Aeroporto di Viterbo: “La storia vera dell’aeroporto (militare) che c’è e di quello (low cost) che non c’è…”

Di tanto in tanto occorre far chiarezza su un discorso, quello dell’aeroporto di Viterbo, che  è andato sempre più ingarbugliandosi.  

Si cominciò a parlare di un ipotetico aeroporto per voli low cost da istallarsi a Viterbo, nelle adiacenze od in sostituzione del campo d’atterraggio militare Fabbri, nella tarda primavera di tre anni fa. L’annuncio fu dato da un tal ministro Bianchi del Governo “traballante” Prodi nel giugno del 2007 il quale annunciò la sua intenzione di voler privilegiare Viterbo come sede per  i voli low, in vista di un alleggerimento su Ciampino i cui abitanti stavano facendo carte false e denunce a tutto spiano per togliersi quel peso di dosso… Allo stesso tempo anche l’allora sindaco di Roma, Veltroni, premeva per alleggerire  il ronzio continuo sulla capitale e le noie legate ad uno scalo incuneato  nell’area metropolitana romana (Ciampino è alle porte di Roma).

All’annuncio del Bianchi seguirono osannanti urla di giubilo da tutti gli scherani democratici (Fioroni, Sposetti, Parroncini, etc.) e pure dai cavalieri destri (Marini, Gabbianelli, etc.). Nel frattempo dovendo andare al rinnovo delle cariche amministrative tutta la battaglia politica si spostò su chi avrebbe garantito l’aeroporto a Viterbo, assicurando così “posti di lavoro e ricchezza per tutti” (promettevano i politici destri e sinistri).

In quella fase non esisteva alcuna opposizione all’ipotesi di un aeroporto low cost a Viterbo, tutti parevano abbacinati dal miraggio di un Eldorado turistico e di sviluppo edilizio e commerciale. In quel periodo dovetti prendere il coraggio a due mani e, solitario Don Chisciotte, scrissi una lettera spiegando la realtà dei fatti e la verità sulle conseguenze di questo progetto scellerato. Nessun giornale viterbese la pubblicò, solo il Corriere della Sera di Roma (http://archiviostorico.corriere.it/2007/luglio/06/Via_Tomacelli_160_co_10_070706035.shtml ) e successivamente una rivista locale, Etrurialand (a quel tempo il sito del Circolo non era ancora operativo). Subito dopo indissi una riunione al Circolo Vegetariano VV.TT. per sensibilizzare le persone  al problema dell’aeroporto, ricordo che c’era pure la luna piena e si parlò di “metempsicosi”. All’incontro vennero anche Marinella Correggia e Antonella Litta, che in seguito assieme a Beppe Sini, fondarono un comitato anti-aeroporto. Con ciò pensavo di aver compiuto il mio dovere… Una certa consapevolezza sul problema del “mega aeroporto low cost” a Viterbo stava nascendo….

Purtroppo dovetti ripetutamente ancora intervenire, ma lo feci a modo mio senza apparentarmi specificatamente con alcun gruppo… Nel frattempo si sono creati vari cantoni d’opposizione all’aeroporto, presso gli ambientalisti,  presso le persone ragionevoli non colluse, presso alcuni organi della libera informazione (Agora Magazine, La Tua Voce, UNO Notizie, Vivi Viterbo, Viterbo Tv, etc.). Ma pure le truppe aeroportuali si sono ben organizzate, anzi pure meglio, addirittura nominando al Comune di Viterbo uno specifico assessore al costituendo aeroporto  e rilanciando di tanto in tanto proclami di attuazione, sia in ambito regionale che nazionale… sia da parte del centro destra che del centro sinistra, i cui caporioni oggi si rimpallano la “colpa” di non aver ancora attuato l’aeroporto… 

Ma sapete la verità?  La verità l’ha detta indirettamente il Ministro Altero Matteoli recentemente in una missiva indirizzata al sindaco di Viterbo, Giulio Marini. Leggete voi stessi.

 

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L’INVOLONTARIA CONFESSIONE DEL MINISTRO E ANCORA UN AUTOGOAL DEL SINDACO DI VITERBO

Il sindaco di Viterbo, Giulio Marini, diffonde alcuni stralci di una lettera a lui indirizzata dal ministro di Trasporti, Altero Matteoli, avente ad oggetto lo stato dell’arte sul mega-aeroporto fuorilegge. E commette l’ennesimo autogoal, poiche’ in quei passaggi il ministro ammette suo malgrado il pasticciaccio brutto, l’ignobile inganno, la squallida truffa.

