LE RIVOLUZIONARIE SCOPERTE DEL DR. RYKE GEERD HAMER – Sesta puntata – di Paola Botta Beltramo

Le relazioni dei medici, docenti di oncologia, chirurghi, fisici, psicologi, ricercatori dello spirito ecc. tenutesi a Milano nell’ottobre 2006 durante il congresso “Scienza e Spirito” ,  iniziate con quella relativa alle scoperte del dr. Hamer, sono state pubblicate in un libretto dal titolo “La Scienza incontra lo Spirito” di cui si trascrive  la prefazione del fisico prof. Vittorio Marchi:

\”Lo scisma tra scienza e religione, scienza e scienza, religione e religione e l\’eterno conflitto tra spirito (sacro) e materia (profana) stanno alimentando oggi tutti i più nefasti fondamentalismi. C\’è una pista incisa, come in un floppy disk, presente nell\’essenza di ogni individuo. Si tratta di una linea della memoria,. fuori dal tempo e dallo spazio, dove risiede la  coscienza dell\’infinito. Ma  i fondamentalisti di tutto il mondo, le loro guide ed i loro maestri la ignorano. I microbiologi la ricercano nel DNA, un acronimo che sta per \”Divine Natural Awarness\” e che significa la \”Divina Consapevolezza Naturale\”, potenzialmente presente in tutti, ma non la trovano. Battaglioni di biologi, bioinformatici, biochimici ed altri che lavorano da oltre 20 anni al progetto \”Genoma\” (specialmente all\’Università di Berkeley ed in altri prestigiosi istituti di ricerca) non riescono ad individuarla alla fine del loro lavoro. Perplessi e disarmati non escludono che ci deve essere \”qualcosa oltre\” in questo linguaggio in cui \”Dio creò la Vita\”. Gli astrofisici  dal canto loro ne inseguono anch\’essi le tracce da oltre 20 anni cercando di individuarla in un “Campo\” che essi ritengono estremamente grande, ma inaccessibile. E, a distanza di 19 anni dall\’uso di Space Telescope, nel 2013 con il progetto  “Destiny” (Dark Energy Space Telescope) della N.A.S.A., vogliono tornare a rispedire in orbita questo telescopio per capire cosa sia questa energia oscura, questa materia oscura, questo info-regno della materia organica e intelligente, così eternamente sfuggente. I fisici invece la ricercano in un “Campo\” estremamente piccolo, qual è quello delle particelle e dei quanti, nel cuore della materia visibile ed invisibile, ove però non riescono ancora a penetrare. In molti incomincia a farsi strada il sospetto che i due poli dell\’ologramma \”Micro-Macro\” nascondano una indissolubile, risonante, sincronica totalità cosmica cosciente, seppure non ancora senziente, in cui l\’Intero è insito in ogni sua parte e viceversa. E\’ una via, così come è stata indicata dal grande fisico David Bohm della University of London e dal grande neurofisiologo Karl Pribram dell\’Università di Stanford, ma non è ancora una meta.

