“OGM: fallimento scientifico premeditato per imbrogliare il mondo e la natura…” di Giuseppe Altieri

“Troppo cibo al Mondo, per poter mangiare tutti”

Contro la Fame e i cambiamenti climatici, un decalogo “Econologico” per tornare alla campagna, approfittando della crisi industriale.

E un appello ai sindaci per dichiarare i Territori Biologici e liberi da OGM.:“MANGIACOMEPARLI”      …e un calcio agli OGM.

Le responsabilità primarie della fame e dei cambiamenti climatici sono dovute all’agricoltura e la zootecnia industriale-commerciale “globalizzata”, che oggi producono “troppo cibo per poter mangiare tutti”, mentre, nel contempo, consumano le risorse naturali ed economiche dei popoli, inquinando la biosfera con prodotti chimici di sintesi che si accumulano nelle catene alimentari. Sembra assurdo ma è proprio così. Oggi al mondo alleviamo circa 45 miliardi di animali, corrispondenti ad almeno 10 miliardi di Bovini equivalenti, che consumano più di un SUV…

Questi animali mangiano almeno come  20 – 25 miliardi di Persone !

Mentre 1 miliardo di esseri umani, su 6 miliardi di popolazione terrestre, soffre e muore di fame !!!

Sarà il caso di svegliarsi? …finchè siamo ancora in tempo…

Secondo il recente rapporto del Worldwatch Institute, la CO2 e gli altri gas serra, prodotti dagli allevamenti industriali, superano il 50% delle emissioni totali delle attività umane responsabili dell’effetto serra (industria, energia, trasporti, ecc.). E la maggior parte dei trasporti interessa merci alimentari, che girano per il mondo globalizzato, prodotte al più basso costo possibile, ovvero con il massimo sfruttamento possibile della manodopera, a danno massimo per le risorse della Natura (Disboscamenti, distruzione dell’Humus, inquinamento con Pesticidi e Diserbanti chimici, liquami, ecc.). E durante gli stoccaggi, i trasporti, la trasformazione industriale e la grande distribuzione al dettaglio se ne perde almeno il 20% per deterioramento o scadenza (più quello che buttiamo via dal nostro frigorifero).

Se teniamo conto, poi, che circa l’80% dei rifiuti prodotti dalle famiglie interessa le confezioni alimentari in plastica, forse ci rendiamo conto del disastro economico, ecologico e tossicologico che sta attentando al futuro della specie umana sulla Terra. Un vero e proprio “suicidiolocausto”, che ci vede spesso attori-consumatori inconsapevoli di una realtà oggi drammatica, frutto di un’economia perversa, dove la malattia e la morte rappresentano ormai gran parte del PIL. Sotto l’abile e capillare regia delle multinazionali Nuclearpetrolagrochimicofarmaceuticogm (vedasi: “Il Mondo secondo Monsanto”, di Marie Monique Robin, Arianna Editrice – Film su: www.youtube.com)

Gli allevamenti zootecnici senza terra in capannoni industriali, ad esempio, inquinano con liquami e nitrati, consumando moltissima energia per la climatizzazione. Gli animali mangiano soia, mais, residui di colza e cotone, spesso OGM, derivati da coltivazioni agroindustriali e monocolture che impiegano concimi, pesticidi e diserbanti chimici di sintesi, medicinali veterianari, ormoni, ecc., consumando altro petrolio ed inquinando la biosfera con ossidi di azoto (nella produzione dei concimi), residui tossici non biodegradabili, ogm, che si diffondono ed accumulano nelle catene alimentari. Aumentando ulteriormente gli sconvolgimenti climatici e naturali conseguenti.

E provocando il cancro… in campagna come in città.

Se il contadino muore di fame o si suicida

La carne degli allevamenti senza terra o di allevamenti  super-intensivi, seppur all’aperto, che mangiano OGM dopo aver distrutto foreste o pascoli naturali, esportata a basso costo, distrugge le economie degli allevatori tradizionali locali, invadendo i mercati con merci “pericolose”, ottenute  spesso sfruttando gli stessi popoli affamati quale manodopera al più basso costo. Si crea così altra fame, per il conseguente fallimento delle economie agricole “autoctone” e la conseguente perdita delle sovranità alimentari nazionali tradizionali. Partendo dai paesi più poveri, fino ad arrivare a quelli più ricchi.

Vengono colpiti allevatori locali tradizionali, che sopportano costi maggiori, mandando gli animali a pascolare in modo equilibrato, facendo mangiare loro ciò che l’uomo non può mangiare direttamente, come l’erba in rotazione di coltivazione o dei prati di montagna,. Ma falliscono oggi soprattutto gli allevamenti industriali europei senza terra, dipendenti dai mangimi importati, contaminati da OGM e da elevati capitali di produzione, ormai al capezzale, indebitati fino al collo e tenuti in vita solo dalle flebo della PAC (Politica Agricola Comunitaria) che dissanguano l’economia europea (3 miliardi di € di sussidi alla zootecnia industriale nel solo 2007; fonte: Centro Internazionale di Ecologia della Nutrizione – NEIC- www.nutritionecology.org).