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Scrive il ministro che assicura la sua “precisa volontà a garantire la definizione delle opere stradali e ferroviarie di accesso all’impianto aeroportuale”: così rivelando che tale “definizione delle opere di accesso” ancora non c’é. Una elefantiaca, mostruosa opera pubblica senza relative adeguate opere di accesso, che sarebbero ancora da definire: é bizzarria alquanto interessante. Ci si chiede di cosa abbiano starnazzato fino ad oggi i propagandisti del mega-aeroporto, dimenticando un simile dettaglio.

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E scrive il ministro al suo amico sindaco che “non appena disponibile il master plan dello scalo aeroportuale da parte della società Aeroporti di Roma, sarà mia cura convocarti per definire l’itinerario per l’inoltro definitivo al Cipe”: così rivelando che tutti gli annunci che da anni si susseguono di imminente finanziamento da parte del Cipe erano semplici bubbole, mere fole, squallidi inganni, vaniloquio truffaldino.

Che sublime prestazione di ciarlataneria, quale monumento alla menzogna considerata come una delle belle arti, roba da far invidia all’eroe di Collodi.

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Sarà opportuno un commento, in forma didascalica:

1. il mega-aeroporto a Viterbo é un’opera fuorilegge, poiché viola leggi italiane ed europee ed é incompatibile con la pianificazione territoriale regionale e comunale e con i vincoli di salvaguardia territoriali;

2. il mega-aeroporto a Viterbo é un’opera devastante: che distruggerebbe i preziosi beni archeologici e naturalistici dell’area termale del Bulicame; che massacrerebbe l’agricoltura; che impedirebbe di sviluppare il termalismo; che deprezzerebbe il valore delle aree, degli immobili, delle attività produttive e degli esercizi commerciali di tanta parte del territorio e della città; che danneggerebbe pesantemente l’economia locale; che farebbe collassare la già fragile e inadeguata rete infrastutturale;

3. il mega-aeroporto a Viterbo é un’opera altamente inquinante che aggredirebbe violentemente la salute e la sicurezza della popolazione: la sua realizzazione dal punto di vista sanitario sarebbe uno scellerato crimine;

4. il mega-aeroporto é un’opera doppiamente dannosa per la popolazione, anche perché intesa a sperperare ingenti somme del pubblico erario a vantaggio di una lobby affaristica e speculativa; ingenti somme di denaro pubblico che verrebbero sottratte ad opere realmente utili e necessarie (come ad esempio le ferrovie).

Per tutti questi motivi il mega-aeroporto a Viterbo é un delitto ed una follia. E i promotori di esso dovranno assumersi la responsabilità dei loro atti: favoreggiare un’opera nociva, distruttiva e fuorilegge é un crimine.  Antonella Litta: tel. 338.3810091, e-mail: antonella.litta@libero.it     

 

…………… ed ora la storia dell’aeroporto che c’è, quello militare:

Viterbo sin dagli anni ‘20 ebbe un Campo di fortuna, voluto dall’Amministrazione provinciale per effetto della Legge 27 Giugno 1927 n° 1630, sul quale potevano atterrare gli aerei civili o militari in eventuale difficoltà nel loro transito sulla nostra zona.

La località destinata a tale scopo era posta alle Bussete vicino all’attuale aeroporto.

Fu il duce Benito Mussolini a voler dotare Viterbo di un «importante aeroporto militare per il quale è stata stanziata la somma di 11 milioni e 800 mila lire», lo spianamento del terreno, in località Campo delle rose, e la costruzione delle strutture aeroportuali impegnò oltre mille operai che vi iniziarono a lavorare prima del 28 Ottobre del 1936, come riferisce un telegramma inviato al prefetto di Viterbo, Arturo Vendittelli (Agosto 1936 – Agosto 1939), dal Ministero dell’Interno in data 7 Ottobre di quell’anno.

