmessa con le sue canzoni, i sorrisi dei bambini, ad esempio in mezzo ai banchi della scuola elementare di Calcata, o nel centro visite del Parco del Treja alla consegna dei regali da parte della befana in calze rosse, o nel Palazzo Paronale alla presenza delle autorità locali che applaudivano soddisfatte tamburellando con le mani e con i piedi.. tutto questo fervore.. mi ha convinto che Gianni Rodari era fatto per Stefano Panzarasa e Stefano Panzarasa era fatto per Gianni Rodari… erano due cuori ed un’anima.

Così ho ricevuto con piacere, apprezzandone i colori, le memorie, le citazioni, il libro “L’Orecchio Verde di Gianni Rodari” (Edizione Nuovi Equilibri), curato da Stefano Panzarasa, ed ho gioito per la presenza di un CD con tutte le canzoni che avevo ascoltato negli anni trascorsi… Bell’Amarcord….

Ed ora, in aggiunta, ecco un pensiero della mia amata Caterina Regazzi che ha ascoltato con attenzione il CD di Stefano, per la prima volta… “…. ed ho avuto modo di apprezzare le belle canzoni, che definirei “ballate” del suo cd, in particolare, ovviamente quella dell’”Orecchio verde”, nel mio viaggio di ritorno da Treia a Spilamberto. Sono motivi originali ma molto orecchiabili ed, ascoltatele per una volta, non escono più dalla mente. Una cosa che mi ha molto colpito, dato che non conoscevo più di tanto su Rodari, é stata la filosofia di vita che c’è dentro ai testi: un amore smisurato per l’universo ed il genere umano in particolare, i bambini, i poveri, i sofferenti, come che li volesse comprendere e contenete tutti, potendolo fare, sotto la sua ala protettiva e benevola. Un uomo molto buono e sensibile, che ha dedicato la vita a rendere un po’ più dolce quella degli altri. E Stefano ha avuto il merito di riportare “in auge”, musicandole, le sue poesie, che così avranno modo sicuramente di raggiungere molte più persone. E così hanno raggiunto anche me, rendendo più leggero il mio viaggio, che mi allontanava, anche se solo fisicamente, dal mio amore, Paolo. Grazie, Stefano!”

Buona fortuna all’editore per la diffusione del libro, ciao, Paolo D’Arpini

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