Per cui, in maniera adatta alle caratteristiche della mentalità occidentale, il prof: Vittorio Marchi si è proposto di polarizzare l\’attenzione del lettore sul concetto di “interconnessione”; e questo come unico mezzo per rientrare con Coscienza nel reale progetto vitale dell\’Universo, da cui far derivare una nuova Scienza dell\’Unicità Infinita del cosmo, in grado di descrivere sia l\’Infinito che la Coscienza. Ad una donna  che nel Vangelo di Tommaso chiedeva a Gesù chi egli fosse, \”Io sono Colui che proviene dall\Indiviso\”, così rispose il Maestro, anticipando di 20 secoli il formidabile concetto di non-località, in cui il particolare è insito nel totale e viceversa; fiore all\’occhiello della fisica moderna. Sono passati dunque 2000 anni da quel profondo messaggio. E\’ il momento di riproporlo per riesumazione dalla tomba del tempo in cui giaceva sepolto, spaziando dalle scienze più avanzate (come la meccanica quantistica e le neuroscienze), alla filosofia, alla storia, alla religione, allo psichismo, all\’ecologia, argomenti attraverso i quali l\’autore del presente testo ha dovuto passare per mostrare che, contrariamente alle mistificazioni che ci sono state imposte dai vari “monoteismi”, culturali e religiosi di ogni epoca, non esiste il “Molteplice”, il Creatore ed il Creato, l’Osservatore e l’Osservato, ma esiste un solo, unico Dio per tutti, l\’Infinito, l\’UNO che non ha il DUE. Da questa fonte di inesauribile energia vibrazionale universale, se accessibile, si può attingere di tutto, anche la possibilità di incomprensibili guarigioni, definite molto riduttivamente dal lessico religioso come “miracolose”. Quando invece già negli anni 20 William McDougal suggerì e dimostrò che ogni guarigione è un’ “autoguarigione”, risultato di un potere soprattutto psichico, dovuto alla forte concentrazione di energie psichiche individuali o collettive. Altri ricercatori attualmente (vedi il dr. Hamer)  hanno ripreso il filo di questo discorso, ritenendo che un particolare stato della coscienza può fare molto di più che creare qualche piccolo mutamento di salute, prodotto da farmaci e da terapie più o meno intensive applicate al malato o al paziente dall’  “esterno”, seguendo i soli canoni della cosiddetta medicina ufficiale. Esistono centinaia di migliaia di resoconti incredibili al riguardo, anche nella storia recente. Esiste cioè una realtà da cui scaturisce la natura profonda di certe energie sottili, una sorta di strabiliante tesoro; in sostanza, una biblioteca clinica dalla quale si può attingere tutto ciò che noi dobbiamo ancora imparare a tradurre su scala fisica e sul piano fisico. In fondo, certo molto in fondo, il senso di questa diversa tipologia di ricerca, di questa recuperata metodica, che oltre 2000 anni fa ha fatto dire a Gesù: “La tua fede ti ha salvato”, sta fondamentalmente tutta qui. E\’ evidente che quel messaggio esplicito meriterebbe molta più attenzione di quanto invece l\’ambiente clinico fino ad oggi sia mai stato disposto a concedergli, relegandolo nel sottoscala del sacro, fuori dal recinto profano della pratica funzionalità. Purtroppo ciò si spiega con il fatto che i tempi non sono ancora maturi. Ci vuole evidentemente altra tolleranza. C\’è ancora da attendere, ma il futuro ci dirà da che parte starà la ragione delle cose.   17 febbraio 2007 – prof. Vittorio Marchi.”

Sono pochi anche gli spiritualisti che hanno intuito in modo chiaro gli errori scientifici derivanti dalla divisione della ricerca tra spirito e materia. Tra questi l’antropologo teosofo Bernardino del Boca il quale, con il coraggio che lo ha sempre contraddistinto ,frutto del suo amore per la Vita e per la ricerca di Verità, già nel 1985 scrisse: “Il vuoto dei sentimenti ha portato la gioventù ed i deboli a drogarsi. Non sono gli omosessuali e i drogati a diffondere l’Aids, bensì la vita contro Natura, il cibo troppo raffinato, la sofisticazione e l’ignoranza vestita di sicurezza che crea i ghetti, le ingiustizie, le confusioni, tutte le negatività. Gli omosessuali e i drogati sono le prime vittime di questa società egoistica e ignorante. Queste vittime sono come i topi che, nei tempi passati portavano la peste. Non erano colpevoli i topi se la società di allora viveva nella sporcizia fisica e morale. La peste era un castigo. L’Aids è un castigo e i colpevoli sono gli egoisti che producono cibo inscatolato privo di prana, che producono medicinali che arricchiscono le ditte farmaceutiche ma tolgono le difese naturali del corpo umano, che producono quella pubblicità che induce a ricorrere al sesso, alla violenza, alla guerra, come se queste cose negative fossero le più necessarie all’uomo.” (Rivista L’Età dell’Acquario n. 40/85 pagg.9-10) In altre occasioni  contestò le scoperte scientifiche che attribuivano la sindrome aids al retrovirus hiv e affermò che la maggior parte delle persone  sarebbero decedute per l’enorme paura scatenata da questa diagnostica e per le conseguenti cure sbagliate..