Così fu perché il 18 di quel mese la ditta romana Imprese di Costruzioni fratelli Vaselli Romolo fu incaricata di assumere i lavori per la realizzazione dell’Aeroporto. Furono impiegati trecentosessanta operai e tra loro, come guardiano notturno, era anche mio nonno Giuseppe Matteacci (Pietralunga 3 Marzo 1906 – Viterbo 25 Agosto 1976) che da Gubbio venne a Viterbo in bicicletta e di lì a poco vi trasferì tutta la sua famiglia, che vi rimase stabile.

Terminata la costruzione dell’Aeroporto, vi si stabilì il 9° Stormo B.T. (Bombardamento Terrestre), che venne di stanza a Viterbo il 15 Ottobre del 1937, era stato costituito a Ciampino Nord il 26 Febbraio 1934.

Lo Stormo aveva in uso gli aerei S 79 SIAI Marchetti dotati di tre motori Alfa Romeo stellari da 750 HP. L’aereo fu soprannominato lo Sparviero, ma il nemico lo conosceva meglio come il Gobbo maledetto.

Il 9° Stormo si sciolse dopo l’8 Settembre 1943.

Il 14 Settembre 1937, prima dell’inaugurazione ufficiale, il generale Giuseppe Valle, sottosegretario dell’Aeronautica, pilotando personalmente un trimotore, giunto sopra a Viterbo dopo aver affidato l’aereo al secondo pilota, si lanciò da seicento metri di quota col paracadute «toccando regolarmente il campo di volo dopo circa 75 secondi».

Con lui era l’inventore del paracadute Salvador, Prospero Freri. Valle, con il suo lancio, volle dimostrare che l’Aeroporto era idoneo ad ospitare una scuola di paracadutisti, allontanando i dubbi che qualcuno aveva in merito alle forti correnti ascendenti che sembra potessero colpire la nostra zona.

L’Aeroporto, armato dalla Regia Aeronautica, con Foglio d’Ordini del 25 Novembre 1937 dello SMA, fu intitolato a Tommaso Fabbri, nato a Roma il 15 Febbraio 1908, tenente pilota, medaglia di bronzo al valor militare, caduto sul Lago Ascianghi in Etiopia il 4 Aprile 1936.

Fu inaugurato ufficialmente il 5 Febbraio 1938 alla presenza del vescovo di Viterbo, Emidio Trenta.

Al Fabbri fu innalzata una stele alla memoria, inaugurata il 28 Marzo 1974, collocata inizialmente presso l’ingresso dell’Aeroporto.

L’Aeroporto fu anche dotato di una Stazione aerogoniometrica ausiliaria ed inserito nella rete di Controllo all’Assistenza del Volo nazionale.

Un importante evento doveva essere registrato nelle cronache, infatti, il 27 Maggio 1938, verso le ore 9, sulla pista dell’Aeroporto, senza preavviso, atterrò Benito Mussolini.

Il duce aveva pilotato da Guidonia un trimotore da bombardamento ed era accompagnato dal generale Giuseppe Valle, dal colonnello Biseo e dal comandante dell’Aeroporto Gambino. Grande importanza rivestì il successivo 3 Dicembre 1938, quando venne a visitare l’Aeroporto, il re Vittorio Emanuele III, accompagnato dal generale Bernasconi.

Tra la fine del 1941 e gli inizi del 1942 l’Aeroporto fu utilizzato per le riprese del film Un pilota ritorna del regista Roberto Rossellini con Massimo Girotti, Michela Belmonte e Piero Lulli. Nel 1942 l’Aeroporto ospitò la 2ª Scuola di Paracadutismo, la 1ª era a Tarquinia, ove erano presenti anche reparti della Luftwaffe tedesca con mezzi di trasporto e da caccia.

L’Aeroporto fu bombardato il 29 Luglio 1943, alle ore 13,30, dall’aviazione anglo-americana per mezzo dei bombardieri 36 B24 Liberator, furono distrutti gli hangars con gli aerei all’interno, la palazzina del comando, gli aerei in pista e i depositi dei carburanti. Tre bombe cadute sulle camerate non esplosero. In seguito, nella notte del 15 – 16 Agosto 1943, fu iniziata ad essere colpita anche la Città di Viterbo da numerosi e spesso massicci bombardamenti che terminarono dopo il 9 Giugno 1944.

Nel 1944, dopo l’arrivo degli anglo-americani, atterrò all’Aeroporto il re Giorgio d’Inghilterra, il quale era venuto per la visita ai combattenti.

