Marco Saba: Riportare la moneta al suo valore e scopo reale attraverso l’eliminazione del signoraggio bancario “privato” ..

Già da un po’ di tempo  diversi amici mi chiedono di organizzare un convegno sul “signoraggio bancario”, a dire il vero già due ne organizzammo, qui a Calcata, uno nel Vecchio Lavatoio nel 2005 e l’altro al Granarone nel 2006. Ma ho notato che le forze politiche che spingono per accaparrarsi il potere sono però restie ad affrontare questo tema e non sembra che la massa del popolo  abbia compreso cosa significhi “signoraggio” e cosa comporta la cessione di tale diritto alle banche private, quale è la Banca d’Italia. Posso solo ricordare che il presidente Kennedy fu ucciso subito dopo aver annunciato che intendeva riportare il diritto di emissione della cartamoneta direttamente sotto il controllo del Tesoro… Comunque sì, ho intenzione di parlare ancora di “signoraggio”, ed al più presto, nel frattempo leggete uno stralcio dell’interessante articolo che segue.  (Paolo D’Arpini)

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La chiave dell’enorme potere derivante dall’attività di creazione dello strumento di pagamento, la moneta, serve anche per capire la geopolitica, una materia che tanti commentatori televisivi cercano di complicare ad oltranza per nascondere che il re è nudo. Possiamo dire che il Grande Gioco si riassume nella questione e nella gestione privata dell’emissione dei mezzi di pagamento.

Chiunque capisce al volo che i falsari – quelli che falsificano la moneta ufficiale attualmente in uso – si arricchiscono quando riescono a spenderla. La stessa cosa vale anche per il sistema bancario con la differenza che la creazione di denaro da parte delle banche danneggia molto di più la società e lo stato – e quindi l’ordine pubblico economico – perché di norma la moneta bancaria è emessa ad usura. Ovvero, dietro alla creazione di un debito da ripagare con interessi. L’assurdità di questa pratica consiste principalmente nel fatto che le banche creano solo il capitale – come moneta – ma non creano il denaro necessario a pagare gli interessi pretesi indietro.

Paradossalmente, il sistema sarebbe solvibile solo se esistesse una quantità di moneta sufficiente – e non creata a debito – per coprire la parte di interessi richiesti. In pratica, se i falsari stampassero abbastanza valuta falsa (non creata a debito) per coprire gli interessi. Altrimenti, si ha una scarsità artificiale del mezzo monetario che fa sì che tutti come pazzi – una volta indebitatisi – passino la vita a correre per cercare quella quota parte di interessi per i quali non esiste “fisicamente” moneta in circolazione sufficiente. Questo può sembrare divertente come ulteriore prova – se ce ne fosse bisogno – della stupidità umana e della demenza collettiva dove ci hanno portato quelli che avevano la responsabilità di formarci ed informarci (scuola e media). Ma anche quanti, scoperta questa vera e propria mega-truffa, non hanno mosso un dito: polizie e magistrature. Dico che la truffa è ormai scoperta perché solo all’interno del nostro Centro Studi Monetari, in 5 anni, abbiamo pubblicato una decina di libri che spiegano l’arcano, libri che hanno avuto diffusione nazionale con decine di migliaia di copie vendute (1). E per chi non ha nemmeno più i soldi per comprare un libro, ne abbiamo messo uno gratis su internet. E per chi non avesse nemmeno gli occhi per leggere, lo abbiamo pure messo in formato audiolibro.

L’enorme vantaggio economico derivante dall’esercizio dell’oligopolio della creazione monetaria non è giusto che rimanga appannaggio di una élite privata di cocainomani che vanno a trans. Questo vantaggio – che io definisco “rendita monetaria effettiva”, per distinguerlo dalla semplice “rendita monetaria” così come intesa da quei falsari della Banca d’Italia, spetta naturalmente allo stato. Cosa succede quando una percentuale significativa della popolazione – quella meno demente – capisce quello che stiamo scrivendo?

Di norma, accade una rivoluzione ed il sistema bancario viene nazionalizzato (a meno che non si facciano tutti comprare in massa dalle banche). Casi tipici in questo senso sono stati la rivoluzione cinese e quella iraniana. Noi abbiamo avuto il fascismo che emetteva “biglietti di stato a corso legale” invece di farsi usurare dai banchieri come fa oggi il governo prendendo a prestito quello che è il frutto di una prerogativa della sovranità (monetaria): la moneta. Ma il fascismo è stato presto gettato nella pattumiera della storia assieme anche ai diritti che vennero conquistati per i lavoratori e che – in gran parte – un sindacato stracorrotto è riuscito a far cancellare progressivamente negli ultimi trent’anni. Dico stracorrotto proprio perché mai i sindacati – nemmeno quelli meno gialli – hanno osato prendere posizione ufficialmente e levare una voce per denunciare lo scandalo bestiale (ma offendo le bestie) del signoraggio privato sull’emissione monetaria. Questa assurdità è costata le vite di quanti – “falliti” – hanno scelto la strada del suicidio.