Lo stessa spirale perversa colpisce frutta, ortaggi, grano, vino, olio, ecc. E finisce spesso in una guerra tra poveri, laddove non ci sono soldi neanche per pagare la manodopera per la raccolta, essendo il prezzo offerto dai commercianti assetati un’offesa alla dignità umana degli agricoltori, per ottenere il massimo sfruttamento dei poveri consumatori, nel sistema della cosiddetta grande distribuzione. L’agricoltura industriale, nell’illusione di poter sopravvivere incrementando al massimo la produzione agricola e il numero di animali allevati, cade in una spirale perversa nella quale si accumulano i pesticidi venduti da una rete fittissima di avvelenatori di professione, legalmente autorizzati (soprattutto nelle carni, nei formaggi, nella frutta, negli ortaggi, nei vini, cereali) e cerca di sopravvivere con la tentazione continua della frode, massacrando le tradizioni alimentari, con il destino inevitabile del fallimento e dell’esproprio della terra, da parte del latifondismo bancario e dei grossi gruppi internazionali di acquirenti della terra.

La globalizzazione delle produzioni di cibi “sotto costo”, che invadono i mercati locali, si attua attraverso importatori selvaggi  e “Supermercati” ad essi collegati, diffusi ovunque, ormai, anche nei piccoli paesini. Luoghi di Pornografia del cibo ben “vestito”. Sono loro gli unici che ci guadagnano da questo sistema infernale, insieme alle ditte produttrici di Pesticidi, Sementi, Mangimi, OGM. Oltre alle Multinazionali farmaceutiche che “vivono a spese dei loro clienti ammalati” di patologie degenerative, provocate dall’inquinamento chimico da esse stesse prodotto e dalle diete a prevalenza di Proteine e Grassi animali e OGM.

Supermercati assolutamente da boicottare: “prendi due e paghi tre” !

La salute planetaria è minacciata e danneggiata in maniera vergognosa.

L’Italia, ad esempio, oggi spende circa l’80% dei bilanci regionali per la Malattia … ma la chiamano “Sanità”. Non sarebbe molto meglio curare i sani… attraverso la corretta coltivazione e nutrizione biologica, basata su alimenti di stagione, in prevalenza o totalmente vegetariana?

Siamo invece sprofondati, oramai, nell’economia della morte, dove le guerre economiche e tossicologiche, sono dichiarate a “fuoco lento”, preconfezionate o precotte in quarta e quinta gamma mangi 1 e consumi 100.

In un pianeta che assomiglia sempre più ad un lager a cielo aperto, dove si sperimenta ogni sorta di attentato alla salute umana e all’ambiente, “diritti costituzionali inviolabili”. Con il beneplacido degli apparati pubblici preposti alla (in)sicurezza alimentare e sanitaria (EFSA, Food and Drug Administration, Ministeri) e le opposizioni di facciata delle cosiddette Associazioni Ambientaliste “Ufficialmente Riconosciute”, che siedono insieme ai sindacati nei tavoli di concertazione della politica “tossicodipendente e telecomandata”… verso l’olocausto premeditato… e in più a pagamento.

A partire dai nostri bambini, che ancora oggi in Italia sopportano dosi di (in)”tolleranza di pesticidi”, calcolate su un peso di 60 kg (di un adulto), mentre non è stato ancora stabilito un limite per la sommatoria dei diversi residui chimici che si possono trovare negli alimenti. E pensate che si è votato addirittura un referendum nazionale sul tema, nel 1992.

Mentre nel 2006 i Commessi da Supermercato delle Multinazionali della “Commistione” Europea alzano a dismisura il livello di micotossine consentite sul grano duro, prodotto tipico di alta qualità del Sud Italia, al fine di consentire l’importazione di “grano ammuffito”, proveniente dai Silos delle multinazionali, per abbassare ulteriormente i prezzi di mercato e tagliare le gambe ai contadini italiani (raccomando vivamente  mangiate solo pasta artigianale di piccole ditte che garantiscono la provenienza italiana delle semole 100% di grano duro).

Ed ancora, si nascondono gli OGM negli alimenti, anche biologici, con soglie di (in)tolleranza senza etichettatura, così da svantaggiare gli agricoltori italiani, laddove le coltivazioni di OGM in Italia sono ancora vietate, per fortuna. Anche se, nell’illegittimità, stiamo subendo un tentativo di imposizione del fatto compiuto.

Insomma, mentre i supermercati aprono al loro interno farmacie per i propri clienti, sempre più ammalati… al Mondo “c’è troppo cibo per poter mangiare tutti”.

E i paesi più affamati sono spesso i maggiori esportatori di cibo per animali !!!

Eppure, le tradizioni, ad es. la vera dieta mediterranea (al 5-10% di proteine, 80% di carboidrati, 10-15% di grassi vegetali, frutta e verdura vive a volontà), tendono naturalmente verso l’economia-ecologica.

E i consumatori sono sempre più orientati in tal senso e verso il consumo di prodotti biologici locali.

 

Cosa fare?

Sono almeno 30 anni che diciamo le stesse cose, ma oggi ci sono delle opportunità legislative e finanziarie assolutamente da non perdere, per uno sviluppo rurale Agroecologico, libero dagli OGM in Europa.