Passata la Seconda guerra mondiale l’Aeroporto, dopo la sistemazione del campo di atterraggio e l’abbattimento delle strutture bombardate, riprese la sua attività, dall’Aprile 1945, come Posto Raccolta Reduci Aeronautica, infatti, venivano qui riuniti i militari rimpatriati dalla prigionia. Venne costituito, il 18 Gennaio 1947, il Centro Militare di Paracadutismo nella Caserma Dante Chelotti dove furono addestrati i Nuclei Paracadutisti delle Brigate alpine Julia, Cadore, Taurinese e Tridentina.

Il Centro è stato trasferito il 28 Agosto 1956 a Pisa. Sul terreno dell’Aeroporto si potevano ammirare i trimotori da trasporto S.M. 82 che venivano utilizzati per effettuare i lanci di addestramento della Divisione Folgore.

L’Aeroporto fu sede dal 1953 del C.I.R.A.M., Centro Istruzionale Reclute Aeronautica Militare e ancora dal 1953 al 1958, della Scuola Specialisti per la formazione degli avieri aiuto automobilisti, S.S.A.A.

Il 1° Settembre 1958 vi fu costituita la prima Scuola Centrale di Vigilanza Aeronautica Militare, assumendo, poi, nel 1981 la denominazione S.A.R.V.A.M., Scuola Addestramento Reclute e Vigilanza Aeronautica Militare. Nel 1980 è stato eretto all’interno dell’Aeroporto il monumento in memoria dei Caduti del 9° Stormo.

Il Centro Aviazione dell’Esercito, che ha questa denominazione dal 1993, trae la sua origine dal Reparto Aereo di Artiglieria, costituito nel 1951 a Bracciano, nella Scuola di Artiglieria. Nel 1957 prese il nome Centro Addestramento Aerei Leggeri Esercito, C.A.A.L.E., e il 25 Gennaio 1958 venne trasferito a Viterbo; occupa i locali della Caserma Chelotti e una parte antistante dell’Aeroporto Fabbri.

Nel 1976 il C.A.A.L.E. diventò C.A.L.E., Centro Aviazione Leggera dell’Esercito, col motto Volat agile rapide observat, e al suo interno fu costituito il 1° raggruppamento A.L.E. Antares, col motto Primus nomine, factisque fulgentior. In data 1° Febbraio 1976 si costituì il 1° Reggimento AVES Antares dai preesistenti 1° reparto Elicotteri Uso Generale e 1° reparto Elicotteri Medi, riarticolandosi nel 51° Gr. Sqd. EM Leone, 11° Gr. Sqd. ETM Ercole e 12° Gr. Sqd. ETM Gru soppresso nel 1974. Gli equipaggi che formano il 1° Reggimento AVES Antares, per il loro alto impegno e valore, hanno visto decorare la propria bandiera con la Medaglia d’Argento al valor dell’Esercito e con la Croce di Cavaliere dell’Ordine Militare d’Italia.

Il 4° Reggimento AVES Altair è stato costituito a Bolzano il 20 Gennaio 1976, allora era denominato 4° raggruppamento ALE Altair. Nel 1992 il reparto adottò la denominazione 4° Reggimento Aviazione Leggera dell’Esercito Altair e nel Giungo 1993, con l’inserimento in servizio dei Dornier 228, che non sono classificabili leggeri, prese l’attuale nome. La sua bandiera è decorata con cinque Medaglie d’Argento al Valore Civile.

Il 15 Giugno 1976 fu costituito il 4° Reparto Riparazioni Aerei Leggeri Esercito, il R.R.A.L.E. divenendo così Base A.L.E. Il motto è Res, non verba. Il 6 Ottobre 1990 è stata consegnata al reparto la Bandiera di Guerra e, per l’occasione, è stata emessa una cartolina.

Si sta realizzando (2001) un aeroporto civile – turistico con una pista lunga millecinquecento metri e larga trenta.

Dal volume di Mauro Galeotti:  “L’illustrissima Città di Viterbo”, Viterbo, 2002. (Archivio Mauro Galeotti) 2004

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Altri articoli sul tema aeroportuale di Viterbo: http://www.circolovegetarianocalcata.it/?s=aeroporto+viterbo

Grazie per aver letto sin qui, Paolo D’Arpini

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