C’é Treja e “Treja”… sono due fiumi paralleli ma diversi… mentre il Circolo Vegetariano VV.TT. é unico e solo! – Lettera aperta

In risposta all’articolo pubblicato il 16 giugno 2010 su Il Corriere di Viterbo, pag. 11.

Cari amici de Il Corriere di Viterbo, caro Emiliano Braconi e caro Alfredo Parroccini,

ringrazio voi tutti per l’attenzione data all’inquinamento del Treja, più se ne parla -in un modo o nell’altro- e prima si riuscirà a risolvere l’annoso problema.

Dico annoso perché in effetti si trascina da parecchi anni, dall’inizio dell’industrializzazione di Civita Castellana, le cui fabbriche  hanno continuato a scaricare i reflui con dubbie depurazioni, dal momento in cui “l’igiene” ha preso il sopravvento nei paesini della valle del Treja, facendo sì che quando prima si gettavano semplicemente le deiezioni dalle rupi poi furono ben bene incanalate e condotte sino al fiume, senza alcun trattamento… anzi aggiungendovi resti di saponi in polvere, disinfettanti chimici, etc.

Certo la modernità ha i suoi costi e se questi costi li debbono pagare i pesci e gli animali selvatici che si abbeverano al Treja cosa possono farci le amministrazioni che non hanno fondi a sufficienza, oppure che debbono destinare i fondi a cause più nobili e proficue? Se il Treja é inquinato é il suo triste destino… com’é stato destino che quel vascone pieno di liquami, lì a Monte Gelato, costruito stranamente in prossimità del Treja, sia collassato lasciando scivolare le migliaia di metri cubi di merda bovina accumatavi.

Sì, é tutto un destino crudele…

Ma, non so se Alfredo Parroccini concorda (o ricorda), mi sia consentita una domanda… Quando “ab initium” fra i promotori dell’ampliamento del Parco del Treja c’era anche la Lega Ambiente di Civita, capitanata dall’ambientalista Gianluca Cerri, come mai poi l’ottimo difensore della natura lasciò perdere la sua battaglia… anzi facendosi promotore  di una bella discarica con inceneritore, proprio nella stessa area che avrebbe dovuto entrare nel Parco, ed egli ora siede sulla tolda di comando del comune di Civita Castellana? E come mai l’ottimo ambientalista Danilo Corazza, amante del Treja e contrario all’inceneritore di Sant’Agata, siede  anch’egli sulla stessa tolda… Mentre a San’Agata continua l’accumulo incontrollato di inerti “asettici” e rifiuti di varia natura (ed altro ancora) che scivolano nel Treja…

E come mai la difesa dei “posti di lavoro industriali” che impedirono la formazione del Parco sono oggi difesi non dagli amministratori che in passato li custodirono bensì dall’ottimo ambientalista Emiliano Braconi, organizzatore del “Treja cup”?

Mi si perdoni l’ardire, visto che io non siedo su alcuna tolda di comando, malgrado o in seguito ai miei precedenti, coerenti con il mio pensiero, mi si consenta -come direbbe il Berlusca o come direbbe il buon Giulio Andreotti (mio compaesano)- di sospettare.. il male. “Poiché a pensar male si fa peccato ma quasi sempre ci si azzecca…!”  

Ringrazio per l’accoglienza riservatami e vi saluto tutti con umana simpatia.

Paolo D’Arpini – Presidente del (glorioso ed unico) Circolo Vegetariano VV.TT 

Nonché, mi si scusi per l’accumulo di cariche gratuite, Referente della Rete Bioregionale Italiana, Bioregione Tuscia e Portavoce di European Consumers Tuscia.

Articoli sul fiume Treja:

http://www.circolovegetarianocalcata.it/?s=treja

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