30 e 31 ottobre 2010: San Severino Marche – Incontro annuale della Rete Bioregionale Italiana, in occasione di Samahin/Ognissanti – “Bentornati a Casa”

Eventi Paolo D'Arpini 7 ottobre 2010

Che l’incontro nazionale di quest’anno della Rete Bioregionale Italiana si manifesti in occasione della grande celebrazione di Samahin, da noi definita Ognissanti, é motivo di buon auspicio e di speranza.

 

Infatti il periodo della fine ottobre inizio novembre viene considerato da tempo immemorabile il momento dell’incontro fra le energie del Mondo di Sotto e quello di Sopra. Questo é il momento della Morte e della Rinascita, della fusione fra il Vecchio ed il Nuovo, é il momento in cui avviene la seminagione e si raccolgono gli ultimi frutti della buona stagione prima che inizi il freddo inverno.

 

Tutto il pensiero antico è orbitato per millenni attorno alla concezione unitaria dell’Universo con la Vita. La realtà sensibile, concreta, stabile, impersonificata in oggetti solidi (i primi simboli della religiosità sono… sassi, pietre… e luoghi di passaggio) è strettamente interconnessa con la vita nelle sue manifestazioni essenziali. Corporeità, sangue, linfa, nascita, morte, sessualità. E questo é anche il messaggio dell’ecologia profonda e del bioregionalismo applicato alla vita quotidiana.

 

Infatti – come disse un saggio contemporaneo, Nisargadatta Maharaj – noi non possiamo essere altro che una parte integrante della manifestazione totale e del totale funzionamento ed in nessuna maniera possiamo esserne separati.

Nella visione di questa “interezza” viene perciò riproposto il messaggio del bioregionalismo e dell’esperienza spirituale ed ecologista da ognuno vissuta.

 

Programma: San Severino Marche – Nel podere di Lucilla Pavoni

 

30 ottobre 2010:

h. 10.00 – Accoglienza e familiarizzazione con il posto, presentazione dei vari partecipanti.

h. 12.00 – Preparazione collettiva del pasto con il cibo bioregionale da ognuno portato e condivisione.

h. 14.00 – Vesseille (lavaggio piatti e pentole e riordino della sala)

h. 14.30 – Percorso di riconoscimento delle  erbe spontanee per onorare il luogo

h. 16.30 – Prima sessione di condivisione delle esperienze e proposte per la continuazione del percorso bioregionale, seduti in cerchio davanti al camino acceso, ognuno parla a rotazione. Sono benvenuti interventi poetici e canti.

h. 19.30 – Preparazione collettiva del pasto serale e vesseille. Ci si ritira per la notte, chi in tenda, chi nella pensioncina di San Severino, chi nella casa di Sonia a Jesi e chi a Treia (vedi indicazioni sottostanti).

 

31 ottobre 2010:

h. 10.30 – Seconda sessione di condivisione delle esperienze e proposte bioregionali.

h. 12.00 – Preparazione collettiva e consumo del pasto e vesseille.

h. 14.30 – Breve passeggiata nei paraggi della casa di Lucilla

h. 16.00 – Terza sessione di condivisione esperienze e proposte e conclusioni finali

h. 18.00 – Attorno al fuoco, per chi intende ancora fermarsi, racconti sul significato del Samahin/Ognissanti e canti in sintonia

 

La casa di Lucilla Pavoni, che ospita l’incontro, si trova su una bellissima collina isolata alle pendici dell’appennino marchigiano. Ecco come raggiungerla:

Da San Severino Marche seguire la strada per Apiro/Cingoli.

Superare Cesolo e Marciano, arrivati al bivio per Apiro/Cingoli prendere la direzione per Apiro.

Superare le frazioni Palazzata e Corsciano sino all’indicazione per Ugliano, dopo circa 700 metri sulla destra imboccare stradina in terra battuta seguendo la freccia che indica la casa di Lucilla.

 

In caso di difficoltà potete anche chiedere al baretto di Corsciano, oppure in extremis telefonare a Lucilla al 338.7073857.

