“Morte della civiltà…” – Risposta a Giuseppe Turrisi da Vito De Russis: “Basta morti sulle strade e sul lavoro…!”

Giuseppe Turrisi, nel suo drammatico messaggio sui morti sul lavoro, aperto dal terribile interrogativo “Quanti morti servono per svegliarci?”, sostiene che “La mancanza di cultura della sicurezza in generale ed ad ogni livello è il problema di fondo, …” (4° paragrafo  http://www.circolovegetarianocalcata.it/2010/09/13/giuseppe-turrisi-ancora-morti-bianche-sul-lavoro-quanti-morti-servono-per-svegliarci/ ).
 

Così Turrisi, con soli 77 caratteri, ha centrato l’obiettivo e la sua rappresentazione: bravo.

Dato a Cesare quel che è di Cesare, passiamo a “Che fare?”.

Fare cultura (in senso lato), secondo me, è far capire alle persone che devono interiorizzarsi sul Valore della propria Vita e sul diritto al rispetto della Dignità della propria persona. Raggiunto questo risultato, quelle persone si trovano, automaticamente, ad interiorizzare la Libertà (in senso lato), la Uguaglianza, la Fratellanza, la Solidarietà e l’Amore non ristretti nella cerchia familiare ma ampi, universali (persone, animali, piante, ambiente, ecc.). Giacchè nella massa di persone possono riscontrarsi delle persone “ignoranti” (inteso come estranei alla suddetta interiorizzazione) diviene necessario scrivere delle regole uniche: uguali e valide per tutti, nessuno escluso. Regole che vanno rese efficienti ed efficaci. Quando si ritengono obsolete vanno eliminate; quando si ritengono insufficienti vanno integrate.

Questa premessa applichiamola al nostro tema.

L’articolo 3 della Carta Costituzionale italiana pone il compito del raggiungimento dell’uguaglianza delle persone, in vita e/o in morte. I morti sulle strade e sul lavoro (molti di quest’ultimi avvengono sulle strade: in itinere) non vengono “uguagliati” a quelli morti in divisa o appartenenti a “caste”.

Occorre eliminare tale disumano, vergognoso ed anticostituzionale comportamento e ….. “svegliarci tutti insieme” senza più morti sulle strade e sui posti di lavoro. La formula è semplice ed a costo zero. In presenza di ogni morto per incidente stradale e/o per incidente sul lavoro far svolgere i funerali di Stato con la partecipazione fisica di una delle massime cariche dello Stato; dichiarare il lutto cittadino esponendo le bandiere a mezz’asta agli edifici pubblici e privati; durante l’orario dei funerali, nelle scuole di ogni ordine e grado, interrompere le lezioni ed introdurre il tema della sicurezza stradale e sul lavoro; invitare a parlarne in famiglia; partecipazione attiva e costruttiva dei media locali (con sovvenzione statale nel periodo di interiorizzazione culturale della sicurezza).

Per questo, nei “giusti momenti” (loro elezione alle più alte cariche del nostro Stato), richiamammo l’attenzione degli eletti indicando loro la suddetta via. Sono qui allegate le ultime nostre lettere inviate perchè il  nostro quesito era, è e sarà “STOP morti sulle strade e sui posti di lavoro”.

(Naturalmente, anche quelli nelle guerre, negli atti di violenza, ecc.. Perchè, con l’acquisizione della cultura come sopra rappresentata, si interiorizza la morte naturale.)

Vito De Russis – n.q. presidente Associazione Diritti dei Pedoni

 
P.S: STOP all’attuale finanziamento pubblico ai media. Istituire il loro finanziamento pubblico agganciandolo alla pubblicazione giornaliera, in prima pagina (o apertura), del “Bollettino sugli incidenti stradali e sul lavoro”. Prevedere la integrazione del finanziamento base in presenza di servizi su tali incidenti, secondo quantità e qualità della informazione fornita ai lettori e/o agli ascoltatori.

I commenti sono disabilitati.