Capranica: “Il più grande processo mai celebrato nel Lazio contro le ecomafie per l’uso delle cave come discariche inquinanti” – Come è finito? Ce lo narra Doriana Goracci

Premessa

In passato, dal 1998 al  2008,  ne avevo parlato sovente, e la protesta sull’uso improprio delle cave di tufo della Tuscia, utilizzate come discariche di rifiuti tossici è una realtà riconosciuta. Tant’è che feci anche una proposta di bonifica all’allora assessore all’ambiente della R.L.  Giovanni Hermanin, consigliando di usare le cave come piantagioni di topinanbur, un ottimo tubero commestibile che ha proprietà purificatorie per il terreno. Ma Hermanin che è un verde sui generis, ci rise sopra, come d’altronde tutti i verdi oggi in commercio…  Mi spiace di non aver conservato gli articoli relativi a tali denunce e proposte, che furono pubblicati sui giornali locali di Viterbo, sul nostro sito del Circolo VV.TT.  mi è rimasto solo un vago riferimento in un articolo scritto a due mani con  Etain Addey nel 2008: http://www.circolovegetarianocalcata.it/2008/06/13/magia-e-bioregionalismo/

Insomma, stavolta sono stato bacchettato dall’amica Doriana Goracci perché non ho prontamente ripreso la sua denuncia sulle cave, usate come discariche  inquinanti,  di Capranica.

Chiedo ammenda e qui dabbasso pubblico il suo articolo, preceduto dalla sua lettera: “Caro Paolo, forse il caldo, il sudore, i rumori infernali… scegli tu cosa… non ti ha fatto leggere quanto ti ho inviato in questi giorni, non cercarlo nei siti online della provincia di Viterbo, non c’è…. Eppure  certi  fattarelli, sono di bene comune, così si diceva… Oggi, grazie a chi si fa per due e anche per tre, ho scritto questo, ritorna quando puoi anche a piedi,  a una cava, scava e ricava… Stammi bene, da Capranica, Doriana”. 

Leggete tutto, con la massima attenzione, Paolo D’Arpini

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Cava, scava e ricava:

In una foto del novembre 2008 si vedono tre, leggi bene, 3  persone che tengono uno striscione di Legambiente, con su scritto “In nome del popolo inquinato”.  L´inizio, così diceva la cronaca, del “più grande processo mai celebrato nella nostra regione contro le ecomafie. Presidio davanti alla Procura”

Adesso vi racconto com’è finita, non perché sono un´inviata di un qualche giornale ma perché ci vivo e risiedo vicina a una di quelle Cave, a Capranica, dove “Forse qualcuno penserà che, visto il silenzio che circonda la vicenda dei rifiuti tossici illegalmente stoccati nella cava sita in località Prospero-Camporotondo, ormai sia tutto risolto”.

Ed inizio, cercando  di non farla troppo lunga, dalla fine di questo luglio, in piena estate 2009: so che l´attenzione ha tempi molto brevi e per altri Corpi di Reato…

“Bene, il Comitato Cittadino per la tutela dell’ambiente e della salute pubblica, costituitosi nel 2005 in seguito alla ben nota vicenda, sente il dovere di riassumere la situazione  affinché ogni cittadino sia consapevole dello stato dei lavori per la messa in sicurezza dell’area. A tutt’oggi nessun lavoro è stato eseguito sul sito per impedire che acqua e vento facciano espandere l´inquinamento ben oltre la zona  delimitata. La Regione Lazio stanziò subito un finanziamento di 98.000 euro a cui si aggiunse un ulteriore finanziamento di 115.846 euro  con l´obbligo da parte del Comune di Capranica di stipulare il contratto definitivo per l´inizio lavori per la messa in sicurezza   entro la data del 31 Dicembre 2008, pena la perdita del finanziamento. Tra tavoli tecnici e conferenze dei servizi della Provincia, incontri in Regione,   ricorsi (persi) al TAR dei proprietari della cava-discarica, il Comitato cittadino è stato sempre presente per sollecitare la messa in sicurezza a tutela della salute pubblica, messa in sicurezza, ricordiamo, decretata nel Dicembre 2005 dal Magistrato preposto alle indagini.