 

Attenzione, tutti sono invitati a contribuire all’evento portando dalla propria bioregione di provenienza cibo e bevanda. Venire armati di buona volontà e pazienza. Per il pernottamento: è possibile campeggiare nel terreno di Lucilla con la propria tenda o con il camper. Chi volesse stare più comodo può prenotare -in tempo utile- alla pensioncina 7 Rose di San Severino (Tel. 0733/635202).

Oltre al campeggio in tenda, altre sistemazioni gratuite (salvo un’offerta volontaria) possono essere reperite presso l’abitazione di Sonia a Jesi, oppure a Treia (entrambi i luoghi sono a pochi chilometri di distanza da San Severino) in entrambi i casi é opportuno portare con sé sacco a pelo e stuoia e -nel caso- anche brandina pieghevole.

 

Informazioni ulteriori sul programma e sulle sistemazioni telefonando a Paolo 0733/216293 – o scrivendo a saul.arpino@gmail.com

 

L’incontro del 30 e 31 ottobre 2010 é aperto a tutti coloro che si riconoscono nella Carta degli Intenti della Rete Bioregionale Italiana:

 

Bentornati a Casa!

 

Una bioregione è un luogo geografico riconoscibile per varie caratteristiche: clima, suoli omogenei, specie vegetali e animali, bacini idrografici nella loro integrità, versanti montani, eccetera, ma anche le culture umane, considerando in particolare quelle prodotte da popoli che da tempo immemorabile hanno saputo convivere in armonia con tutto questo.

 

Per bioregionalismo si intende la volontà di ri-diventare nativi del proprio luogo, della propria bioregione. Possiamo fare tutte le scoperte possibili, usare la tecnica, la scienza; possiamo andare sulla luna e comunicare via satellite, ma alla base della nostra sopravvivenza fisica, psichica e spirituale ci sono questi alberi, queste erbe, questi animali, queste acque, questo suolo del luogo dove viviamo. L’evoluzione sociale e tecnologica è ecologicamente compatibile solo su “piccola scala”, localmente e ancorata ad una visione olistica del sapere.

 

L’idea bioregionale consiste essenzialmente nel riprendere il proprio ruolo all’interno della più ampia comunità di viventi e nell’agire come parte e non a parte di essa, correggendo i comportamenti indotti dall’affermarsi di un sistema economico e

politico globale, che si è posto al di fuori delle leggi della natura e sta devastando, ad un tempo, la natura stessa e l’essere umano.

 

Il bioregionalismo si rifà ai principi ecocentrici , riconoscendo che l’equilibrio ecologico esige una profonda trasformazione nella percezione che abbiamo come esseri umani riguardo al nostro ruolo nell’ecosistema planetario. Questa consapevolezza non è qualcosa di completamente nuovo, ma affonda le sue radici negli antichi saperi dei popoli nativi in ogni parte del mondo e nelle grandi tradizioni spirituali occidentali e orientali.

 

Il modo più appropriato per iniziare a ri-abitare non è attraverso leggi o regolamenti imposti, ma ponendosi in prima persona in relazione al luogo in cui si vive: scoprendone i significati, gli scambi, individuandone i contorni, dedicandosi ad attività sostenibili con la propria bioregione.

 

L’idea bioregionale, punta ad inserirsi nelle pieghe della società; per riuscirci diverse possono essere le modalità, i linguaggi e le forme, ma, al di là delle differenze, ciò che accomuna i bioregionalisti è la consapevolezza di essere parte di un insieme senziente.

 

L’idea bioregionale è ispirata dai sistemi naturali e selvatici; per sua natura, pertanto, si esprime attraverso la forma decentrata.

 

Nell’introdurre questo concetto, si richiede la sensibilità di esporlo in modo che ogni persona, gruppo o realtà sociale lo senta proprio e nel proprio luogo si organizzi per radicarlo.

 

………..

 

Ciao a tutti e grazie del passaparola…

 

Paolo D’Arpini

 

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