Mondanità e spiritualità, dov’è la differenza? – Spaccato di una conversazione fra due amici, mentre fuori il sole brilla ed il cielo è terso come non mai… oppure piove a dirotto e tira vento (che cambia?)

Oggi il Giornaletto di Saul  mi è arrivato “qui e lì”, insomma in qualche modo “sei sempre presente” e questo sai quanto mi piaccia!

Ieri anche, eri “presente”….. fra me ed un altro. Ti starai  chiedendo, in tutto questo, tu cosa ci facevi lì, in mezzo a noi due…. Eh beh… Non mi sembra il caso di scendere in “dettagli tecnici” ma ad un certo punto… ecco, diciamo perché in questa mia “fase ascetica” non posso né voglio forzature che potrebbero “inquinare” il percorso…. E quindi gli ho detto che ti avrei raccontato tutto perché per me è fondamentale sapere cosa pensi, e allora sono partiti commenti quali “potresti fare a meno di lui e di Calcata” e allora gli ho detto che ti ho visto solo 3 volte (…?!? Azz.. non mi ero ancora resa conto di averti visto così poco…) e che non era come pensava lui (sì insomma ha cominciato a chiedermi quanti anni hai, che sciocco! Cosa c’è e c’è stato tra di noi, che sciocco! e tante altre cose…) e allora mi è toccato “spacciarti” per il mio “maestro spirituale” che mi sta aiutando a “trovare me stessa” e che forse prima o poi ti conoscerà…(perché questo presupponeva che lui avrebbe continuato a far parte del mio cerchio solo se avesse capito ed accettato…) e che “l’amore terreno” è breve ed illusorio e non è quello ce cerco né quello che voglio…E solo e solamente con te io sono me stessa, senza maschere né giustificazioni, semplicemente sono, e “l’innamoramento” che ho non si può capire se non si va “oltre la forma” (azz…quelle parole…sono passati 4 anni e le ricordo una ad una….) ma come spiegarlo a lui, che mi guardava così sperduto e “cotto”?!

..Beh, il tuo nome  è stato l’unico ad esser pronunciato sotto quel piumone azzurro cielo….

Gli ho detto che ti avrei scritto (non sa che lo faccio sempre, come non sa che ti mando sempre poesie, come non sa che tu sì, sei sempre dentro di me…). Lui mi ha detto “vedrai che ti dirà che hai fatto bene a farti coccolare da me e che  devi e puoi spingerti oltre” e io gli ho detto “non è lui che mi deve o può dire cosa devo  o posso fare, lo decido io, e io dico no!” e poi ho concluso la telefonata dicendo solo “…ci sentiamo” (quando non so, ma se continua così mi prenderò molto, molto tempo….).

La Tigre

 

Fin quando dai la caccia alla felicità,

non sei maturo per essere felice,

anche se quello che più ami è già tuo.

Fin quando ti lamenti del perduto

ed hai solo mete e nessuna quiete,

non conosci ancora cos’è pace.

Solo quando rinunci ad ogni desiderio

e non conosci né meta né brama

e non chiami per nome la felicità,

allora le onde dell’accadere non ti raggiungono più

e il tuo cuore e la tua anima hanno pace.”

(Herman Hesse)

 

…………..

 

… avrai notato che di solito preferisco non rispondere alle tue lettere in cui fai riferimento a situazioni “personali e sentimentali”  questo non perché mi dia fastidio esserne a conoscenza.. anzi, in fondo è un modo per condividere intimamente le emozioni. Stavolta però ti rispondo poiché hai toccato un punto che mi sembra importante: la mia funzione nel nostro rapporto.

Beh, tu sai che sono alquanto schivo ad assumere una funzione qualsivoglia  nelle relazioni che allaccio con gli altri. Ritengo comunque che la posizione  in cui gli altri mi vedono sia sufficiente “funzione” ed io non interferisco più di tanto. So che i rapporti che ognuno allaccia con gli altri sono conseguenti ad una predisposizione karmica e poco contano le nostre decisioni o desideri. Talvolta siamo obbligati e talaltra accondiscendiamo volentieri a quel che comunque ci spetta.

Di solito cerco di accondiscendere sempre, questo anche per un quieto vivere e per un atteggiamento di pazienza che mi contraddistingue.

In questo senso mi accontento della figura di tuo “maestro spirituale” essendo perfettamente consapevole che è solo un’immagine. Tu mi vedi così perché in questa sembianza è racchiuso un insieme di possibili rapporti che rappresentano sia l’umano che lo spirituale. E l’esempio di altri “maestri” ed altri “discepoli” ci è di conforto esemplare.

Ma se tu mi definisci “maestro spirituale” dovresti anche riconoscere la mia presenza costante e continua dentro di te, non solo nei pensieri e nelle emozioni ma soprattutto nella cosciente esistenza. Quella esistenza che permette ad ogni essere vivente di essere auto-consapevole. Se invece di vedermi come “riflesso” nella mente mi riconosci come la luce che consente ogni altra riflessione… allora quella differenza illusoria fra l’io ed il tu.. scompare. Ed a quel punto anche se continui a chiamarmi maestro o fratello od amico  o quel che ti pare non ci sarà nessuna differenza fra te e me. Questa è l’unica cosa che mi soddisferebbe e mi consentirebbe di accettare pienamente la funzione nella quale tu mi poni. Fermo restando che nell’umano potrai continuare a prenderti gioco di questo vecchio signore un po’ bislacco che chiamano Paolo D’Arpini….  Amen!

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