Nonostante  i fondi stanziati dalla Regione Lazio non si è arrivati ad una celere soluzione per vari motivi: sottovalutazione del rischio, incompetenza di qualche personaggio preposto alle pratiche che ha messo più volte a rischio la perdita dei fondi regionali, un certo buonismo che non guasta mai, manovre per sostenere che in fondo il sito può essere anche non inquinato, basta cambiare la legge di riferimento (un po’ come per l´arsenico nell’acqua che diventa potabile per  deroga ai limiti designati dalla UE ). Dei fondi stanziati, circa 214.000 euro, ben 153.846 sono stati spesi per consulenze, progetti, analisi (unico lavoro sui materiali inquinanti è stato quello compiuto dall’ENEA) per cui rimangono circa  60.000 euro per fare una copertura del sito a risparmio (telo più sottile che costa di meno e si rompe prima, assenza di canalette di scolo delle acque cosicché quando il telo sarà carico di acqua piovana l´inquinamento si estenderà nella zona circostante l´area inquinata). Tali sono le motivazioni, insieme al non rispetto dei tempi e dei costi iniziali, per cui la ditta appaltatrice dei lavori ha chiesto la rescissione  del contratto.

Siamo in attesa della convocazione di un tavolo tecnico richiesto alla Provincia in data 10 Luglio per chiarire in maniera definitiva i tempi dei lavori. Negli altri siti inquinati, Castel S. Elia e Cinelli ,oggetto dello stesso procedimento giudiziario, i lavori di messa in sicurezza e di bonifica sono iniziati da tempo; solo a Capranica  ancora non si fa niente di concreto pur avendo speso oltre 150.000 euro. Il Comitato Cittadino teme che questa storia non avrà mai fine e che i quattro soldi rimasti saranno nuovamente spesi per  progetti e progettini  a beneficio  dei vari esperti e si chiede perché il rispetto della salute dei 6529 abitanti di Capranica, sancito dal Magistrato nel 2005 con l´ordine di “messa in sicurezza d´emergenza” non sia stato osservato con sollecitudine. Tornerà l´autunno, torneranno le piogge, aumenterà il pericolo di percolamenti  delle sostanze inquinanti nelle falde acquifere.

Che nessuno dica “io non lo sapevo”  (Uno Notizie Capranica). La politica del Palazzo, non si limitò  timidamente a fare capolino come raccontò in un esauriente articolo su Carta, Walter Mancini.

L´Ombra tossica sulla Tuscia, aprì un ombrello vastissimo e trasversale proprio di quelle Famiglie Locali e Doc, nella stessa misura in cui gli Stranieri – Forestieri cercavano di difendere la Salute, già perché da queste parti, regna il silenzio omertoso su Certi Fattacci che se possono fà:  Stampa, autorità, cittadini pro lavoro, turismo, sviluppo economico, ricerca, innovazione … quasi tutti assenti, giustificati per carità. Mentre una stupenda propaganda sulla Raccolta Differenziata e sui Voli, tanto del Papa  e del Papi che arrivano il 6 settembre a Viterbo e dell’Aeroporto e della Torre di 30 metri per la Santa, di questo i Media sono prodighi di dettagli.

Ce la siamo già scordata quell’Immagine dell’Italia che galleggiava su you tube e i Telegiornali Nazionali, con i vari Napolitano, Bassolino e Compagnia bella? Forse è solo una forma di infantile invidia quella che mi muove a scrivere per l´ennesima volta, su cave, discariche, mafia e rifiuti e rassegnazione compunta, dal momento che leggo nella vicina Vetralla: “Al via i lavori di bonifica dell’ex cava in località Cinelli”, 24 luglio 2009.

Ho aspettato un bel po’ di giorni, per leggere altrettante entusiaste dichiarazioni del Sindaco, del Consiglio Comunale, del Comitato Cittadino, delle Associazioni ambientaliste  e volontaristiche del mio amato paese…non è arrivato nulla, se non che possono essere persi anche quegli ultimi 60.000 risibili euro. Non parlo poi dell’attenzione che non può più davvero riservarmi, a distanza di un anno, l´Assessore all’Ambiente della Provincia,  Tolmino Piazzai.

Non ci resta che stare tutti contenti qui a Capranica, per l´Isola Ecologica, dove smaltire i rifiuti ingombranti, erba, rami, foglie e tutti gli scarti vegetali, insieme a tanta  Democrazia Partecipata, che domanda, sollecita…un successo pubblico gli appuntamenti della Provincia di Viterbo: “al momento sono questi, ma ce ne sono altri, i progetti su cui i cittadini hanno concentrato la loro attenzione”.

Rimangono i ricavi di queste cave dove non si scava più ma la Legge ci protegge e tutela… Concludo come feci in passato e senza punti interrogativi: “Oggi sono i mafiosi che devono scendere in piazza per far sapere che la mafia non esiste”, parola di Giancarlo Caselli.

Doriana Goracci

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