Sardegna: “San Pietro e la mattanza di Carloforte.. ovvero la crudeltà fatta spettacolo…”

Mentre il Mediterraneo diventa sempre più inquinato, la biodiversità si affievolisce e la vita acquatica sta quasi scomparendo ancora si “inventano” tradizioni che non hanno attinenza con il momento presente.

L’intera bioregione del Mediterraneo dovrebbe essere dichiarata Parco Marino e Bene dell’Umanità, in tutta la sua estensione, e la pesca dovrebbe esservi completamente vietata. Questo soprattutto con sistemi che comportano la distruzione caparbia di intere specie ittiche.

Anni addietro conobbi il regista Vittorio De Seta, il quale visitò la sede del nostro Circolo (allora in Calcata) per proiettarvi un suo documentario sulla mattanza dei tonni. Mai mi sentii così schifato per la crudeltà umana come in quella occasione in cui assistetti alla turpe e glaciale metodicità con la quale vengono uccisi centinaia di tonni. Afferma De Seta: “Lo sguardo neutrale è una menzogna, specie nel mio lavoro, dove basta spostare la macchina da presa di pochi centimetri perché tutto cambi”.

Ed è verissimo.. infatti in quel trucido documentario il regista non cercò minimamente di scansare le scene più disdicevoli e cruente, mostrando nella sua pienezza quanto avveniva sotto i suoi occhi. Immagino che i suoi occhi fossero sbarrati ed allucinati dietro la cinepresa.. ma questa è una mia interpretazione.

Il tonno è un pesce pelagico con caratteristiche uniche, tra cui quella di essere l’unico pesce a sangue caldo… il che significa che quando viene arpionato perde sangue, sangue rosso… e durante la “mattanza” (la parola trasposta ad altri eventi conduce bene il significato..) tutto lo specchio di mare circoscritto dai barconi da pesca diventa cremisi, come fosse cosparso di petali di rosa… Il trionfo del rosso rubino e l’abiezione più nera della morte inflitta con sistematica efficienza….

Ed inoltre questi pesci non servono nemmeno per il fabbisogno locale poiché la maggior parte dei tonni viene esportata in Giappone per farne “sushi”….

Il tonno rosso, oggetto di annientamento, non è una cosa ma un essere intelligente e capace di percepire il dolore e di avere paura della morte. Se noi umani potessimo udire il loro grido un uragano di terrore si riverserebbe sulle coste… ma tutto l’evento sanguinoso si svolge in un surreale silenzio… Persino i pescatori tacciono.. non si ode alcun suono… se non l’ansimare di corpi affaticati ad uccidere.

Ogni anno, anche nell’isola di San Pietro, in Sardegna, nella città di Carloforte si tiene questa manifestazione sanguinaria, la mattanza dei tonni, chiamata con il nome scherzoso di pessimo gusto “Il girotonno”. Quest’anno si svolgerà dal 2 al 5 giugno.

Durante la sanguinosa pesca, che è diventata un appuntamento turistico, i tonni rimasti imbrigliati in un cerchio di reti vengono tirati su e, come descritto sul sito della manifestazione:

“I tonni man mano che gli viene a mancare l’acqua si dibattono, urtano violentemente tra loro, si feriscono. Quando sono ormai sfiniti li aspettano i ‘crocchi’, i micidiali uncini dei tonnarotti montati su delle aste, che servono per agganciare i pesci e issarli sulle barche. La mattanza è uno spettacolo sanguinoso e crudele, il mare si tinge di rosso, sembra un campo di battaglia. E’ al tempo stesso emozionante, ed è per questo che gli spettatori non mancano, anzi di anno in anno si fanno sempre più numerosi, arrivando da quei luoghi dove la lotta per la sopravvivenza sembra essere un ricordo di tempi lontani.”
http://lnx.girotonno.org/girotonno2011/it/mattanza

Insomma si sponsorizzano la crudeltà e lo sterminio come si trattasse di uno spettacolo folkloristico, come fosse un “tamurè” ballato da splendide fanciulle… mentre è la descrizione di una violenza senza pari, l’annientamento di animali che si stanno estinguendo… anche a causa, oltre che dell’inquinamento, della pesca selvaggia…

Mi auguro che gli amministratori della bella Sardegna e di Carloforte, luogo decantato per le sue bellezze naturalistiche, sappiano compiere una scelta etica e dimostrino la loro crescita di coscienza… Quando una manifestazione culturale diviene contraria ai suoi stessi scopi e causa la distruzione dell’habitat va interrotta. Non si può accettare di attrarre e divertire il pubblico con la morte, come facevano gli antichi nell’arena…..

Per sensibilizzarli adeguatamente scriviamo agli enti che sostengono questa “sagra” della violenza e dell’estinzione, vale a dire:

il Comune di Carloforte, il Sindaco, la Proloco di Carloforte, l’Agenzia Regionale di Promozione, la Regione Sardegna e il Presidente, l’Assessorato all’Agricoltura, l’Assessorato al Turismo, l’Assessorato alla Difesa dell’Ambiente (no comment), la Provincia Carbonia-Iglesias, La Provincia di Cagliari, Consorzio sviluppo di Carloforte, il sistema turistico Carloforte, il Parco Geominerario, la Spieme (una società ecologica di Carloforte), la Saremar società di traghetti, l’ICIF istituto culinario, una scuola alberghiera ecc.

