“Calcata, pareva che crollasse da un momento all’altro, eppure.. “ – Memoria della Calcata degli anni eroici di Roberto Ciotti

L’articolo che segue è stato scritto su mia richiesta da Roberto Ciotti e lo feci pubblicare sull’Unità, (di cui conoscevo l’allora caporedattore Fabio Luppino) in una data che non rammento ma sicuramente agli inizi degli anni ’90 del secolo scorso.  Roberto è stato uno dei veri artisti che hanno fecondato Calcata, lo ricordo ancora giovane e di belle speranze che suonava sui gradini nei pressi della mia casa di Porta Segreta (dove ora ha lo studio l’architetto Enrico Abenavoli).

A quel tempo eravamo tutti uguali, eravamo una carovana che viaggiava verso il West e non sentivamo antagonismo o differenze, tutti contribuivamo a qualcosa di  buono e di costruttivo. Ed in verità Roberto faceva una ottima musica e merita tutto il successo che in seguito ha ottenuto.

Di Roberto ricordo anche  l’entourage familiare, la zia Grethel che fu la prima a trasferirsi stabilmente nel borgo ed in seguito  aprì  il primo ristorante  di Calcata.  Il grande amore di Roberto fu Odette, una donna meravigliosa e veramente intelligente che purtroppo morì lasciando smarriti  tutti noi, essendo stata la prima della carovana ad andarsene e –sono certo- un vuoto incolmabile nel cuore di Roberto….  Ma lasciamo da parte queste malinconie, ed ecco a voi il testo…  (Paolo D’Arpini) 

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Ed il mio blues…?

Ho conosciuto Calcata negli anni `70 e sono rimasto subito affascinato dalla sua bellezza romantica e suggestiva. Arroccata su un roccione di tufo, irreale, con un’atmosfera magica molto stimolante, è sempre stata per me fonte di ispirazione e di sfogo. È qui che ho sviluppato la tecnica dell’acustica Dobro. è qui che ho composto molte delle mie canzoni e le colonne sonore di Marrakesh express e turnè  di Gabriele Salvatores, e 1’ultima Road and Rail per il film di Wilma Labate Ambrogio, che sarà sugli schermi il prossimo autunno.

A quei tempi eravamo in pochi a conoscere e frequentare Calcata, per lo più artisti e persone di fantasia alla ricerca della natura, dell’insolito, di esperienze nuove e trasgressive. I problemi erano tanti anche perché era un paese trascurato e con un triste destino: essere abbandonato dai suoi abitanti per diventare uno di quei tanti “paesi morti” che cadono in rovina. Questo perché, con una legge del 1935 Calcata Vecchia è stata dichiarata inabitabile e i suoi abitanti hanno così ottenuto dei Lotti di terreno edificabile poco distante dove è poi sorta Calcata Nuova. In seguito un’altra legge del 1939 ha riconosciuto il valore storico del  Castello degli Anguillara, e di conseguenza il borgo stesso di Calcata, come bene culturale da salvaguardare. Fra tutte queste contraddizioni sono arrivati i nuovi abitanti di Calcata: musicisti, pittori, scultori, artisti e non, che hanno investito energie, tempo e denaro per ristrutturare le vecchie case fatiscenti e dare vita a questo villaggio con attività varie: botteghe, gallerie d’arte, ristorantini, circoli culturali: addirittura c’è un piccolo locale dove qualche volta suono. 

Ora Calcata è diventato un posto conosciuto e frequentato da molti turisti di fine settimana. Certo, l’atmosfera non è più quella di una volta, la gente è diventata tanta e non si vedono più i vecchietti seduti sui sedili di marmo della piazza, ma il lunedì mattina Calcata si risveglia silenziosa e semivuota tra la nebbia che la fa apparire come in un sogno: un paese incantato sospeso fra le nuvole. Ed è proprio così che la riconosco e la amo. Ma i vecchi problemi esistono ancora.
Domenica 30 agosto c’è stato il crollo di una bella fetta di rupe, per giunta proprio davanti la casa dove spesso vivo. Questo crollo era previsto da tempo. Sono più di due anni che esiste una crepa che si allarga veloce e minacciosa, tutti ne sono a conoscenza: l’Ente Parco Valle del Treja, il Comune, la Regione, ma nessuno è intervenuto per evitare questo crollo ed è, “dicono”, per colpa della fatidica legge del `35 che impedisce qualsiasi intervento, anche se, dopo varie perizie e una nota positiva del Servizio geologico regionale del 1987, ne è stata chiesta l’abolizione: ma si sa come vanno lente le cose in Italia… 

Ci sono già alcuni miliardi (pochi) pronti per il consolidamento della rupe e la ristrutturazione del Castello, che, se dovesse crollare, chiuderebbe l’accesso al paese, ma con quella legge di mezzo non si può fare niente. Ora, visto che ne ho l’opportunità, vorrei fare un appello alle autorità competenti affinché facciano uno sforzo per salvare Calcata, patrimonio artistico e culturale che appartiene a tutti noi. Un intervento è necessario al più presto. Oppure dobbiamo aspettare il prossimo crollo (la crepa e ancora lì e non promette nulla di buono), magari con delle vittime, per poi vedere tutti affannarsi a scaricare le proprie responsabilità?

Roberto Ciotti * Bluesman

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