Chi c’è dietro Avaaz….? Una domanda interessante alla quale non c’è risposta, per ora, ma solo dubbi…

Questo che segue è uno scambio di pareri fra alcuni membri della lista di Peacelink i quali si interrogano e cercano risposte in merito alla “natura” di Avaaz, un gruppo che raccoglie milioni di firme su internet, su argomenti politici ed economici a volte controversi.

Spesso ho anch’io sottoscritto le battaglie di Avaaz eppure c’era da aspettarselo che venisse fuori qualcosa… che qualcuno si domandasse “Ma un’organizzazione così potente come si finanzia?”

Infatti per mantenere in piedi un’organizzazione di tal fatta bisogna avere un bel po’ di fondi… Il dubbio mi era sorto pure per Greenpeace.. ma almeno per loro si sa che li chiedono in continuazione a tutti (un po’ come fanno i Radicali)! Comunque ecco le letterine ricevute…

Scrive Nando: “Chi di voi sa dei rapporti proprietari tra il finanzuiere sionista SOROS e AVAAZ e l’ Albert Einsten Institute ? Io ho trovato illuminanti queste notizie e il loro legame con le “rivoluzioni colorate”, ma forse è più rilassante continuare a prendere la pillola blu e votare i partiti del centrodestrasinistra”

Scrive Franco: “Nando, quale è la fonte della notizia a cui fai riferimento ? E’ una fonte credibile ? O è una fonte implicata nelle vicende dei personaggi presi di mira da AVAAZ ? Ad esempio, ho cercato su internet : SOROS e AVAAZ e salta fuore che la notizia è pubblicata su IL GIORNALE. Può essere che vi sia del vero in quello che scrive il Giornale, ma sarebbe bene fare degli approfondimenti…”

Scrive Alberto: “Non ci sono “rapporti proprietari” fra Soros e Avaaz. Avaaz è stata creata nel 2007 da una pluralità di individui e organizzazioni, statunitensi, canadesi e australiane, fra cui compare Move.on di Eli Pariser, che è stata finanziata anche da Soros. Sul mio blog ho aspramente criticato Avaaz nel luglio scorso (http://albertocacopardo.blogspot.com/2011/07/avaaz-quando-e-troppo-e-troppo.html ) per i suoi due dannosissimi appelli sulla no-fly zone in Libia e sul Sudan. Ho esposto il post anche in inglese e l’ho inviato all’organizzazione. Dopo qualche settimana mi è arrivata una petizione sulla Somalia dai toni molto più condivisibili, e sono seguite molte iniziative apprezzabili, come quella contro Murdoch, e, in Italia, vari ottimi appelli, per esempio su intercettazioni e bavaglio web. Non sarei incline a dare giudizi affrettati, in base allo spettro di Soros. Avaaz è un fenomeno interessante e innovativo, che non accuserei di oscure macchinazioni facenti capo a oscuri potentati. Piuttosto di ingenuità da buoni liberal americani (che di politica capiscono spesso assai meno di qualsiasi studentello pakistano) e, soprattutto, limitatissime capacità di analisi dei problemi e situazioni complesse su cui talvolta prendono posizione avventatamente. Chi legge il francese può vedere, per esempio, questa testimonianza diretta di un ex-volontario – http://avenirclimat.info/index.php?post/2010/08/13/Qui-est-AVAAZ – Insomma, giudicherei un’organizzazione così, che volutamente si astiene dall’adottare una linea politica rigida, più sulla base dei suoi singoli atti che altro”

Scrive T.C.: “Capisco Alberto che non ama complottismi inutili incollo comunque un paio di righe su avaaz tratte dall’articolo in inglese http://en.wikipedia.org/wiki/AVAAZ –
In 2008, Canadian minister John Baird labeled Avaaz a “shadowy foreign organization” tied to billionaire activist George Soros.[46] Other conservative Canadians, such as Ezra Levant,[47] have identified Soros as an indirect supporter through MoveOn.[48][49] Avaaz states the campaign in question was “exclusively run and funded by Canadians, and has been fully reviewed and registered as a legitimate third party by Elections Canada.”[50] –
Cosa che non mi è piaciuta di avaaz è nell’appello girato recentemente in cui si chiedeva di non pagare le banche da parte dei governi europei, sostenendo che gli USA non lo hanno fatto! Obama ha regalato alle banche usa 2000 miliardi pronta cassa e 15000 sono pronti in caso di bisogno…”

Il mistero si infittisce e la trama si ingarbuglia…

Ma chissà, forse uscirà allo scoperto il team di Avaaz stesso, magari con interessanti rivelazioni… Staremo a vedere.

Paolo D’Arpini

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