Diario di tre giornate intense vissute nella Tuscia, in un viaggio breve fra Calcata, Amelia, Ronciglione… il cuore e la mente

Ed il sole mi ha accolto a Calcata…….. Sono ancora qui, senza cercare nulla, ma solo ad “esserci”. Sono state due- tre giornate piene ed abbiamo approfittato del bel tempo per farci un paio di gite, già da giorni programmate. Ne faccio un breve resoconto.

Domenica 6 dicembre siamo tornati ad Amelia. Alcuni giorni fa avevo ricevuto una telefonata inattesa ma molto gradita da parte di Amina, la mamma di Raffaella, la mia “amica del cuore” dell’infanzia. Una voce conosciuta ma confondibile mi dice a bruciapelo: “Allora, quando vieni?”. Amina e Renzo, suo marito, mi hanno visto crescere, abbiamo condiviso gioie e dolori e ci siamo sempre voluti molto bene. Adesso poi che i miei genitori non ci sono più li considero ancora di più come parenti amorevoli. E quindi, data che Calcata e Amelia distano non più di un’oretta, ho pensato di accontentarla, e poi, a me avrebbe fatto altrettanto piacere incontrarli.

Siamo partiti con Paolo in una mattinata limpida e luminosissima, la strada ormai la conosco e non crea intoppi, si snoda in un dedalo di curve affiancate da alberi maestosi che sembrano salutarci, al nostro passaggio. Guardo la strada, attenta (ho una guida molto prudente), ma non posso fare a meno di osservarli, quasi ad uno ad uno, ricambiando il saluto. Vorrei scendere e toccarli, ma non c’è tempo, siamo attesi.

Appena arrivati , come immaginavo, Renzo, il Padre di Raffaella, cattura Paolo, che, per una mezza giornata, invece di parlare, ascolta. Renzo ha circa 86 anni e solo da una quindicina di anni si è scoperto romanziere e ama parlare dei suoi libri, sono come dei figlioli, di cui va molto orgoglioso. E’ un autodidatta della scrittura, scrive storie sempre diverse, e le scrive col cuore. Il successo editoriale, mancato, è relativo e secondario, si sa, se non si hanno i giusti agganci, c’è poco da sperare.

Io invece mi intrattengo con Amina e Raffaella, parliamo del più e del meno, della salute di Amina, non troppo buona, dei dolori che prova e delle difficoltà di movimento, dei loro nipoti (Cristina, Viola e Flavio) ed io di mia figlia Viola. Ho portato loro un paio di foto abbastanza recenti e loro mi dicono: “Com’è bella!!.” La mamma (io) si stima e pensa a quanto sarebbe bello se fosse anche lei qui con noi. Poi si pranza. Raffaella ha preparato della pasta al forno vegan, ottima (infatti io ne mangio 2 piatti) verdure stufate e poi c’è il parmigiano e  qualcos’altro che io ho portato per loro da Spilamberto. Le chiacchiere proseguono, vedo che Paolo si sta facendo ben volere anche da loro. Non ne dubitavo.

In macchina Paolo parla e parla ed io ascolto, ma mi fa uno strano effetto: trattengo solo l’emozione, l’impressione e non il discorso in se, le parole hanno un’importanza relativa, è il flusso di calore e di affetto, la presenza che riempie e straripa. L’indomani nuova gita: si va a Ronciglione a trovare Ilaria. Anche oggi il tempo ci assiste, non è freddo e non piove. Andiamo a mangiare con Ilaria alla tavola calda gestita dai suoi figli e approfittiamo per dare qualche consiglio ed anche fare qualche meritato apprezzamento……. pizza, cannelloni e frittura mista di verdure sono il nostro menù.

Poi raggiungiamo il Lago di Vico, io non l’ho mai visto e rimango incantata: è circondato da querce enormi che hanno lasciato a terra una miriade di ghiande….. ottime per la maiala! Io e Paolo ce ne riempiamo le tasche…….. è un bottino troppo “appetitoso” per non approfittarne. Sarà felice!

Passeggiamo per un po’ sulla riva, fino al bagnasciuga e tocchiamo le acque che sono fredde (ovviamente) e molto trasparenti. Il fondale è di minutissimi sassolini neri, me li faccio passare tra le mani. Amo “toccare”, “sentire”, il tatto è quello dei cinque sensi, che forse più mi serve per apprezzare il mondo (vado a “tasto”). Ma anche la vista è appagata, il panorama è bellissimo, non c’è il sole, ma forse con questa luce il vedere è ancora più “pittoresco”, ci vorrebbe un artista a riprodurlo. Paolo e Ilaria camminano sottobraccio, carichi di affetto reciproco. Ilaria è una donna bella dentro e fuori e la vorrei come sorella. E’ molto forte e dolce nello stesso tempo, accogliente e comunicativa. 

Poi anche per oggi, si torna a casa…..  ma il viaggio continua…. Chi siamo noi?  Forse solo  anime che esistono per  comunicare  un po’ d’amore.

Caterina Regazzi

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