Il cavalcatore spurio, la mano medicata ed il sapone d’autore in esposizione dall’Art Basel di Basilea al Museo Migros di Zurigo sino al 28 novembre 2010

“Ma che ci avrà fatto mai con quella mano… per farsi venire una tendinite così perniciosa?” (Saul Arpino)
 
I cristiani cattolici ammiccando già hanno compreso, ma gli atei dell’UAAR, e gli agnostici come me, che siamo tardi di comprendonio, a dire dei già nominati, dobbiamo fare uno sforzo per capire il concetto d’impurità che però così possiamo definire.
 
Chiunque, in particolare il Cavaliere ché presidente del consiglio non deve essere come Calimero il pulcino nero, ma dimostrarsi senza macchia e senza paura, proprio perché Cavaliere, quando persevera nel vivere con donne raccogliticce, da postribolo o, come ammolcisce l’asservita stampa, da “escortario”, nuovo sinonimo di bordello… insomma, chiunque s’accompagna abitudinariamente con mignotte,sul piano civilistico e morale vuol dire che non è pentito, altrimenti interromperebbe la pratica perché vive, per i sindaci, in stato di contravvenzione continua, e per la chiesa di Roma in stato di peccato grave per immoralità.
 
Ricordo, a conferma dell’enunciato, la porzione di frase testualmente dal Cavaliere proferita per sua discolpa: “…insomma, avete capito che non sono un santo…”!
 
L’acuta e sottile argomentazione giuridica canonica sull’impurità non sempre è convincente, ma nel caso del Cavaliere, notorio puttaniere e obbligato consumatore di pillole blu, mi convince e mi piace.
 
Per la premessa, e su base logica dobbiamo perciò ammettere che il Cavaliere che vive in stato di “peccato continuato” non può accostarsi alla comunione cristiana, e, quando lo fa, compie un atto che lo rende “consumatore terminale d’ostie consacrate”, ed ha perciò necessità, per salvarsi, del giorno della “Perdonanza” che l’astuto Benny  XVI, il gran bau perché pastore tedesco, gli negò forse a motivo che i tributi che lo stesso Cavaliere era in quell’occasione propenso a pagare, ovviamente con i soldi di noi tutti italici, furono considerati un’esigua prebenda, infatti, la chiesa di Roma, meglio la sacra bottega, le indulgenza le vende care! [Ecco due veri esempi di vendita d’indulgenze passati alla storia.
 
1) Tessera per il paradiso, fu la genialissima invenzione di un parroco napoletano. Consisteva in un cartoncino stampato, ottenibile con pagamento da versare al parroco, sulla cui testata era scritto l’acronimo “M.A.R.I.A.”, abbreviazione di: “Ministero Aviolinee Rapide Itinerari Astrali”. E sotto si continuava con: “Biglietto speciale per un viaggio da Napoli al Paradiso- Sola Andata”. Altri dettagli stampati sul retro del cartoncino contribuivano a far prendere ancora più sul serio tutto l’affare. Si annunciava: “Il biglietto emesso dall’aviocentro di Napoli è valido per l’inizio del viaggio da qualunque altro aeroporto. Il Ministero del Paradiso dispone anche d’aviolinee ultrarapide senza sosta in Purgatorio. Aviolinee assai utili per quei viaggiatori che, al momento della partenza, saranno forniti d’indulgenza plenaria o di contrizione perfetta”. Il biglietto per il paradiso si poteva ottenere con un versamento in denaro effettuato in favore della “Sacra Bottega”.
 
2) Prezzario ufficiale del 1949/1950 per le indulgenze.
 
Una s. messa al mese
12 ogni anno
Offrendo £ 100
 
Una s. messa per settimana
52 ogni anno
Offrendo £ 250
 
Tre s. messe per settimana
156 ogni anno
Offrendo £ 3000
 
Sette s. messe per settimana
364 ogni anno
Offrendo £ 5000
 
A proposito, pochi giorni addietro ho scoperto attraverso la testimonianza d’un poeta prete salesiano ottantasettenne, don Giuseppe Salvatore, che l’attuale premier fu frequentatore per più anni d’istituti salesiani di Milano, non so se come convittore o semi convittore. In ogni caso è lecito affermare con lo psittacus di buona memoria che: “…opera et impensa periit!”, perché i metodi educativi salesiani con lui fallirono giacché fallaci, o perché fallace già era il premier per la ragione che di quella loro morale  di cui ne ha fatto cose grottesche!
 
Or mi sovvien memoria di già morte stagioni… perché certi sindaci, di certi paesi, hanno multato i frequentatori di mignotte, uso il termine con il massimo rispetto verso quelle donne spesso più signore di quelle ingioiellate ed imbellettate, ma al Cavaliere che pubblicamente ha affermato le proprie frequentazioni il suo fido e prono alemanno non ha inviato contravvenzione!
 
Boh, però ormai abbiamo tutti imparato che se sei ricco la giustizia non ti rincorre, ma se sei in quello stato la rincorri mentre ti sfugge per timore che le farai un c…o così. Altro che Giustizia uguale per tutti!
 