Un decalogo aggiornato di “Econologia per la vita” (Economia Ecologica) è, pertanto, sicuramente utile in tal senso:

1. Non mangiare carne ed alimenti d’origine animale se non di allevamenti biologici ed al massimo una volta alla settimana, o meglio, al mese. In fondo è molto meglio essere vegetariani… si diventa più sereni e, soprattutto in pace con la “coscienza planetaria”, si corre di più nello sport e si fa anche meglio l’amore, vivendo più a lungo. Ovviamente con varietà e fantasia, a tavola come in tutto il resto.  L’alimentazione a prevalenza vegetariana oggi si impone come atto di civiltà e rispetto della Natura del pianeta Terra e dev’essere la prima risposta dell’Istinto di sopravvivenza della specie Umana.

2. Trasformare gli allevamenti industriali in biologici, pertanto, utilizzando i pagamenti europei oggi stanziati per il benessere animale, ovvero 500 € per Unità Bovina Adulta, a disposizione delle Finanziarie agricole Regionali, i Piani di Sviluppo Rurale, elaborati troppo spesso di nascosto, mentre le norme prevedono la Massima concertazione e discussione popolare.

Un’occasione da non perdere, dal momento che l’Europa, conscia del problema, dal 1992 ha avviato una Politica Agroambeintale, divenuta obbligatoria nel 2000. E dal 2007 al 2013 ha investito notevoli risorse, che le Regioni purtroppo, per ora, non stanno erogando in modo adeguato. Bisogna liberare gli animali al pascolo, riducendone drasticamente il numero, in completa autosufficienza alimentare dell’azienda agricola. Non si possono allevare 12 milioni di bovini equivalenti in Italia, non basterebbe nemmeno tutta la terra a disposizione nel nostro paese, Dobbiamo inoltre coprire i capannoni zootecnici attuali con pannelli fotovoltaici, approfittando per sostituire l’amianto tossico quale obbligo costoso. Un investimento, questo, che rende oggi circa il 15% del capitale investito, sicuro per 20 anni, attraverso il conto energia, esentasse, essendo considerata attività agricola. Contribuendo in tal modo doppiamente a frenare l’effetto serra oltre che a salvare l’economia delle aziende agrozootecniche, che  possono facilmente trasformare le stalle in biologico o riconvertirle ad Agriturismo e punti vendita diretti di alimenti biologici..

3. Nel contempo è necessario interrompere il sostegno agli allevamenti industriali, oggi calcolato sul numero di capi venduti o sulle quote di latte prodotto, che dissangua le finanze europee per sostenere ormai solo il mercato dei mangimi e dei farmaci, essendo gli allevatori in perdita netta. Spostando tali immense risorse sulla Zootecnia Biologica, che in un paese civile dovrebbe essere semplicemente obbligatoria, non foss’altro per la sofferenza degli animali allevati in veri e propri lager o in gabbie (…e di coloro che se li mangeranno).

Chiudiamoli, prima che falliscano definitivamente, portandosi dietro la disperazione degli allevatori ed agricoltori, oggi indebitati fino al collo.

4. Con una moratoria mondiale, a partire dall’Italia, fermare gli OGM e i brevetti sulla materia vivente, che rendono gli agricoltori “tossicodipendenti” delle Multinazionali, le quali vendono semi e pesticidi collegati, ritirando i raccolti a prezzi da fame. Mentre i commercianti locali e le banche aquisiscono i terreni degli agricoltori per ripianare i debiti.

5. Vietare l’uso di Pesticidi e di concimi chimici che distruggono i terreni, oggi ormai inutili, in quanto sostituibili con tecniche biologiche. Anche in base al Reg. Cee “Reach” ed ai diritti costituzionali inviolabili alla salute, alla salubrità dell’ambiente ed al progresso dell’agricoltura (Art 32, 9, 44 della Costituzione Italiana).

A partire dai Sindaci che possono, in qualità di responsabili della salute pubblica, dichiarare i territori Biologici e liberi da OGM (vietandone il commercio oltre che la coltivazione). Ciò è possibile grazie ai Pagamenti Agroambientali, previsti dalla Comunità Europea nei Piani di Sviluppo Rurale regionali che , per  legge, devono compensare tutti i mancati redditi e maggiori costi delle produzioni biologiche, quale servizio alla collettività, più un 20%, rendendo pertanto l’agricoltura biologica “conveniente per tutti gli agricoltori” e non solo per i consumatori. Agricoltura Biologica che dovrebbe essere controllata e certificata a spese della collettività e non degli agricoltori (come avviene oggi), con rischi di conflitti di interesse. Dal momento che i costi della certificazione biologica oggi vengono rimborsati agli agricoltori dalla comunità europea attraverso gli stessi Piani di Sviluppo Rurale, creando una doppia burocrazia inutile.

6. E’ necessario Utilizzare immediatamente al meglio le risorse economiche previste dai regolamenti europei “agroambientali” Oggi sono a disposizione circa 200 miliardi di € in Europa per i PSR Regionali, una cifra enorme sufficiente a riconvertire in biologico la gran parte dell’Agricoltura Europea. In Italia, con la riforma medio termine della PAC, abbiamo circa 25 miliardi di € disponibili, con priorità e obbligatorietà per l’agricoltura Biologica (nelle misure agroambientali, che possono interessare fino al 70% del bilancio complessivo dei Piani di Sviluppo Rurale regionali.

