“Buddha, Mitra, Gesù… storia delle religioni, verità intrinseche vissute in metempsicosi… “ Racconto di Benito Castorina

Caro Paolo, (abbi pazienza leggilo, non so come fai… sei troppo bravo a metterci in contatto. Grazie)

Come sai, nella mia filosofia il prossimo mio è così prossimo da coincidere con me stesso, da cui discende il postulato: ama il prossimo tuo perché è te stesso.

Ciò definisce la mia immortalità (finché al mondo ci sarà essere umano io ci sarò), ma anche la mia eternità (c’ero, ci sono e ci sarò).

La premessa mi consente di poter parlare di Gesù di Nazareth, in quanto c’ero, ma di più: lo sono stato.

Così ti assicuro, che nel IV secolo D.C., per consentire maggiori possibilità di riuscita al passaggio dalla religione di Mitra a quella di Cristo costruii una storia di Gesù “parallela a quella di Mitra” in modo che il passaggio per romani e dintorni potesse essere quasi automatico anziché traumatico, .

Come ricorderai, a quel tempo mi chiamavo Costanzo Cloro, il mio dio si chiamava Mitra e mi sembrava balzana l’idea di Diocleziano del tetrarcato, così organizzai il piano che portò mio figlio Costantino a riunificare l’impero romano, grazie anche all’aiuto dei cristiani che ripagò col riconoscimento ufficiale della loro religione (fu anche per far coincidere la nascita di Cristo con quella di Mitra che stabilimmo il 25 dicembre).

Usciti allo scoperto (sul vero senso della parola) i cristiani o meglio chi li rappresentava, riscrissero la storia in prospettiva della creazione di un nuovo potere, basato su un uomo realmente esistito: Gesù di Nazaret, figlio di Giuseppe discendente di David. Io lo ricordo come il solo rivoluzionario che esista nella storia dell’umanità, fu colui che praticò e divulgò la lotta pacifica, l’arma più potente che esista nelle mani dei popoli ed innalzò l’amore al di sopra della vita stessa (meravigliosa rivoluzione potente ed efficace, ancora oggi e nel domani, che fu dalla chiesa banalizzata con la frase: se ti danno uno schiaffo porgi l’altra guancia).

Dico praticò la lotta pacifica in quanto il grande regista fu proprio Giuseppe, che avendo girato tutto il mondo conosciuto d’allora, essendosi convinto della forza di quest’arma e cosciente di non avere l’età per un’impresa di quella portata fece un piano strategico per raggiungere l’obiettivo.

Così scelse la famiglia di Maria e in conseguenza anche Maria stessa. Tornarono col figlio che nacque dalla loro unione, dopo un breve esilio in Egitto non a Betlemme (dove era nato Gesù), ma a Nazareth dove il bimbo compì i primi passi nutrito d’amore e conoscenza. Dopo l’episodio coi dottori a Gerusalemme (dicono che avesse dodici anni) Giuseppe lo accompagnò nel Kashmir (importante centro della religione induista e successivamente del Buddismo). Lì imparò, imparò, imparò… e a circa trent’anni fu pronto per la grande rivoluzione.

Intanto che Gesù si formava nel Kashmir, Giovanni veniva formato e informato dallo zio Giuseppe, veniva educato alla scuola dell’amore che lo vide battista sul fiume Giordano e molti lo seguirono e l’amarono come tale.

Giuseppe andò con Giovanni incontro a Gesù che stava rientrando dal Kashmir, l’incontro fu di notte e fu di una commozione indescrivibile, si abbracciarono, tre in uno. Giovanni doveva passare i suoi proseliti a Gesù, che ne doveva ereditare il carisma, per poter predicare amore e solidarietà.

Giovanni ricordò che Giuda voleva combattere contro i romani e Giuseppe gli rispose che anche se si fossero armati meglio dei romani e fossero stati più numerosi non avendone le tecniche di guerra avrebbero dovuto soccombere con gravi perdite, insistette dicendo che bisognava combattere con un’arma che i romani non usavano per essere nelle condizioni di vincere: la lotta pacifica.

A Gesù che aveva manifestato la sua paura Giuseppe rispose: figlio, non ti abbandonerò mai.

