Zoroastro il vegetariano e Ahura Mazda che sopravvive in India

Ante Scriptum
A Bombay è tutt’oggi fiorente la comunità Parsi composta dai discendenti dei sacerdoti zoroastriani che fuggirono dalla Persia, isola di cultura e civiltà ariana, con l’avvento in quel paese dell’islam. La religione di Ahura Mazda è basata sull’adorazione del fuoco sacro mentre i riti funerari prevedono l’esposizione dei cadaveri su alte torri affinché siano divorati dagli uccelli. Aria e fuoco sono due dei cinque elementi presenti nella tradizione sacrale ariana ed infatti la civiltà iraniana è indubbiamente di origine indoeuropea. Sull’antichità e sull’origine di questa civiltà ancora si sta discutendo, essendovi diverse teorie sulla sua formazione.
Paolo D’Arpini

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Zarathustra (Zoroastro) nasce in Iran nel 600 circa a.C. Fin dalla giovanissimo si dedicò alla vita contemplativa. Durante uno stato di estasi ebbe la rivelazione di Ahura Mazdah e da quel momento si consacrò alla predicazione e alla diffusione della nuova religione che riuscì ad estendere a tutto il territorio dell’Iran grazie alla conversione del principe sacerdote Kavi. Secondo una leggenda Zatatustra mori assassinato.Zarathustra era un fervente sostenitore dell’alimentazione vegetariana. Condannò i sacrifici di animali ed i banchetti cruenti: “Chi ha cura del suo bestiame e non si nutre delle sue carni martoriate avrà lo spirito santo e la verità”. E ancora: “Colui che uccide un cane uccide la propria anima”. Oggi i Parsi (i seguaci di Zarathustra) che vivono in India, sono per la maggioranza vegetariani. Zarathustra 200.000 seguaci, combatte contro lo sfruttamento dei contadini e contro le crudeltà inflitte agli animali. Nel libro avestico Bundahishn si afferma che Dio decise la nascita di Zarathustra per predicare al mondo la “sollecitudine verso tutti gli esseri viventi”. E quando Zarathustra chiede a Dio quale sia la migliore azione ne riceve una risposta inequivocabile ed illuminante : “La migliore delle opere buone è, nei confronti del Cielo, adorare il Signore e, nei confronti della Terra, non maltrattare gli animali, far del bene al giusto, al parente, al fratello, al lavoratore”. La difesa degli animali è un punto centrale nel pensiero etico-sociale di Zarathustra. Si legge nell’Avesta: “Se una cagna in mezzo ad un pascolo partorisce, da chi riceverà protezione? Chi cura questo pascolo è obbligato a proteggerla, le farà un giaciglio e la difenderà se avrà dei cuccioli. O Signore, se qualcuno uccide la cagna che allatta, quale pena merita? Settecento colpi di bastone ferrato e altri settecento di scudiscio”. Per Zarathustra la condanna contro chi uccide gli animali è durissima. Chi uccide il bue uccide il motore dell’agricoltura, il fertilizzante del terreno, l’animale benefico. Interessante anche la genesi del peccato originale che trova fondamento nel consumo di carni che prima erano vive e tale consumo fu fatto da un uomo non da una donna. In una delle preghiere fondamentali insegnate da Zarathustra si afferma: “Mi pento, mi umilio, faccio penitenza per tutti i peccati che posso aver commesso contro il regno animale, contro la terra, contro l’acqua, contro la flora e tutta la vita erborea. Mi pento e mi umilio per ogni ingiustizia compiuta”. Offriamo le nostre preghiere a tutte le sorgenti, ai ruscelli, alle piante che crescono, alle imponenti foreste, e all’intera terra e al cielo, a tutte le stelle, al sole, alla luna, alle luci eterne. A tutti gli animali che vivono nelle acque, a quelli che vivono sulla terra, a quelli che dispiegano le ali in volo e a quelli che camminano nelle pianure. A tutti gli esseri animati, buoni e santi della tua Creazione, straordinario artefice di tutto. Inoltre. Invece di sacrificare gli animali lasciateli liberi di cercare l’erba, l’acqua, la carezza del vento. Gli animali che uccidete vi hanno dato il tributo della loro lana e del loro latte, hanno posto la loro fiducia nelle nostre mani che ora li sgozzano. E’ meglio impedire ad una bestia di soffrire che restare seduto a contemplare i mali dell’universo pregando in compagnia dei sacerdoti. Chi uccide un cane uccide la sua anima.

Franco Libero Manco

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