Ma si scoraggiano le adesioni degli agricoltori, avendo ridotto in maniera arbitraria i Pagamenti agroambientali al Biologico ed inserendo misure concorrenziali non conformi (Agricoltura Integrata), con distrazione dei fondi, in contrasto con gli obiettivi comunitari che prevedono il potenziamento dell’Agricoltura Biologica, in particolare nelle aree intensive, dove è forte l’uso della chimica ed è necessario aumentare i Pagamenti agroambientali. Le regioni ancora oggi continuano a sperperare enormi risorse, regalandole a chi continua a comprare pesticidi, inventandosi impropri disciplinari di “Agricoltura Integrata” , che sono in realtà semplici elenchi di pesticidi, ammessi in quantità elevatissima, superiore alle normali pratiche agricole convenzionali, mentre bisognerebbe basarli sulla obbligatoria e prioritaria “sostituzione” dei Pesticidi chimici, secondo quanto previsto dalle Linee Guida approvate in Europa nel 1996  (14 anni fa !!!). Mentesi eroga una miseria ai coltivatori biologici, ai quali invece spetterebbe per legge il compenso di tutti i mancati redditi e i maggiori costi del metodo biologico, ovvero del servizio reso alla collettività. Compenso oggi ridotto dalle Regioni spesso a meno di un terzo di quanto messo a disposizione dalle norme comunitarie.

Mentre le acque “potabili” sono sempre più inquinate di nitrati e pesticidi, diserbanti, ecc., spesso fuorilegge, come denunciano le ARPA nei loro resoconti pubblicati recentemente in un convegno a Perugia. Speriamo che non si aumentino ancora i “limiti di (in)tolleranza” di Pesitcidi nelle acque, come è già successo in passato, “legalizzando la violazione dei diritti inviolabili” alla salute e all’ambiente…

E’ un vero scandalo. Contro il quale gli agricoltori biologici e quelli convenzionali che vorrebbero riconvertirsi al biologico per superare le crisi di mercato hanno inoltrato 4 ricorsi ai TAR Regionali, in Umbria, Toscana, Marche e Lazio. richiedendo:

l’adeguamento dei Pagamenti Agroambientali per l’Agricoltura Biologica agli effettivi mancati redditi e maggiori costi + un 20% di transazione a partire dal 2007, come previsto nelle norme comunitarie, i cui massimali di riferimento sono di 600 € /ha per le Colture Erbacee e 900 €/ha per quelle arboree, con incrementi possibili se giustificati correttamente (per le colture Ortofrutticole, Tabacco ed altre colture), opportunamente giustificati. Rammento, a tal proposito, che l’Austria paga da 2000 a 4000 €/ha per l’Orticoltura Biologica in serra, mentre l’Italia paga al massimo 600 €/ha. Ci facciamo fare concorrenza sugli ortaggi… dall’Austria!!

- adeguamento delle misure di benessere animale al massimale di 500 €/UBA per gli allevatori biologici, con inserimento di tutti i tipi di allevamenti biologici.

- la mancata apertura dei bandi e le esclusioni non giustificate di aziende biologiche dai pagamenti agroambientali, obbligatori e prioritari per tutti gli anni.

- l’interruzione dei Pagamenti per l’Agricoltura Integrata, non conforme alle linee guida UE del 30 Dicembre 1996, che prevedono impiego prioritario (ovvero obbligatorio) di tecniche sostitutive dei mezzi chimici di sintesi, per giustificare il pagamento agroambientale, oggi non controllabile e non verificabile, in base alla nota 3/2005 della Corte dei Conti UE sulla spesa agroambientale.

Mente i nostri funzionari regionali sembrano non essere in grado di giustificare i pagamenti agroambientali, la commissione europea oggi ha imposto di rivedere urgentemente tutti i calcoli, in quanto gli agricoltori biologici stanno ritornando ad usare la chimica in tutte le Regioni.  Mentre sono passati già tre anni… e gli OGM spingono alle frontiere dell’Europa.

A seguito dei nostri ricorsi, oggi il MIPAAF sta redigendo su richiesta esplicita della Commissione UE, i preliminari di un documento di Armonizzazione tra le regioni sui calcoli e conformità dei Pagamenti Agroambientali. Uno studio scientifico di recepimento tecnico-giuridico corretto delle norme agroambientali comunitarie, redatto dal sottoscritto in 8 mesi di duro lavoro, è stato inviato 3 anni orsono con diffida, il  25 luglio 2007, alla Commissione e al MIPAAF, oltre che a diverse regioni, senza sortire effetti ne risposte nella stesura dei piani regionali di sviluppo, oggi palesemente in contrasto con gli obiettivi comunitari agroambientali.