Così fu quando, sulla croce, un soldato romano con una lancia gli infuse una pozione che generava catalessi e quando l’indomani come era ammesso dalle consuetudini il suo corpo apparentemente morto fu consegnato ad un centurione romano amico di Giuseppe.

Gesù tornò nel Kashmir dove concluse in modo naturale la sua nobile esistenza.

Giuda che aveva amato Gesù,  che aveva apprezzato la sua potenza quando da solo nel tempio aveva terrorizzato e messo in fuga uomini e mercanti, e aveva alla fine capito più di ogni altro il suo messaggio, aveva baciato Gesù, che in maniera inconfondibile sedeva a capo dei discepoli, per ribadire la sua fedeltà e per questo fu impiccato e i mandatari per evitare la reazione dei suoi seguaci misero in giro la favola del tradimento.

La chiesa dopo una lunga gestazione venne alla luce con Costantino e crebbe sino ad incoronare Imperatore Carlo Magno e giù e su sino ad oggi sfruttando qualcosa che non le appartiene.

Noi che quando abbiamo un posto di responsabilità lo gestiamo con spirito di servizio, abbiamo ereditato da Gesù di Betlemme detto il Nazareno il messaggio d’amore che ci rende il prossimo così vicino da confondersi e fondersi con noi stessi e tutti quegli uomini che hanno seguito la sua rivoluzione, la lotta pacifica hanno vinto le loro battaglie!

Viva la lotta pacifica, viva l’amore, viva Giuseppe il più grande regista di tutti i tempi.

Man mano le guerre si stanno estinguendo anche se migliaia di focolai rimangono accesi, mentre chi gestisce il potere per il potere sta distruggendo il pianeta su cui viviamo per arrivare a noi.

La materia per esistere deve distruggere altra materia e noi siamo programmati per superare ogni forma di egoismo.

Dobbiamo arrivare ad un amore così grande da risparmiare i milioni di microrganismi che eliminiamo anche respirando… superare ogni forma di egoismo con gioia.

Chi confonde superare la materia con distruggere la materia, non ha capito che uccidere o

suicidarsi è inutile perché chi dorme in genere si sveglia e chi muore in genere rinasce.

Buddha dice che dobbiamo superare la sofferenza della nascita e della morte.

La nostra fantasia può volare divertendosi senza fare né poter far male come nei sogni che sono una simulazione dell’aldilà, come l’energia orgonica può simularne l’estasi.

Tutto questo per ricordare a me stesso che non bisogna cercare spunti per dividersi per combattersi, ma ogni manifestazione un’occasione per incontrarsi,

Chi dopo G. G. G. (Giuseppe, Giovanni e Gesù) praticherà una nuova rivoluzione?

Chi divide lavora per chi gestisce potere.

Dice Buddha, io sono vivo, sono morto, sono corpo, sono spirito, ho il nome che mi volete dare.

Si potrebbe interpretare con c’è un solo Dio, chiamatelo col nome che gli hanno dato i vostri padri.

Ma dice ancora ognuno di voi è Buddha.

Si potrebbe interpretare con Dio è dentro di noi, quindi non ci occorrono tramiti per parlare con lui.

Ma gli intermediari lucrano su qualcosa che non posseggono, ho compassione per loro, c’è qualcuno che ha un’idea di come aiutarli?

Recitando un mantra si elimina lo stress e ci si lascia man mano governare dal cuore anziché dal cervello, pensate la bellezza di un innamoramento…!

Quasi inconsapevolmente ci si può innamorare del creato e implodere?

Meravigliosa immaginazione

Mi conducesti in una danza velocissima

Tumultuosa… ci fu un’esplosione

Come in un acceleratore di gravità

Vidi la materia formarsi,

per poi fermarsi su altre forme,

ogni forma contro l’altra avvitarsi,

cingerla, assalirla, farla propria, eclissarsi.

Errore fatale? Non possiamo fermarci?

Meravigliosa immaginazione

Mi conducesti in una danza lentissima,

Senza respiro… ci fu un’implosione

Nel silenzio vidi l’energia prigioniera

Abbandonare ogni forma di materia

Per ricongiungersi con l’energia vitale

Ma è ancora vita? No è immateriale

Non può far bene né può far male

È solo amore, amore immortale!

Un abbraccio Benito B. Castorina

I commenti sono disabilitati.