Scrisse il dr. Hamer nel suo libro “ Il cancro e tutte le cosiddette malattie”  (2004) pagg. 225-228: “L’aids è la più grande frottola del nostro secolo!  Dalle mie osservazioni e anche da quelle di altri studiosi dell’aids risulta precisamente che ci si può ammalare e manifestare i (presunti) sintomi dell’aids solo se la persona sa di essere  hiv-positiva o che ha il forte timore di esserlo”. Scrive C. Trupiano nel suo libro “Grazie dr. Hamer” (ediz.2007). “L’aids è un argomento da riscrivere. Dovremo rimettere in discussione tutto il paradigma aids.

Prendiamo ad esempio il sarcoma di Kaposi, un tumore che recentemente viene associato ai malati di aids. E’ una patologia  che ha sempre colpito più frequentemente bambini e persone anziane, ora si  ritrova connessa all’aids. In particolare colpisce gli uomini omosessuali. Ma come si spiega allora la connessione tra bambini, anziani e malati di aids? Non c’è risposta. La concomitanza tra loro risulta invece chiara se vista alla luce delle Leggi Biologiche. Il sarcoma di Kaposi è una lesione neoplastica del tessuto dermico e sottocutaneo che coinvolge anche i vasi con marcate emorragie, Il conflitto è connesso al tessuto ectodermico e quindi è chiaro il suo contenuto e il “sentito” biologico:  “Non mi sento più accarezzato, nessuno mi tocca più” Lascio a voi intuire il legame che unisce bambini, anziani e omosessuali, reietti dalla società. Per i riscontri clinici non c’è bisogno di scomodare Hamer, basta leggere le conclusioni di ricercatori, scienziati virologi, come Peter Duesberg. Stephan Lanka, Kramer, il premio Nobel Kary Mullis insieme a molti altri che hanno messo in discussione tutta l’architettura del sistema hiv e aids. Le divergenze tra gli scienziati continuano e si combattono su un fronte dove la legge è purtroppo legata a molti interessi in gioco. C’è un budget di 50 miliardi di dollari da suddividere, che le grandi potenze avrebbero così ripartito: 28 miliardi per l’aids e i restanti 22 per le problematiche ambientali.”   Cent’anni fa i teosofi,  che avevano già messo in discussione tutta l’architettura delle varie epidemie fino a fondare una lega contro vaccinazione e vivisezione, furono derisi e calunniati  per aver affermato che per addivenire a più verità era necessario ricercare le cause anche nella mente-psiche.

Ora lo afferma anche il premio Nobel per l’hiv Luc Montagnier (vedi n. 13/2009 del “Il Faro del Fenera”). Dichiara infatti  Montagnier: “I fattori psicologici sono di vitale importanza per sostenere il sistema immunitario. E se si elimina questo sostegno, dicendo a chi è malato che è condannato a morire (molte diagnosi, tra cui  quella di aids, vengono a volte  recepite come una condanna di morte), basteranno queste parole a condannarlo. Se si ha un buon sistema immunitario si può far fronte ai virus. Vale anche per il popolo africano. E’ una conoscenza importante che è completamente trascurata. La gente pensa sempre a droghe e vaccini. Succede questo per denaro”.  Pertanto risulta sempre più evidente che per prevenire future paure derivanti da vere o presunte pandemie o da  diagnostiche traumatiche occorre anche  la testimonianza  del vissuto/sentito  del  “paziente”. La responsabilità di ognuno sarà foriera quindi di una ricerca più etica non più basata sulla divisione tra spirito e materia.   Continua  -

(Paola Botta Beltramo)

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