E’ stata finanziata anche la cosiddetta Rete Rurale nazionale ed Europea, proprio per coinvolgere gli esperti dei diversi settori ed armonizzare le legislazioni di recepimento regionali e nazionali sulla sviluppo rurale rendendole adeguate agli obiettivi di ..“sviluppo dell’agricltura biologica, in particolare nelle aree intensive, dove è forte l’impatto chimico…”. Ma le istituzioni sembrano non aver a disposizione validi Agroecologi che dovrebbero redigere le applicazioni delle norme agroambientali. Ci siamo proposti da oltre un decennio, dopo aver realizzato programmi di messa a punto e diffusione delle tecniche biologiche da due decenni. Ricordo,  ad esempio,  il lavoro prezioso dell’Associazione COLIBRI, con oltre 300 esperti riconosciuti a livello nazionale, negli anni ‘80-’90.

E moltissimi divulgatori agricoli laureati e diplomati, finiti a compilare scartoffie nei sindacati agricoli, invece di assistere gli agricoltori, oggi ancora abbandonati al commerciante di pesticidi. Una vera vergogna !

Ed intento che attendiamo risposte, abbiamo richiesto pareri alla Magistratura, per ora solo amministrativa, in quanto moltissimi agricoltori biologici stanno tornando indietro verso la chimica, per mancanza di adeguato pagamento comunitario. Con danni conseguenti per la salute e l’ambiente. Con pesanti responsabilità dei sindacati Agricoli che siedono nei tavoli di trattativa regionale. Sindacati che devono superare la logica del sussidio a pioggia, per non perdere l’occasione unica per riconvertire il Made in Italy al biologico e metterlo all’asta mondiale della qualità.

La situazione in campagna oggi è drammatica… mentre le casse delle regioni sono piene di soldi.

Era stato predisposto anche un piano europeo per l’Agricoltura biologica… di distruzione?

La Nota 3/2005 della Corte dei Conti UE sulla spesa agroambientale (16.000 milioni di € nel 2000-2006) ha chiesto di non sostenere più e sospendere le misure basate su semplici riduzioni di inputs in quanto non controllabili, come l’attuale Agricoltura Integrata.

E’ necessario  sensibilizzare gli agricoltori sulla necessità di ricorsi ai TAR in tutte le Regioni, anche al fine di aiutare la Politica regionale e nazionale a superare i problemi di condizionamento locale da parte dei cosiddetto “consorzi agrari”, che non devono perdere l’occasione per riconvertirsi in Consorzi Agroecologici, laddove potrebbero aumentare anche di molto i loro guadagli, puntando alla fornitura dei mezzi tecnici per l’agricoltura biologia e allo stoccaggio dei prodotti alimentari bio. Ci rimetterebbero solo le ditte produttrici internazionali di Pesticidi Chimici, ma state pur certi che le Multinazionali hanno nei loro cassetti tutte le soluzioni da proporre per l’agricoltura biologica, per cui alla fine il Biologico, come volevasi dimostrare, converrà a tutti.

Eppure, mentre l’Agricoltura Biologica dovrebbe convenire “per legge”, dal momento che la collettività acquista un servizio compensato dal cosiddetto “Pagamento Agroambientale”, l’Italia consuma da sola più del 30% di tutti i pesticidi Europei e i nostri bambini muoiono di cancro molto più che in nord Europa (l’Espresso). Al convegno di Urbino sulle Regioni OGM Free, abbiamo potuto sentire ad esempio (dalla relazione di un ricercatore francese) dei disastri sanitari del disseccante Roundup (aborti, linfomi, leucemie, diabete, tumori al pancreas)… che dovrebbe essere semplicemente vietato per gli obblighi di condizionalità, in quanto inutile e sotituibile con le semplici lavorazioni del terreno; e che invece è inserito addirittura nei disciplinari di Agricoltura Integrata !! (per i quali si percepiscono pagamenti agroambientali)

Inoltre i pagamenti al Biologico, di per se ridotti, arrivano con ritardo notevole (oggi è arrivato solo un anticipo del Pagamento 2007-2008). E molte regioni non hanno nemmeno aperto i bandi, obbligatori e prioritari (Basilicata)

Calcoli Errati sui Pagamenti Agroambientali

Sui PSR  2007-2013 , i premi sono stati miseramente ridotti, a partire dall’Emilia Romagna, per errori palesi nelle metodologie di calcolo, che vengono validati da Enti privati ed Università con il beneplacido dei altri sindacati agricoli che siedono nel tavolo verde e delle associazioni ambientaliste e dei consumatori che, nei comitati di “sorveglianza” non si muovono a dovere.

E i rappresentati del biologico Italiano hanno fatto molto poco, alcuni nulla, per appoggiare i ricorsi  degli Agricoltori

A titolo di esempio, le regioni alzano arbitrariamente il prezzo di mercato dei prodotti biologici nelle schede di calcolo giustificativo dei Pagamenti Agroambientali, in modo da ridurre il differenziale di Produzione Lorda Vendiblie tra biologico e convenzionale, cosicchè il Premio agroambientale viene abbassato per il biologico. Anche se ciò è vietato, in quanto il prezzo di mercato maggiore lo paga semmai il consumatore, per la qualità  del prodotto …se questa viene riconosciuta. E nella fase di riconversione non c’è un  prezzo maggiore in quanto il prodotto non è certificabile come biologico e si vende sul mercato convenzionale In pratica si riduce il premio a chi fa un prodotto di qualità, perchè si suppone che venga pagato di più dal mercato, mentre il regolamento (e le revisioni a medio termine della PAC Health check),  prevedono proprio l’opposto… ovvero di incentivare la qualità  per ridurre le eccedenze e favorire le produzioni più richieste dal mercato, che si spera abbiano prezzi maggiori per gli agricoltori, consentendo il superamento della crisi dei mercati agricoli e le speculazioni dei commercianti. (…”Particolare attenzione dev’essere data ai prezzi favorevoli di mercato…”, ndr).