Questa stessa lettera può essere loro inviata oppure potete anche scriverne una personale, ma solo se senza insulti.

Paolo D’Arpini

Presidente Circolo vegetariano VV.TT.
circolo.vegetariano@libero.it

Scriviamo a:

info@prolococarloforte.it, a.stefanelli@comune.carloforte.ca.it,
m.stefanelli@comune.carloforte.ca.it,
sardegna.promozione@regione.sardegna.it,
pres.segreteria.prop@regione.sardegna.it,
presidenzaconsiglio@consregsardegna.it,
agr.assessore@regione.sardegna.it, tur.assessore@regione.sardegna.it,
tur.assessore.staff@regione.sardegna.it,
amb.assessore@regione.sardegna.it, conturca@tiscali.it,
info@sulcisiglesiente.eu, sede.nazionale@epulae.it,
icif@icif.com , info@girotonno.org, info@prolococarloforte.it,
eventgroupgf@libero.it

Altro esempio di messaggio:

A tutti gli enti patrocinatori e sostenitori della manifestazione “Il Girotonno”:

Buongiorno,

scrivo per unirmi alla richiesta di tante persone da tutta Italia di non sostenere questa manifestazione, fino a che essa non verrà sostituita con qualcosa di non cruento verso gli animali, anche alla luce dell’ormai assodato problema dell’estinzione del tonno rosso nel Mediterraneo.

Esistono vari modi di mantenere e rievocare le tradizioni, ed è molto importante farlo nel rispetto delle altre specie senzienti. Questa manifestazione è molto recente, quindi non è nemmeno una “tradizione” e potrebbe essere facilmente sostituita con qualcosa che metta in luce le bellezze del territorio, anziché l’uccisione violenta degli animali. Sarebbe un enorme segno di civiltà e di rispetto della natura e della vita nei mari.

Distinti saluti,

… nome cognome …

…………………….

Commenti vari ricevuti:

Ciao, Io non condivido affatto visto che non sono vegetariano, con tutto il rispetto per gli animali.

Non c’è alcuna spettacolarizzazione nella mattanza ed inoltre non viene più effettuata come ai tempi di mio nonno Beppin (uomo assai sanguinario… l’attila dei mari!) , ovvero i tonni non vengono più arpionati perché i giapponesi odiano i buchi…

Inoltre proprio da quest’anno neanche li tireranno più fuori dal mare ma, a parte un paio di mattanze, la maggior parte vengono e verranno fatti entrare in grandi gabbie e poi portati a Malta… vivi…

Se invece ……………….. si parlasse invece molto di più di protezione del tonno rosso, in via di estinzione, allora mi troverebbe d’accordo, sempre chè per protezione si intenda pescarne solo un tot e quindi non permetterne l’estinzione.

Per il divieto di pesca nell’intero mediterraneo… non ho parole, tale è la demenzialità di una tale proposta.

Dirò di più. Proprio una settimana fa stavo parlando con colui che probabilmente sarà il prossimo rais della tonnara in quanto è il tonnarotto più anziano, e, udite udite, mi ha detto che “gli dispiace molto uccidere i tonni e a volte spera addirittura che fuggano via”.

Inoltre la mattanza ed il Girotonno sono due eventi correlati ma ben diversi.

E Tutti gli anni con il Girotonno si tiene un convegno proprio sulle problematiche legate alla pesca del tonno.

Faccio notare che proprio quest’anno sono entrate in vigore le “quote tonno”, il che significa che finalmente si è stabilito che si può pescare solo una certa quantità di tonno. Ci sono gli ispettori a bordo delle barche della tonnara.

A me sarebbe piaciuto che Paolo d’Arpini si fosse svegliato anche solo un paio d’anni fa per stigmatizzare non la pesca del tonno con metodi tradizionali, che non può portare all’estinzione, bensi quella effettuata con tonnare volanti dai giapponesi nel mediterraneo. Quella sì che è distruttiva.. e pensa un po’… non si vede neanche una goccia di sangue!
Insomma, mi sembra anche che non sia molto informato, oltre al fatto che sembra essere un animalista integralista ;-)

Citando il testo preso dal sito del girotonno, è proprio vero che a molti:
“… la lotta per la sopravvivenza sembra essere un ricordo di tempi lontani”. E dire che anche a me dispiace uccidere i pesci, anche quelle rare volte che ho il tempo di andare a pesca. Però mi piace anche mangiarlo.

Signori della corte… mi date almeno le attenuanti generiche? (Scherzo!)
Un saluto a tutti: il mondo è bello perché è vario.

Pietro Cappai

……………….

Gentile Sig. Paolo D’Arpini,
quello che lei ha scritto è splendido, posso chiederle se posso pubblicarlo su social network e sul nostro sito seashepherd.it ?

Mi faccia sapere.

Io sono il coordinatore sardo della Sea Shepherd Italia, non so se conosce l’associazione. Quest’anno 2 delle nostre navi saranno in giro nel Mediterraneo per salvaguardare la pesca al tonno, almeno per evitarne la pesca di frodo. L’anno scorso ne abbiamo salvato 800 esemplari sotto misura e quest’anno sono sicuro che andrà meglio.

Un cordiale saluto e un grazie di cuore

Pier Mauro Marras

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