“D’Arpin nun ce lassà…” – Ode d’addio al Paolo D’Arpini, detto anche Saul Arpino, che silente sen va dal falisco Treja per congiungersi alla sibillina Treia

CANTAMI, O DIVA,

DEL DOTATO PRIAPUS

LA GIOIA CAMPESTRE

CHE INFINITE ADDUSSE

GIOIE AI CALCATI…..

E’ un poema che deve essere scritto nella quiete di una notte coperta dalla “nube di Islanda”, mentre si espande per l’aere il canto possente a tono baritonale di Priapus, che inonda, accompagnato dai suoni del Flauto di Pan,  i territori circonvicini: Mazzano, Faleria, Campagnano, Sacrofano, Sant’Oreste, fino a Martignano, lago sacro ai Sileni.

Canta infatti il Grande Priapo, dagli attributi possenti, teneramente abbracciato al suo coinquilino boschivo, Lupo Mannaro, proprio quello che ammansì Franceschiello d’Assisi, liberando il profeta dai vincoli del fondamentalismo religioso da cui era affetto..

Ed ecco la voce di Priapo che intona:

“Canta, Lupo Mannaro canta,

la nenia che tormenta tutti i cuori della tribùùùùùùùùùùùùùù..

Dice, tremando la tua voce

io non avrò mai pace questo amore è una schiavitùùùùùùùùù.

(Lupo Mannaro è infatti innamorato di Lupa Capitolina!)

Scende la sera e laggiùùùùùùùùùùùùùù

brilla una stellaaaaaaaa

ma il nostro amore quaggiù

non brilla piùùùùùùùùùùùùù”

(Caspita!! C’è la nube assassina!)

Comunque tutti noi frequentatori di Calcata Vegetariana, cioè; Cantori girovaghi, Minestrelli (mangiatori di minestre vegetali preparate da Saulo), Troubadours, Trovatori, Trovatelli, Trobadores (di… fungi, di tartufi e tartufelli), improvvisatori di facezie, naturalisti, naturisti, nudisti e vestitisti, vegetisti, vegetariani, crudisti e crudeli (seguaci di Crudelia Dè Mon), buccisti di banane (scivolatori e sciatori su prato), papagheni, amici di Bin Laden, Zorro, Primula Rossa e Zazà, seguaci degli Amish, fedeli di fantasy, horror e kukluxklan, flebotomi, cacciatori di serpenti e di faine, sifilografi (che scrivono di Sifilo, figlio di Niobe, ma anche di sifilide), carmelitani scalzi e carmelitani ben calzati (attenti ai primi: costruttori di conventi dietro ai quali far eseguire duelli all’ultimo sanguine)…

NOI TUTTI, fra poco orfani di cotale organizzatore, quale messer Arpino, cosa inventeremo? A te clamamus, PRIAPE, exaudi orationem nostram!

Georgius clamans ex Calcatae silva

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