E In ogni caso, per trattato di libero commercio è vietato attuare politiche nei confronti dei prezzi di mercato (con discriminazioni sui prezzi)… e questo sui pagamenti Agroambientali per il biologico è un precedente unico e gravissimo  

RISULTATI DELLE VERTENZE SUL PSR UMBRIA 2000 – 2006

A suo tempo, nel 2000 in Umbria, con una vertenza seria di concertazione,  riuscimmo ad ottenere  400 €/ ha (seminativi-cereali) – 450 (leguminose da granella)  di pagamenti agroambientali per il biologico nel vecchio PSR. + 10% se in conversione + 10% con zootecnia bio + 10% se si attivava l’azione d’area con almeno 250 ha in biologico.  Per la vite il premio base era di 800 €/ha e si arrivava al massimale di 900 €. Ciò ha consentito la riconversione biologica, anche di aziende in aree intensive. E’ questo l’obiettivo comunitario per il successo agroambientale, dal momenti che nelle aziende estensive, l’uso della chimica è ridottissimo. Faccio notare che Regioni limitrofe (Lazio Marche Toscana) avevano contributi molto più bassi , circa la metà… ma nessuno fece ricorso in quelle regioni…

Per i fruttiferi e le ortive i premi erano troppo bassi per sostenere le riconversioni, ma oggi si possono giustificare facilmente premi più elevati.

Dal mio documento… “A titolo esemplificativo le coltivazioni orto-frutticole, trattandosi di prodotti di largo consumo e ad “azione protettiva sulla salute”, meriterebbero un maggior aiuto alla coltivazione biologica, ancor più giustificato. In particolare nelle aree rurali periurbane, a forte densità demografica (citate con particolare attenzione dal Reg. (CE) 1698/2005 e nel PSN) e/o soggette ad elevato tasso d’inquinamento è opportuno incrementare ai massimi livelli possibili le produzioni biologiche destinate al commercio locale, provenienti spesso da molti piccoli produttori ortofrutticoli, con conseguenti notevoli benefici sanitari per le popolazioni più “sensibili”. Oltre ad una “economia ecologica” dei trasporti (bioregionalismo) che, nel caso dei prodotti ortofrutticoli (rappresentati in gran parte da acqua) comporta grandissimi consumi energetici in caso di importazioni dall’estero. Occorre evidenziare che le produzioni ortofrutticole rappresentano una percentuale molto bassa delle superfici agricole regionali e nazionali, ma nel contempo subiscono un altissimo uso di Pesticidi, Ormoni e concimi di sintesi, condizionando prioritariamente il raggiungimento degli obiettivi agroambientali dei Piani di Sviluppo Rurale, attraverso un contenuto impegno di spesa agroambientale.

Studio Scientifico Personale sulle Linee guida Agroecologiche per i PSR

Vista la lunga esperienza personale di recepimento tecnico-giuridico in materia,  il 25 luglio 2007 ho inoltrato al Ministero, alla Commissione Ue e alla Corte dei Conti UE uno studio personale tecnico – giuridico approfondito intitolato: “Indicazioni agroecologiche per i Piani di Sviluppo Rurale 2007-2013, con particolare riguardo alle linee guida per una congrua commisurazione e giustificazione dei premi agroambientali e alla loro controllabilità e verificabilità”. Mettendo a disposizione, in forma gratuita, il lavoro che dovrebbe ro fare il MInitero Agricoltura e le Regioni  nell’ambito della rete Rurale Europea.

Insieme a u documento sulle urgenze e priorità inviato alle Regioni, per rimettere in ordine la materia in forma retroattiva, dal 2007, così come consentito dalle norme europee.

Credo che si possono ottenere buoni risultati… per l’economia, l’ambiente e la salute generale dell’Italia. Naturalmente, se passassero definitivamente i piani rurali regionali in questaattuale stesura, sarebbe la fine del Biologico, o quantomeno un forte ridimensionamento… …in attesa degli OGM per la mazzata definitiva all’Agricoltura Mediterranea?

Non sarà un caso che le regioni parlano di Norme di “coesistenza con  gli OGM”, una contraddizione in termini.

Mangiare prevalentemente cibo locale e di stagione, così come è previsto dal nostro organismo vivente, regolato in maniera perfetta dal suo DNA, memoria genetica evolutasi in miliardi di anni di vita sulla Terra. Andando quindi a far la spesa in campagna o, laddove non sia possibile, nelle reti specializzate biologiche, stando bene attenti alla provenienza degli ingredienti in etichetta: “biologici, italiani, possibilmente locali e rigorosamente al 100% liberi da OGM”, ovviamente. Ed organizzando gruppi familiari di acquisto locale, equo e solidale.

