Simona Weller espone sue opere antologiche al Palazzo Baronale di Calcata dal 1 maggio al 6 giugno 2010

Ante Scriptum

Sento di dire anch’io qualche parola sull’amica Simona Weller, che conobbi quando giunsi a Calcata a metà degli anni ‘70. A qual tempo lei, già artista conosciuta ed affermata, scriveva anche sulla rivista Noi Donne e fu lei che lanciò il nostro gruppo teatrale dei Vecchi Tufi, proprio da quelle pagine. Inoltre sempre lei inaugurò la prima  Galleria d’arte di Calcata, che fu da me fondata quasi per gioco ma con tutti i carismi della legalità, e che si chiamava Depend’Arp, non per omaggiare Arp, bensì per ricordare che quella era stata la Dependance D’Arpini, presso la quale accolsi numerosi nuovi venuti al borgo  (che poi vi si stabilirono definitivamente). Infatti quello stanzone, che ospita oggi il Forno di Carmen, fu la prima foresteria del paese ed ebbe la funzione di trasformare i forestieri in calcatesi. Sono oggi contento che finalmente il Comune ed il Parco del Treja vogliano riconoscere con questa mostra di gran pregio il valore e l’importanza che Simona Weller ha avuto nella storia del piccolo borgo… ora divenuto “grande” anche per merito suo.

Paolo D’Arpini    

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PAROLE D´AMOR DIPINTE

Dal 1° maggio al 6 giugno 2010 – Palazzo Baronale degli Anguillara, Calcata Vecchia (VT)

Il Comune di Calcata e l´Ente Parco del Treja hanno deliberato di rendere omaggio a Simona Weller che, nel 1975, è stata una dei primi artisti a stabilire il proprio studio nell´antico Borgo di Calcata. Con un´accurata e intensa presentazione, l´architetto Paolo Portoghesi ripercorre le tappe più salienti dell´itinerario della pittrice nell´ambito di una pittura scritta non figurativa. Portoghesi, che ha avuto modo di visitare spesso l´atelier della Weller, scrive tra l´altro: “Adesso che entrambi abbiamo scelto Calcata come stabile soggiorno, assai più spesso accedo alla sua officina per godere anch’io, amante della natura, della linea curva, delle foglie, del vento e del movimento delle acque e del fuoco, ma anche delle virgole, dei punti e dei punti e virgola disoccupati, di questa sua capacità di raccontarsi e di raccontare emozioni, sentimenti che al cospetto dei suoi quadri tornano a galla da dentro le proprie radici. Perché uno dei pregi dell’arte è proprio quello di nascere da una esasperata soggettività e privatezza per poi generare una magnifica intesa aperta a chi bussa alla porta dell’artista, con la volontà di ascoltare in silenzio”.

Aperta la pubblico dal prossimo 1° maggio, la mostra si snoda tra le sale di quella che fu la residenza degli Anguillara nel borgo medievale di Calcata. I quadri della Weller, che pur non essendo figurativi sono ispirati ai colori del trasmutare delle stagioni nel paesaggio della Valle del Treja, creano un felice contrasto con gli ambienti antichi, in cui ancora compaiono frammenti di affreschi, e il panorama che si può ammirare sia dalle finestre che dall´affaccio sugli spalti.

Le opere esposte, realizzate nello studio sulla Rupe Maggiore di Calcata negli ultimi cinque anni, sono tutte di grandi dimensioni (cm. 200×300, 200×200, 200×145) e testimoniano la fertilità e l´esuberanza artistica della Weller, una delle maggiori artiste italiane.

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