E dire che nel paese dei barbari ameni-cani un Clinton che usò certa madame Lewinsky per compiere fellatio, come la Lesbia di Plauto nei quadrivi di Roma, canto LVIII, corse il pericolo d’essere linciato ed esautorato dalla carica, e certo lo fu, in his home, per la temibile madam Clinton che forse non usò le forbici come la Mrs. Bobbit, moglie del marine lasciato senza “zizi” il 13 gennaio 1994, però nel privato non sappiamo cosa esattamente successe.
 
Per il Cavaliere, invece, un similare o peggiore comportamento, caso strano, ottiene il sostenuto dibattimentale dell’avvocato Ghedini che in difesa del padrone asserisce che in simili casi chi deve essere dalla Legge perseguito è il procacciatore di signore disposte a tutto, anche perché il “padrone” era al corrente che le donne che si trovavano nella sua camera, quella di vecchio bavoso tenuto su dalla liposuzione, dalla chirurgia plastica, da gerovital o similari, da capelli impomatati che in realtà sono corde che dall’alto penetrano in ogni muscolo per tenerli tutti insieme, erano lì perché innamorate di lui alla follia.:.. :-X
 
Ma ora lasciamo i contratti con gli italici, le escort in aereo di Stato in viaggio verso la Sardegna, le mignotte di Palazzo Grazioli, i tanga che si sfilano per giovare a “papy” biologici e putativi, moglie che accusa: “… ha bisogno d’essere curato…” e spazzatura e promesse alla nazione mai mantenute intanto che l’econo-sua è sempre emergente come per lo strano caso dei decoder del digitale terrestre venduti dalla sua famiglia, e torniamo alla saponetta “Mani Pulite” composta di puro premier italico. Opera artistica che lo renderà imperituro nella memoria delle genti.
 
E’ successo che il Cavaliere del duomo in faccia, del “partito dell’amore” e del “governo del fare”, come lo definisce lui, si è ieri operato ad una mano per motivi sconosciuti. Fin qui la scarna notizia che non interessa proprio nessuno, ma essa diventa ghiotta quando… quando si va ad apprendere che il nostro beneamato premier già è esposto in un museo come saponetta, e che ora qualcuno reclama il materiale asportato dalla sua mano per farne “collanine con reliquia” da vendere ai “credenti” di turno.
 
Come nelle migliori favole molti subito hanno creduto che il cavaliere è in un museo sotto forma di statua di cera, o busto di bronzo, o raffigurato in un gruppo marmoreo aggrovigliato con previti, letta e dell’utri quasi alla maniera del caprone Pan che cinge e molesta le Naiadi… e invece no, perché sì tratta dell’esposizione di grumi di grasso dell’uomo dei sogni d’ogni escort che sono impastati con materia amorfa assumendo la forma della saponetta “Mani Pulite”!
 
Sì, proprio grumi di grasso del “cavalcatore” italico. Grumi che gli furono asportati durante un intervento di liposuzione avvenuto nel 2004 nella clinica Svizzera “Ars Medica” che si trova nel Canton Ticino. Ovviamente la persona che diede il “lardo” di premier allo Scultore è a noi anonima, ma i bene informati giurano che l’avvenimento è vero, e sono disposti a fare sottoporre premier e oggetto anche al test del DNA.
 
L’idea della produzione artistica della “saponetta al Cavaliere” fu dello scultore italiano Gianni Motti, nato a Sondrio nel 1958 e da parecchi anni residente a Ginevra. Questi, ancora memore della quasi obsoleta operazione “Mani Pulite”, su quella scia fece del lardo dell’impuro impomatato premier un’opera d’arte esposta prima all’Art Basel di Basilea, ed oggi presente al museo Migros di Zurigo dove si sta svolgendo la trentaseiesima edizione di cultura d‘arte moderna.
 
La “saponetta di premier” fu poi presentata al pubblico nel 2005, già allora facendo scalpore.
 
Oggi, in guisa di saponetta, quel grasso di Cavaliere presidente del consiglio dei ministri è in un’illuminata teca del museale. Ed essa è vera come sono veri gli scherzi  che il Cavaliere ama propinare agli amici più cari, “quasi suoi compagni di giochi infantili”, per esempio facendo le corna in fotografie ufficiali, o nascondendosi dietro colonne da cui appare facendo “cucù”, o anche “che cu” nel caso nei pressi ci fosse una sanguigna mignotta.
 
La saponetta di puro e “impuro” grasso di Cavaliere potrà essere da ognuno ammirata nel museo svizzero fino al prossimo 28 novembre 2010.  
 
Sempre la stessa saponetta “Mani Pulite” già fu venduta nel 2005 ad un collezionista privato che l’acquistò per la modica cifra di € 50000. L’opera, come tutte le ironie, passò di moda, però ai giorni nostri riesumata appare nel museo svizzero che da oggi sarà denominato “Museo degli orrori”.
 
Oh, ho ancora di nuovo l’obbligo di precisare che questa saponetta “Mani Pulite” costruita con grasso di Cavaliere è realmente esistente, non come quelle che certa ideologia storica vuole far credere che siano state realizzate dai cattivi ai danni dei buoni!
 
Kiriosomega, mancato scultore, ma pur sempre agnostico.
 

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