Aumentare l’Humus dei terreni agricoli, con opportune rotazioni delle coltivazioni, vietando l’uso di disseccanti o diserbanti chimici, attraverso l’inerbimento delle coltivazioni arboree, le concimazioni organiche, ecc. La sostanza organica dei terreni fissa quantità enormi di CO2 atmosferica, ma negli ultimi 50 anni abbiamo distrutto più del 50% dell’humus agricolo, provocando, di conseguenza, alluvioni e frane, in quanto la terra non trattiene più l’acqua. Il protocollo di Kyoto stabilisce che coloro che dimostreranno dei crediti di carbonio (fissazione della CO2) e riduzione degli altri gas serra, hanno diritto a pagamenti per il beneficio sociale complessivo. Per l’Agricoltura Biologica si aprono, pertanto, prospettive di grande opportunità finanziarie. Altre centinaia di Miliardi di € che si potrebbero distribuire a chi dimostra di aver incrementato l’humus stabile nei propri terreni, invogliando in tal modo i contadini all’Agroecologia. Essendo, tra l’altro, gli agricoltori le prime vittime economiche e sanitarie dell’attuale situazione disastrosa, oltreche distruttiva della biodiversità planetaria.

Si rammenta inoltre che l’humus è il principale elemento di trattenimento dell’acqua nei suoli e la perdita di sostanza organica causa alluvioni, erosioni e frane… cronaca drammatica della nostra Italia massacrata dalla Chimica in Agricoltura. E’ necessario obbligare al mantenimento delle siepi e degli inerbimenti nei frutteti e delle coperture vegetali prima delle coltivazioni, vietando immediatamente ogni impiego di disseccanti chimici (Roundup e similari), tossici e controproducenti.

Promuovere campagne di informazione sui temi dell’Agroecologia e della corretta alimentazione, a partire dalle scuole. Dove dev’essere obbligatoria la ristorazione biologica e tradizionale locale, prevalentemente vegetariana.

Riportare i giovani in campagna, approfittando della crisi industriale per aumentare la popolazione rurale, almeno al 10% (oggi siamo a meno del 4%). Mettendo insieme la buonuscita, il sostegno alla mobilità, il finanziamento di 50.000 € a fondo perduto per i giovani agricoltori… e le risorse, agroambientali dei PSR per l’agricoltura biologica, esentasse, 100% a fondo perduto (o meglio guadagnato), per il benessere collettivo. Nel contempo favorendo la distribuzione di terre pubbliche per la coltivazione di orti familiari e per i pensionati, contribuendo così a mitigare la fame sociale, oggi drammaticamente presente anche nei paesi “sviluppati”.

Inoltre, manca ancora in Agricoltura un’assistenza tecnica capillare indipendente, che si potrebbe pagare (pensate un pò) solo con i soldi che risparmierebbero gli agricoltori, i quali oggi effettuano almeno il 50% di interventi chimici sulle coltivazioni assolutamente inutili e controproducenti (corrispondenti a circa 500 milioni di €, ovvero 20.000 posti di lavoro per tecnici). Sotto la guida abile della fittissima rete di commercianti di pesticidi, che imperversano nelle campagne,  inconsapevoli responsabili di questo olocausto sanitario ed ambientale. Commercianti di pesticidi, sementi e cereali, che potrebbero oggi riconvertirsi al biologico… guadagnando molto di più. Le statistiche oggi non ammettono repliche: il Cancro aumenta in maniera incontrollata, a partire dagli agricoltori e dai nostri figli, che oggi sempre più perdono il loro futuro.

Ma non siamo noi che stiamo perdendo il nostro futuro?

Forza Ministro Luca Zaia… Forza Sindaci Italiani e Governatori. Svegliamoci Sindacati Agricoli e rappresentanti dei Cosumatori, salviamo il nostro popolo, salviamo la Tradizione Agroalimentare italiana: “MANGIACOMEPARLI” …e un Calcio agli OGM !!

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Perché gli OGM rappresentano un vero fallimento premeditato per gli agricoltori… con rischio di perdita della sovranità alimentare delle Nazioni… da cui deriva solo miseria e FAME. Oltre 200.000 sono i contadini suicidatisi in India, negli ultimi 10 anni, per il fallimento delle coltivazioni OGM.

Si pensi, inoltre, al fatto che molte erbe infestanti sono ormai resistenti al Raundup, l’erbicida chimico che verrebbe irrorato in modo massiccio sulle coltivazioni OGM, assorbendosi nei semi (di soia e di mais, cotone, colza, ecc.) delle piante OGM “resistenti ai disseccanti chimici totali”. Con conseguente accumulo nell’ambiente e nelle acque.

Un’avvelenamento di massa, che si bio-accumula nelle catene alimentari e nelle carni degli animali alimentati con OGM. Lo dimostra il fatto che la soglia di cosiddetta soglia di “tolleranza” dei residui del disseccante chimico negli alimenti è stata notevolmente aumentata con l’entrata in commercio degli OGM. Un prodotto chimico pericolosissimo, pubblicizzato come biodegradabile, invece tossico e mortale per le cellule, responabile secondo una ricerca svedese, dell’epidemia di linfomi non Hodgkin (un tumore del sangue). La Monsanto ha ricevuto una multa pesantissima per pubblicità ingannevole e pericolosa 

Ce dell’altro e in abbondanza da dire contro gli OGM.

