“NO AL TAGLIO DI ALBERI VIVI PER ALLIETARE UN NATALE CHE PUZZA DI MORTO…” – Lettere aperte ai sindaci di tutti i comuni d’Italia, in particolare a quello di Roma ed al papa Ratzinger ed ai giornali….

La sacralità della natura e degli alberi, simbolo per antonomasia di vita e fornitori dell’ossigeno che ci consente ancora di respirare, viene vilificata dalla consuetudine barbara di offrire milioni di piante alla sceneggiata di un natale che ormai è solo un businnes. Abeti ed abeti tagliati senza pietà per creare un’atmosfera religiosa finta, diciamo basta a questo scempio. Se proprio vogliamo onorare gli alberi e la natura lasciamo che essi crescano dove sono, non danneggiamoli… andiamo nella foresta ed offriamo  pensieri d’amore e di riconoscenza verso le piante che ci sostengono…. non tagliamo nemmeno un ramo e persino Gesù, di cui festeggiamo la nascita, ne sarà più contento!   

Ma anche quest’anno il rito barbaro del taglio dei boschi per uso di addobbo natalizio prosegue senza pietà…  ad esempio sarà il Belgio a regalare il tradizionale albero di Natale al papa. Nei primi giorni di dicembre un abete di 30 metri di altezza sarà reciso per essere sacrificato sull’altare dell’ indifferenza umana verso il valore delle espressioni più belle e maestose della vita.

Attiviamoci per tempo inviando lettere di protesta agli indirizzi sotto riportati, ai giornali e a tutti i Comuni in cui siete residenti. La lettera da inviare potrebbe essere, più o meno la seguente.

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AL PAPA BENEDETTO XVI Fax 06.69885863

Carissimo Papa,

la preghiamo sentitamente di non consentire la recisione dell’abete per allestire l’albero di Natale in piazza S. Pietro: è un atto che turba le coscienze degli ecologisti e di tutti coloro che amano la natura e credono che ogni essere vuole esistere e non essere ucciso. Crediamo ogni atto di indifferenza verso la Vita non sarebbe stato condiviso da nostro Signore. La Sua decisione di non accettare il dono di un albero reciso sarà segno di grande apertura verso le necessità ecologiche del pianeta.

Facendo appello alla sensibilità che ha sempre dimostrato per la natura Le chiediamo sentitamente di invitare la popolazione a festeggiare la nascita di Gesù mediante l’allestimento solo del Presepe, tradizione che maggiormente ci appartiene perché ideata da S. Francesco.

Certi dell’accoglienza della nostra istanza inviamo ossequiosi saluti.

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AL SINDACO DEL COMUNE DI ROMA – ON. GIANNI ALEMANNO                                                                                                                                                                                 ld.gabinetto@comune.roma.it

 SIGNOR SINDACO,

l’usanza di addobbare piazza Venezia, per le feste natalizie, con la messa a dimora di un gigantesco albero di abete reciso per la circostanza dimostra l’indifferenza del Comune di Roma verso la natura e verso le istanze del popolo ecologista.

Se nelle nuove generazioni è necessario si sviluppi il senso del rispetto e della tutela dell’ambiente, alla cui esistenza è inscindibilmente legata la stessa vita degli umani, non può il Comune della capitale d’Italia rinnovare una tradizione che autorizza a danneggiare la natura.

Pertanto invitiamo sentitamente la S.V. a volere annullare questa tradizione e di favorire la tradizione del presepe che sicuramente ci appartiene maggiormente perché ideata da S. Francesco, patrono d’Italia.

 Certi dell’accoglienza di questa nostra istanza inviamo distinti saluti.

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LETTERA  AI GIORNALI

Ad ogni Natale si rinnova l’incivile usanza di allestire una finta sceneggiata natalizia sacrificando la vita di un giovane abete che va a languire per alcune settimane in un asfissiante appartamento per poi essere gettato nel cassonetto delle immondizie. Purtroppo la Chiesa cattolica   dà il cattivo esempio innalzando ogni anno in piazza S. Pietro un albero secolare, come se quell’albero fosse lieto di essere sacrificato per ornare la piazza della cristianità.

Un altro cattivo esempio viene dal Comune di Roma che, a sfregio di ogni tentativo di dare specialmente alle nuove generazioni quel necessario sentimento di rispetto per la natura, usa addobbare piazza Venezia con un magnifico abete per abbellire il panorama degli umani. L’albero, come l’animale, non è una cosa morta e inanimata, ma un componente la famiglia dei viventi e come tale merita rispetto e protezione perché la vita è sacra in qualunque forma si manifesti

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Sottoscrivono Franco Libero Manco dell’AVA  e Paolo D’Arpini del Circolo Vegetariano VV.TT.

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