Per questo il compianto professor Giacinto Auriti aveva denunciato Carlo Azeglio Ciampi, allora governatore della Banca d’Italia, per istigazione al suicidio. Perché se nell’aggregato non esiste moneta sufficiente per pagare gli interessi, quando finisce la musica qualcuno rimane per forza senza la sedia dove sedersi. Cioè quando le banche impongono di “rientrare”. Possiamo approssimativamente dire che se manca un 20% di moneta per rendere solvibile il sistema, falliranno circa il 20% delle imprese e persone attualmente esposte col sistema bancario. Solo questo da l’idea della sovversione dell’ordine economico operata silenziosamente dal sistema bancario.

Ma nel paese dello “io speriamo che me la cavo”, i soggetti meno ingenui hanno ognuno la loro banchetta, ad esempio Berlusconi (Banca Mediolanum) ed il Vaticano (con lo IOR, l’Istituto per le Opere di Religione, verrebbe da ridere se non ci fosse da piangere…). Ma il Vaticano almeno, seppure in modo molto vago nelle sue encicliche, cerca di denunciare il sistema e di avvertire i fedeli. Naturalmente, senza entrare troppo nei particolari, non venisse in mente al Casini di turno di chiedersi perché molti banchieri fan parte dell’Opus Dei…

57 milioni di italiani non possono diventare tutti banchieri per difendersi dal racket del signoraggio. 57 milioni di italiani, arrivati ad essere appunto “italiani” a seguito di innumerevoli guerre inutili, visto dove siamo arrivati, hanno il diritto di aspettarsi che lo stato – con tutte le sue polizie più o meno segrete – faccia qualcosa per farli uscire da questo racket che costa centinaia di miliardi di euro all’anno, nonché letteralmente la vita usurata a morte dei suoi cittadini.

Allora  perché dico che la rivoluzione forse non è necessaria? Perché ci sono paesi dove gli statisti (Putin in Russia, Chavez in Venezuela e forse Gheddafi in Libia) fanno qualcosa per limitare il potere della piovra coi tentacoli a forma di Bancomat.

Se per esempio Tremonti avesse letto qualcuno dei libri citati sopra – e non si facesse troppo inebriare troppo dalle riunioni dell’Aspen Institute – potrebbe provare a seguire una via “morbida” al cambiamento. Potrebbe almeno – come fanno in Nord Dakota – creare una Banca davvero d’Italia con cui offrire ai cittadini quanto loro negato dal sistema usuraio. Una banca di stato che usasse il criterio attuale di riserva frazionaria (2%) avrebbe bisogno di raccogliere solo un cinquantesimo della massa monetaria richiesta dalle spese dello stato. Proprio perché potrebbe usare a suo favore la leva del moltiplicatore monetario. Infatti, le banche prestano fino a 50 volte la cifra raccolta che pongono “a riserva”, dimostrando di essere tutte in bancarotta tecnica (perché, a differenza dello stato, possono finire in bancarotta).

Con questo sistema, cioè creando ed usando una banca di stato, senza toccare il sistema bancario attuale, le tasse potrebbero praticamente sparire, come già succede con i paesi cosiddetti paradisi fiscali che emettono la propria moneta statale. Ovviamente la neonata Banca del Sud non è che una pallida imitazione del tipo di banca statale che intendo io. Pare che il governo – in questo senso – sia parecchio timido. Ora si tratta di vedere se – a forza di palliativi e succedanei – la popolazione rimanga ancora – e per quanto tempo – ipnotizzata nel suo stato di malessere economico. Perché – nel caso di troppo poco e troppo tardi – si rischia che i milioni di disoccupati scelgano una alternativa meno ingloriosa del suicidio. E magari decidano di chieder conto all’élite di quanto successo sinora. I dati sono preoccupanti: ormai, ogni italiano, è stato derubato dell’equivalente di 1,3 milioni di euro. Una cifra più che sufficiente per assicurare una vita dignitosa a tutti, calcolando anziani e bambini.

Ma in questo tempo di VEDUTA CORTA, come direbbe Padoa-Schioppa, il sistema politico gioca d’azzardo e cerca di continuare “ad infinitum” il triste e melanconico “gioco delle parti”. Sperando e pregando che i cittadini non si sveglino sparando. E’ un rischio morale micidiale. Un rischio mortale. Perché non è vero – come diceva Totò – che ogni limite ha la sua pazienza. Aspettiamo e vedremo.

Marco Saba

http://leconomistamascherato.blogspot.com/2010/03/la-rivoluzione-non-e-necessaria-forse.html

Altri articoli sul signoreggio bancario:

http://www.circolovegetarianocalcata.it/?s=signoraggio+bancario

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