Vittorio Marinelli: Sanremo, sono solo canzonette…? – Processo “canzonatorio” per il festival più discusso d’Italia, da Osservatorio Antiplagio European Consumers

*Osservatorio Antiplagio*, comitato di vigilanza sulla tv e sui media,  sportello di *European Consumers*, consorzio di associazioni di  consumatori, membro del CRUC (Comitato Regionale Utenti e Consumatori, decreto T0421), denuncia quanto segue.

Premesso che:

- Le edizioni 2009 e 2010 del Festival di Sanremo, trasmesse (come di consueto) da “Rai 1″, sono state caratterizzate dalla vittoria di due  giovani cantanti, Marco Carta e Valerio Scanu, provenienti dal programma  televisivo “Amici”, prodotto dalla tv concorrente “Canale 5″, di RTI  (Reti Televisive Italiane). In concomitanza con entrambe le edizioni, le  emittenti di RTI – Canale 5, Italia 1 e Rete 4 – hanno sospeso e  sostituito le trasmissioni in concorrenza ed in contemporanea con il  Festival, determinando un vantaggio economico per la Rai, avvalorato dal  record di ascolti. Alle edizioni in questione hanno partecipato e  contribuito, a vario titolo, conduttori e autori di RTI e/o Mediaset: Paolo Bonolis, Luca Laurenti, Maria De Filippi, Maurizio Costanzo ecc.

- La vittoria di Marco Carta e Valerio Scanu è stata determinata da una  giuria di esperti e dal televoto a pagamento: in ambedue i casi il  televoto ha ribaltato il responso degli esperti, che valeva per il 50%.  Tale risultato è servito a dare importanza e fare pubblicità alla  trasmissione della concorrenza “Amici”; pubblicità che si traduce in un  incremento di ascolti, legato anche al fatto che: 1) due concorrenti  esordienti – stranamente inseriti tra i vip – sono riusciti a vincere il  più ambito Festival musicale italiano, sbaragliando nomi molto famosi;

2) “Amici” ha sfornato due veri e propri fenomeni; 3) partecipare ad  “Amici” è prestigioso ecc.

- A questo punto sarebbe importante verificare la genuinità del voto in  quanto, innanzi tutto, il risultato non è plausibile, considerata la  divergenza tra i diversi convincimenti, e soprattutto il televoto non è  trasparente e non è controllabile: lo sarà solamente il giorno in cui i  voti verranno esaminati uno per uno, insieme ai numeri di telefono di  chi ha espresso il proprio giudizio. Chiunque infatti, in questi casi,  può fare incetta di sim e credito telefonico, in particolare se la spesa, quale forma di investimento, è tutto sommato modesta rispetto al risultato.

- Sarebbe importante anche fugare il sospetto, adombrato da quanto pubblicato il 23/2/02 dal quotidiano “Avvenire” – dove risulta che la canzone “Italia amore mio”, fino a 53′ dalla conclusione del televoto,  era in testa con 212.482 voti, mentre al secondo posto c’era “Per tutte  le volte che” con 138.588 preferenze, ovvero 73.894 in meno,  misteriosamente recuperate e addirittura superate di 96.517 unità in  un’ora scarsa – che a Sanremo abbia fatto la sua parte e sia entrato in  campo il mondo delle scommesse, più o meno autorizzate, perché la  vittoria di un eliminato al primo turno, nonché l’approdo alla finale di  altri eliminati pesantemente contestati, richiama gli stessi identici  meccanismi con cui si manipolano le corse dei cavalli. Due esempi fra  tutti sono proprio i ripescaggi della canzone vincitrice, eseguita da Valerio Scanu, e dello stesso brano “Italia amore mio”, cantato dal trio Pupo-Emanuele Filiberto-Luca Canonici, su cui pochi “fortunati” hanno  scommesso e pronosticato il podio e, tanto meno, il secondo posto (come è accaduto).

- E’ discutibile poi che la Rai faccia pagare ai contribuenti un servizio come il televoto, per il quale in realtà chi vota e, soprattutto, chi paga il canone potrebbe essere remunerato. E’ significativo il fatto che il servizio pubblico radiotelevisivo e le  compagnie telefoniche, grazie a Sanremo, abbiano incassato 2.705.212 €.

- Durante la diretta televisiva sono emerse palesi violazioni del regolamento del Festival, senza che gli organizzatori prendessero provvedimenti. Due esempi fra tutti: la partecipazione alla serata finale del ct della Nazionale italiana di calcio, Marcello Lippi (in  duetto con Pupo-Emanuele Filiberto-Luca Canonici) che, prima dell’esecuzione del brano “Italia amore mio”, ha fatto un discorso vietato dal regolamento; l’ammissione della canzone “Dirsi che è normale”, di Nicolas Bonazzi, che da un anno e mezzo era riportata su  internet, come documentato da un servizio Tgcom del 7/11/2008

(www.tgcom.mediaset.it/spettacolo/articoli/articolo432357.shtml

http://www.tgcom.mediaset.it/spettacolo/articoli/articolo432357.shtml ).

A tali esempi andrebbero aggiunti diversi casi di plagio musicale, che  siamo disponibili a documentare.

 

Vi chiediamo:

- Che interesse possono avere RTI e Mediaset a perdere audience a vantaggio della concorrenza, se non quello di recuperare in altro modo gli ascolti mancati?

- Il comportamento oligopolistico di RTI e Mediaset, in collaborazione  con la Rai, può essere una forma di “cartello” e/o concorrenza sleale  nei confronti delle altre emittenti?

- Distorcere l’audience con un eventuale accordo tra due soggetti e/o  imprese non è altresì una forma di distorsione del mercato pubblicitario?

- La non pubblicazione delle espressioni di voto tramite televoto,

sistema opaco e sfuggente, non può favorire eventuali interessi economici loschi? Non sarebbe giusto acquisire i tabulati delle votazioni per verificare se ad ogni voto corrisponde un utente diverso e  se, in particolare, hanno votato minorenni, visto e considerato il  divieto loro imposto dalle norme in vigore? Inoltre, perché alla giuria  di esperti, composta dai maestri d’orchestra del Festival, è stato  impedito di rendere pubblico il voto?

- Nelle trasmissioni in cui il servizio pubblico radiotelevisivo

utilizza il televoto, non sarà il caso di permettere ai cittadini di parteciparvi almeno gratuitamente e di non far esprimere più di un voto dalla stessa utenza telefonica?

- La palese violazione, in più punti, del regolamento del Festival di Sanremo, insieme alle perplessità summenzionate, non possono essere motivi validi per inficiare il risultato finale e/o prendere provvedimenti nei confronti degli organizzatori, della Rai, di RTI e di Mediaset, e valutare altre eventuali responsabilità?

Confidando in un Vostro sollecito interessamento, inviamo distinti saluti.

Avv. Vittorio Marinelli – European Consumers – vitmar@tiscali.it

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