In particolare va citato il Trasferimento Genico Orizzontale (TGO) del DNA transgenico inserito negli OGM, molto instabile e reattivo, in quanto estraneo alla specie vivente e costituito anche con pezzi di virus o batteri patogeni. Il TGO si diffonde nell’ambiente e lungo le catene alimentari, passando dai microrganismi alle acque, al sangue e negli apparati digerenti. Hanno trovato DNA transgenico non digerito nei feti dei topi… cosa succederà ai poveri animali d’allevamento, che per loro “sfortuna” vengono macellati giovani… e soprattutto agli esseri umani… oggi sempre più “macellati dal Cancro”?

Vorrei precisare che i cosiddetti geni (pezzi di DNA manipolato), non sono microchips, e quando si modifica il normale funzionamento del DNA , inserendovi pezzi estranei in maniera del tutto casuale, nessuno potrà mai prevedere quello che succederà all’interno dell’OGM, con rischi incommensurabili per la salute e l’ambiente.

Le modificazioni nel tempo all’interno del DNA, a causa della naturale instabilità dell’OGM, sono dichiarate dalla stessa Monsanto, ad esempio per la soia, ed influenzano altamente il funzionamento delle cellule, regolate dal DNA.

Pertanto ne risente anche il sistema immunitario in generale e i meccanismi fisiologici cellulari connessi alla riparazione dei danni al DNA, operanti in maniera perfetta nel nostro organismo, coadiuvati dalle vitamine naturali, per riparare i danni derivati da agenti mutanti inquinanti presenti ad esempio nel cibo e nell’acqua. Esponendo in tal senso a gravissimi rischi di malattie degenerative, l’intera popolazione mondiale, se si inquinano irreversibilemente i territori agricoli. E’ per questo motivo che un ricercatore Francese al recente convegno di Urbino delle Regioni OGM feee ha parlato di futuro rischio di Pandemia da malattie degenerative.

Mi chiedo come è stato possibile brevettare ciò che non è stabile ne esattamente riproducibile, come una manipolazione genetica.

Insomma, mi sembra che il futuro transgenico sia tutt’altro che roseo… forse è meglio scendere dal treno prima che si schianti.

Puntando al Made in Italy da mettere all’asta internazionale del mangiar bene , biologico, 100% ogm free quello che chiede il mercato… …il libero mercato, (che oggi praticamente non esiste se non nel rapporto diretto dal produttore al consumatore) dove siamo vincenti… per “natura” 

La Natura che vogliamo salvare.

Una tradizione ricevuta in eredità dai Padri, ma soprattutto… in prestito dai nostri Figli.

Prof. Giuseppe Altieri, Agroecologo agernova@libero.it

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Appello al Ministro Luca Zaia : ITALIA LIBERA DAGLI OGM

Confermati i danni alla salute degli OGM da numerose ricerche scientifiche indipendenti pubblicate, Intervenga, pertanto, prima che sia troppo tardi, il Ministro Luca Zaia con il divieto di coltivazione ed importazione di OGM, applicando la clausola di salvaguardia nazionale prevista dalla Dir. 2001/18/CE, per la tutela dei diritti inviolabili alla salute e all’ambiente salubre. Il Ministro indìca, nel contempo, con un decreto ad hoc, il referendum consultivo obbligatorio per la stessa Dir. 2001/18/CE, preliminare ad ogni decisione su un eventuale rilascio ambientale di OGM, per il rischio di irreversibile contaminazione dei territori agricoli e della catena alimentare, oltre che dell’ambiente in generale. Con conseguente rinuncia definitiva ed inevitabile alle caratteristiche genetiche di qualità tradizionali delle produzioni agro-alimentari Italiane, oggi riconosciuta a livello internazionale. Subito il referendum consultivo, insieme alle elezioni amministrative. Prima che si corra il rischio di seminare OGM in Italia E’ necessario inoltre imporre la tolleranza zero OGM in ogni prodotto agro-alimentare e delle sementi, secondo i corretti criteri di Biosicurezza, atti ad evitare ogni forma di contaminazione dell’ambiente agricolo e degli alimenti coltivati in Italia (biologici come convenzionali), attraverso prodotti importati.

Va salvaguardato il diritto dei coltivatori a non voler produrre prodotti contaminati da ogm e dei consumatori a non alimentarsi con gli stessi. Diritto alla corretta informazione sancito da una recente sentenza della Corte di giustizia Ue.

Fuori i mercanti… dal tempio della Vita!

RELAZIONE PRESENTATA AL CONVEGNO

 “PUGLIA LIBERA DA OGM”

L’inviolabilità della memoria genetica di tutti gli esseri viventi per uno sviluppo rurale agroecologico a tutela dei diritti umani.

 Sabato, 20 febbraio 2010 – ore 9.00/14.30 Castello Carlo V – Salone Maria d’Enghein – Lecce

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